I laici, i credenti, i clericali
La contrapposizione (funesta) tra laici e cattolici e quella (doverosa) tra laici e clericali: le tematiche della nuova associazione "Laici per i diritti civili".
Che in questi ultimi anni ci sia un ritorno del clericalismo, ci sembra indubbio. Non tanto per l’invadenza sui media (dagli esiti discutibili, il papa che ogni giorno appare ai Tg, il più delle volte per esprimere banalità, non crediamo sia utile a nessuno) quanto per la pretesa che lo Stato conformi la legislazione ai principi cattolici. Pretesa inopinata (ci si aspetta che per la Chiesa il problema sia la renitenza dei fedeli a seguirne gli indirizzi, non la possibilità di arrestarli se questi indirizzi li infrangono) che ci rimanda ai tempi in cui il peccato era anche reato; e che invece ha trovato un amplissimo ascolto, nei media ma soprattutto nelle forze politiche.
Cosa che fa subito pensare: in Italia, all’interno dei cattolici praticanti (che sono una minoranza), quanti sono gli integralisti? Pochi, lo sappiamo. E allora, il problema non è forse nella flebilità delle convinzioni degli altri, della maggioranza? Che supinamente assorbono o comunque subiscono una martellante campagna propagandistica tesa a limitarne i diritti?
E’ per rispondere a questi interrogativi, e dare un vigoroso segnale di reazione, che a Trento si è tenuto un incontro sul tema "Laici per i diritti civili", a cura del consigliere provinciale (ex-Ds) Mauro Bondi e del sindacalista (Uil-scuola) Vincenzo Bonmassar.
La Sala Rosa della Regione non è molto capiente, ma era piena. Il dibattito invece stentava a decollare: fra tante persone che pensavano in maniera omogenea, era difficile districarsi tra il già-detto.
Eppure forse un tema da approfondire c’è: l’apatia verso queste tematiche, quanto è diffusa, come contrastarla, come mai un etica laica sembra non esistere più.
L’intervento che ha più mosso il dibattito è stato quello della più giovane, una studentessa di giurisprudenza: "Attenzione, non dobbiamo confondere clericalismo e religiosità. Altrimenti regaliamo al campo avverso praterie sterminate": tutti i credenti; e chi non vuole le guerre tra atei e cattolici.
La giovane aveva colto nel segno. In particolare perché qualche accento nelle relazioni introduttive andava, nonostante le intenzioni contrarie, proprio nel senso suddetto; in generale perché il contrasto viene effettivamente rappresentato come laici contro cattolici, e non laici contro clericali.
Spiccava tra i presenti Piergiorgio Rauzi, docente a Sociologia e soprattutto (in questo caso) ex-prete: "Questa confusione è perniciosa, distruttiva – dichiarava – Quando in realtà la figura di Gesù Cristo è una figura soprattutto laica, in aperto, dichiarato conflitto con il clero di allora. Che lo volle morto proprio per queste caratteristiche della sua predicazione".
Beh, Cristo era una cosa, e il cristianesimo, nel corso dei secoli, molte altre (in barba alla lotta al "relativismo" di papa Ratzinger; e qui concorda un prete a tutto tondo come mons. Iginio Rogger: "non capisco il papa, tutto quello che diciamo è relativo"). Resta comunque il punto fondamentale: la laicità non è un valore per i soli non credenti, ma per tutti, restano fuori solo le frange integraliste. E naturalmente, gli eventuali opportunisti. Il punto è non isolarsi come "laicisti", ma isolare i clericali.
Su tali temi si è costituita l’associazione "Laici trentini per i diritti civili": daremo conto delle iniziative.