Il nero e la donna
Primarie Usa: Obama-Hillary, una competizione straordinaria, a sottolineare la vitalità degli anticorpi democratici in un paese che ancora stupisce.
Nonostante tutto gli Stati Uniti d’America restano una comunità umana straordinaria. Ripeto, nonostante tutto!
Nonostante George W. Bush, eletto presidente la prima volta in virtù di un contestato computo dei voti, e la seconda volta, malgrado la sua delirante reazione all’11 settembre e forse proprio per essa, con una valanga di voti provocata da un empito di fanatismo collettivo. Nonostante Abu Grahib e Guantanamo, luoghi di barbarie medioevali nei quali la tortura e la prigionia senza regole consapevolmente volute dal governo del più potente Stato moderno hanno fatto inorridire la coscienza liberale e democratica dell’Occidente. Nonostante un’economia drogata dalle spese militari e da un debito imponente verso i mercati dei Paesi emergenti, con il dollaro in fatale declino e le banche insidiate da una crisi dei mutui immobiliari che sta contaminando l’intero sistema finanziario globale. Nonostante il Ku Klux Klan, lo sterminio degli indios, la pena di morte, le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Nonostante un certo familisimo presidenziale che ritorna nella loro storia, dai Roosvelt, Theodore e Franklin Delano che, pur repubblicano l’uno e democratico l’altro, erano lontani parenti, alla stirpe dei Kennedy, al rapporto addirittura filiale fra i due Bush ed a quello coniugale dei Clinton. Nonostante l’arroganza imperiale con cui hanno dislocato in mezzo mondo le loro basi militari con la pretesa di piena impunità per i delitti commessi dai militari, come per la strage del Cermis e per l’assassinio di Calipari.
Nonostante tutto questo, che non è poco, gli Stati Uniti d’America sono una realtà straordinaria. Hanno un ordinamento costituzionale che, alla luce dei principi liberal-democratici, è certamente il più avanzato e che più di ogni altro realizza l’ideale della separazione e del bilanciamento dei poteri. Anche se il sistema giudiziario, più efficace del nostro, fa perno su verdetti delle giurie popolari privi di motivazione, ciò che mi sembra piuttosto grave, tuttavia il rispetto della legge, la certezza delle pene, insomma il principio di legalità fanno parte di una cultura condivisa.
Ma ciò che è più significativo e che rende straordinario il contesto politico-culturale di quel Paese è la vitalità degli anticorpi che vi vengono generati, nonché il grado di maturazione di problemi e delle rispettive soluzioni che altrove sono invece ancora in una fase di incubazione primordiale.
A rendere manifesta questa straordinaria peculiarità sono state, in queste settimane, le elezioni primarie per la nomination dei candidati alle elezioni presidenziali di novembre. Non tanto la competizione interna al partito repubblicano, che non presenta elementi di novità, bensì la contesa che si sta svolgendo dentro il partito democratico, che ha visto due antagonisti con caratteristiche assolutamente eccezionali: una donna ed un afro-americano. Il maschio bianco, espressione della tradizionale etnia anglo-sassone, è stato eliminato fin dalle prime battute. E’ rimasta in corsa una donna, Hillary Clinton. D’accordo: anche altrove, in altre parti del mondo, vi sono donne che hanno ricoperto incarichi politici di vertice. Ma il presidente degli Stati Uniti d’America è il vertice del vertice. E soprattutto questa donna contende la più alta candidatura a Barak Obama, un uomo di colore. Un tempo non molto lontano i "negri" d’America erano schiavi. Oggi uno di loro corre per diventare presidente. Condoleeza Rice, nera e donna, segretario di Stato di un presidente repubblicano, era stata una anticipazione eloquente della tendenza. Il lungo tempo in cui su un medesimo territorio e dentro le medesime strutture economiche e culturali sono convissute numerose e diverse componenti etniche ha realizzato una integrazione sociale ed umana tale da farli tutti potenzialmente eguali. Il melting-pot ha fatto il miracolo di rendere universalmente accettabile la fondamentale eguaglianza dei diversi. Non vi sembra che ciò dimostri che vi è stato risolto il problema che oggi travaglia il resto del mondo? Non so se Barak Obama sarà il candidato dei democratici e se, in tale ipotesi, diverrà presidente degli Stati Uniti. Il solo fatto che entrambe le ipotesi si siano in concreto presentate come reali costituisce a mio avviso un evento straordinario.