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QT n. 2, 27 gennaio 2007 Servizi

S. Michele: metamorfosi di un borgo antico

Il paese della Rotaliana sta assomigliando sempre più ad una casuale periferia urbana.

Elisa Nicolini

San Michele all’Adige è un centro situato nella Piana Rotaliana alla sinistra dell’Adige. La chiesa parrocchiale con il vicino convento degli Agostiniani, le colline coperte di vigneti, il fiume che lambisce l’abitato risvegliano con la loro bellezza lo sguardo del passante che percorre la trafficata statale del Brennero. Il paese conta oggi circa duemila abitanti, si è esteso a sud e a nord della strada e comprende la frazione di Grumo a destra dell’Adige.

Case lungo via Brennero

I disegni e i dipinti che raffigurano il paese lo mostrano come un piccolo agglomerato di case in riva al fiume sorvegliate dagli edifici sacri in alto sulla collina. E’ questa l’immagine che il paese tramanda del suo passato nel presente. Le case sono oggi divise dal fiume dalle barriere trasparenti della statale, ma la chiesa e il convento rimangono insieme ai vigneti coltivati uno sfondo e una caratteristica peculiare e ancora riconoscibile di un borgo che sta crescendo e trasformandosi velocemente.

Il presente di San Michele ha un ritmo rapido e una direzione incerta. Per accorgersene basta guardare, superato il ponte sull’Adige in direzione di Mezzolombardo, i nuovi e meno nuovi edifici. Uno in particolare, nonostante sia stato costruito da più di una decina di anni, cattura l’attenzione sfoggiando tetti a punta e balaustre di un blu impattante. Ma la vista è incuriosita soprattutto dalle presenze nuove, anzi nuovissime che in pochi mesi hanno cambiato il volto dell’abitato.

Tre grandi edifici hanno preso il posto di una villetta, oltre la fossa di Caldaro sono sorte altre abitazioni, infine vicino alla rotatoria di ingresso all’autostrada, tra il cavalcavia e la ferrovia si distinguono ben sei blocchi abitativi. Dunque un micro-paese inserito tra le principali arterie di comunicazione che attraversano la Piana Rotaliana. Sulla rotatoria si affaccia un garni giallo e a seguire le altre costruzioni. Fra tutti gli agglomerati non un minimo spazio verde, ma in compenso, la colonna sonora costituita dal fragore del treno e dal ronzio incessante prodotto dal cavalcavia.

Non conforta osservare quanto è accaduto nel cuore di San Michele, poco oltre la scuola elementare. L’edificio che ospita il comune è un tetto in lamiera senza corpo, una struttura acuminata dal profilo tagliente. Vicino ad esso è stato da poco costruito il palazzetto dello sport, dalla sagoma così arrotondata da sembrare il dorso di una balena. L’asilo è un anonimo edificio dal tetto piatto. Insomma, un insieme di architetture dissonanti, stridenti, mediocri sono accostate con noncuranza, senza coerenza e armonia.

La struttura acuminata del nuovo Municipio.

E’ questo presente sconcertante ed intraprendente che fa temere per il futuro più prossimo. Nelle intenzioni San Michele dovrà diventare il luogo di una nuova università di enologia e biotecnologie. L’università darà l’opportunità agli studenti dell’istituto agrario, ma non solo a loro, di studiare ed approfondire la scienza dell’agricoltura e dell’ambiente. Una scelta che valorizza la vocazione del borgo all’agricoltura. Si è gia costruito un nuovo convitto ed è stato approvato il progetto per l’edificio che ospiterà l’università. La costruzione sarà alta diciassette metri, lunga più di ottanta ed occuperà uno spazio di 30.000 mq. Spaventa per le dimensioni e per l’altezza che, prevista di quattordici metri è passata a diciassette, impedendo così la vista della verdeggiante altura retrostante. Spaventa per la tipologia scelta, ancora una volta estranea alle costruzioni vecchie e a quelle nuovissime del paese. Estranea, ma assolutamente presente e pesante.

Fin qui l’attuato, ma purtroppo è in programma una metamorfosi che sarà, con andature e ritmi diversi, ancora devastante. Si parla di un mega-parcheggio all’entrata del paese e di un ponte ciclabile sull’Adige.

Il palazzetto dello sport
Il palazzetto dello sport

Ci si chiede cosa vedrà in futuro un passante o un residente di San Michele; cosa penserà del nuovo volto dell’abitato. Guardando le case sulla rotatoria misurerà l’attenzione rivolta al cittadino, cercherà di interpretare i sentimenti o i motivi contingenti che hanno portato alla creazione di una piccola brutta periferia in un piccolo abitato tra le campagne. Peserà e valuterà forse con i metri cubi di volume dell’edificio dell’università il desiderio ambizioso e smisurato di un borgo antico di diventare moderno. Cercherà di capire se dietro tanti nuovi incoerenti edifici vi sia mai stata una mente ordinatrice. Si interrogherà quindi sui piani urbanistici e le regole per l’edilizia, sull’esistenza dei piani di lottizzazione. Si chiederà infine in che termini l’economia tocchi questi argomenti e influisca su desideri e necessità reali e fittizie. Cercherà di sapere chi ha fatto cosa e perché.

Nuovi edifici presso lo svincolo autostradale

L’amministrazione comunale in primis dovrebbe sapere e voler rispondere a queste domande. Un paese non può essere solo una sequela di costruzioni. Un paese è qualcosa di più. La realizzazione di un ideale, il risultato di una storia, un programma per l’avvenire. San Michele sta vivendo una metamorfosi. Finché siamo in tempo, facciamo in modo di restituire all’abitato un volto omogeneo, dove vivere significhi anche e soprattutto aver cura.