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La criminalità nei comuni del Trentino

Quanto, come e dove si delinque: il 5° Rapporto sulla sicurezza di Transcrime.

Cinzia Birolini

Lo scorso 19 gennaio è stato presentato il Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino realizzato per la Provincia autonoma di Trento da Transcrime, che da inizio anno è diventato un Centro di ricerca interuniversitario tra l’ateneo di Trento e l’Università Cattolica di Milano.

La novità principale di questa quinta edizione riguarda l’analisi del fenomeno della criminalità. Non più e non solo dati a livello provinciale, ma dati disaggregati per ciascuno dei 223 comuni del Trentino. Uno dei risultati di questa analisi è la mappa dei reati per i quali è iniziata l’azione penale nel 2002 che riproduciamo in questa pagina.

La possibilità di avere un’immagine dettagliata di quello che accade in ciascun comune trentino si muove nella direzione di permettere ad ogni amministrazione locale di leggere i fenomeni di criminalità, devianza e disagio che accadono in un determinato territorio. Una lettura che vuole offrire conoscenza ma anche formulare ipotesi di intervento.

Sulla linea di questo ragionamento si innesta l’attività "Profilo Sicurezza", che Transcrime sta realizzando attraverso la predisposizione di una banca-dati di informazioni riguardanti il singolo comune in materia di sicurezza.

Venendo alla situazione della criminalità in Trentino, il numero dei reati denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria in provincia di Trento nel 2002 è risultato essere di poco superiore al dato del 2001.

Nel 2002 la maggior parte dei reati denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria sono stati furti (54,8%) ed altri delitti (37,6%). Seguono le altre fattispecie di reato: truffe (2%), lesioni dolose (2%), produzione e commercio di stupefacenti (1,6%), rapine (0,7%), incendi dolosi (0,7%), violenze sessuali (0,2%), associazione per delinquere (0,2%), estorsioni (0,1%), sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (0,1%). Mezzana e Andalo sono i comuni che presentano il più alto tasso di reati denunciati per cui è iniziata l’azione penale del 2002. A seguire, con un tasso medio-alto, troviamo Canazei, Siror e Pinzolo e con un tasso medio Trento, Nago-Torbole, Riva del Garda, Dimaro, Cavalese e Campitello di Fassa.

Gli autori dei reati sono principalmente maschi, giovani ed italiani. Secondo l’indagine di vittimizzazione Istat del 2002, in Trentino, rispetto alla media nazionale, vi sono meno vittime di scippi, borseggi e furti e più vittime di rapine e di aggressioni. Il senso di sicurezza dei trentini di sera, per strada o in casa, è tra i più alti d’Italia.

L’analisi si è concentrata poi sugli omicidi compiuti in Trentino dal 1990 al 2002. In provincia di Trento l’omicidio ha avuto natura prevalentemente famigliare e passionale. Gli omicidi sono avvenuti soprattutto in casa, tra familiari e tra conoscenti (77%) e sono stati commessi da maschi nell’84% dei casi. Nel mese di dicembre, nei fine settimana e nella fascia oraria 20-24 si è notata un’incidenza di omicidi più alta rispetto alla media. Soffermandoci sugli omicidi commessi nel 2002 in Trentino, abbiamo analizzato le vendite dei quotidiani locali nei giorni dei delitti, ricavando la conclusione che esiste un cosiddetto effetto omicidio sulle vendite (più copie vendute), ma che questo è solitamente limitato ad un arco temporale ridotto (2-3 giorni).

L’analisi svolta da Transcrime si è concentrata, oltre che sulla mappatura della criminalità, anche sul ruolo del cosiddetto controllo sociale formale, cioè il controllo che le istituzioni della giustizia e le forze dell’ordine esercitano nel prevenire e sanzionare forme di devianza e criminalità in base a leggi scritte e condivise dai cittadini per la tutela dell’ordine pubblico. Esaminando l’attività degli uffici giudiziari trentini, è emerso che questi risultano tra i più efficienti d’Italia. Uno dei punti critici del sistema giudiziario trentino è la situazione delle carceri (Trento e Rovereto), che può pregiudicare, per ragioni di sovraffollamento e di mancanza di spazi adeguati, la qualità della riabilitazione sociale dei detenuti.

L’attività futura si concentrerà sull’analisi del ruolo del controllo sociale informale e sulla coesione sociale. Il controllo informale è quello esercitato da agenzie quali la famiglia, la scuola, l’associazionismo, il gruppo dei pari, ecc., che, intenzionalmente o meno, concorrono a determinare l’adattamento del soggetto alle norme, accettando o disapprovando i suoi comportamenti.

L’appuntamento con il prossimo rapporto sulla sicurezza in Trentino è previsto per novembre di quest’anno.