Il Corriere della Sera sbarca a Trento
Si arricchisce il già animato quadro dell'informazione locale: arriva il Corriere del Trentino, edizione locale del più diffuso quotidiano nazionale. Con quali ambizioni e strategie?
A metà novembre in edicola, a fianco del Trentino e L’Adige ci sarà un nuovo quotidiano locale, il Corriere del Trentino. E a Bolzano il Corriere dell’Alto Adige. In termine tecnico sarà un "dorso" del Corriere della Sera senza sovrapprezzo: cioè con 90 centesimi si avrà, assieme al Corrierone, un altro giornale, appunto il Corriere del Trentino, con la stessa grafica, stesso formato, con un minimo di 12 pagine (quelle stile lenzuolo, quasi il doppio del formato tabloid della concorrenza).
Quando è il maggior quotidiano nazionale che si muove, non si possono fare le cose a metà: quindi l’impresa parte con basi adeguate. A Trento la redazione occupa il terzo piano del palazzo di via Missioni Africane, sopra il concorrente L’Adige. E proprio da L’Adige viene il ponte di comando: direttore delle due edizioni regionali sarà Enrico Franco, già responsabile delle pagine economiche de L’Adige, e caporedattore centrale di entrambi i giornali Luca Malossini, fino a ieri caposervizio al piano sottostante. A formare la redazione di Trento altri nove giornalisti: Roberto Magurano, già caporedattore del Mattino di Bolzano, altri due redattori di esperienza provenienti dal Corriere del Veneto e dal Piemonte, più altri sei trentini. A Bolzano, sede in via Dante, caposervizio sarà Felice Espro (anch’egli proveniente dal Mattino) e altri cinque giornalisti, tutti altoatesini, per nascita o esperienza lavorativa.
Questa la struttura del nuovo giornale. Ma come pensa di inserirsi in una realtà come quella trentina, già anomala perché caratterizzata da due quotidiani locali ferocemente concorrenti e (proprio per questo) di buona qualità? Insomma, quando il Corriere del Trentino sarà in edicola, come cambierà l’offerta, cosa ci sarà in più?
Rivolgiamo queste domande al nuovo direttore Enrico Franco.
"L’impostazione sarà quella del Corriere: serietà e rigore, giornalismo non gridato, ma centrato sui fatti e sulle analisi".
Beh, questo lo dicono tutti...
"Ma il Corriere lo fa. Noi non spareremo la cronaca nera in prima pagina. Sarà un giornalismo selettivo, che vuole essere esauriente ma non pretende di essere esaustivo; forniremo cioè il quadro generale, senza perderci nella microcronaca: l’eccesso di notizie disorienta il lettore. Il che non significa sottovalutare il ruolo della microcronaca, le notizie di quartiere o paese: solo che quello non sarà il nostro compito. Che sarà invece far capire il Trentino, non le mille cose che vi succedono".
La struttura sarà comunque quella del quotidiano, con pagine di cronaca, economia, cultura, spettacoli, sport. E le notizie di servizio: farmacie di turno, consiglio comunale, appuntamenti culturali...
"Uno dei punti di forza sarà la possibilità di avvalersi dei rapporti che ha un grande giornale, come pure attingere agli editorialisti del Corriere, se ci sono argomenti che possono essere approfonditi dalle firme prestigiose del giornale nazionale.
In questi giorni, per esempio, è venuto Bob Dylan: i retroscena su di lui è più facile che siano a conoscenza dell’esperto del Corriere che non del collaboratore locale".
Perché proprio ora questo progetto? E’ il momento giusto?
"Penso di sì: sia la società trentina che quella altoatesina, guardano sempre più fuori dai loro territori; il Corriere vuole accompagnare questo processo, questa uscita dall’autoreferenzialità. Infatti saranno giornali fatti in regione (per la prima volta il direttore non viene da via Solferino, a dimostrazione di un’attenzione alle peculiarità locali, senza alcuna pretesa colonizzatrice). Però è sempre il Corriere la casa madre, noi rispondiamo a quelle logiche. E’ un unico prodotto, venduto contestualmente; per cui tutti i dorsi regionali sono coordinati centralmente".
Cerchiamo di capire la strategia editoriale che sta dietro questa impresa. A Trento e Bolzano si partirà con un totale di 17 giornalisti. In più tecnici e altro personale. In più il costo delle sedi e della stampa. Con nessun aumento di prezzo, il Corriere con la sua edizione locale costerà sempre 0,9 euro.
Evidentemente si punta a un incremento delle vendite. Ma quale incremento? E nell’ambito di quale strategia?
"Il Corriere fa queste iniziative per due ragioni. Anzitutto per conoscere meglio i due territori, e già oggi, grazie a questo progetto, Trentino e Alto Adige appaiono sempre più sul Corriere; e ancor più quando usciremo, rappresenteremo una fonte di informazione anche per le pagine nazionali del quotidiano. C’è anche una ragione editoriale: aumentare la diffusione in modo strutturale. Oggi le promozioni del Corriere, che sono di qualità, hanno avuto un’ottima resa, sia in termini di diffusione che di ritorno economico; ma quando finiscono, rimane poco o niente; invece il progetto delle edizioni locali porta a un aumento strutturale, a rosicchiare copie in tutta Italia alla concorrenza in modo permanente".
Quali cifre vi proponete?
"Il nostro è un progetto a lungo termine che prevede un aumento percentuale a due cifre. In Veneto l’operazione ha avuto successo, in un anno c’è stato aumento percentuale significativo; e così in Campania e Puglia".
Nel vostro disegno che ruolo avranno le cronache dalle valli?
"Noi facciamo cronaca del Trentino. Il che vuol dire che Trento e i centri più grossi avranno più spazio: ad esempio, parlare dei parcheggi a Trento riguarda, per via del pendolarismo, tutto il Trentino. Alla scelta di non seguire la microcronaca, consegue quella di non seguire tutti i consigli comunali. Le indagini di mercato ci dicono che i nostri lettori attuali e quelli potenziali non ci chiedono questo, anzi, non lo vogliono. Oggi la gente non può dedicare mezza giornata alla lettura dei quotidiani. C’è una domanda inevasa di giornalismo locale, ma selettivo, che individui le cose che più interessano, e che orienti il lettore.".
Qui arriviamo alla questione dell’autonomia dal potere politico. In Trentino storicamente quello dei due quotidiani che più vendeva, finiva con l’adagiarsi sul palazzo, perdere lettori, e trovarsi a dover rincorrere. Voi come vi inserirete in questa dinamica?
"Dell’autonomia dal potere siamo talmente convinti che abbiamo rinunciato al traino della stagione elettorale anche per una questione di chiarezza. Potevamo partire prima; ma abbiamo voluto evitare anche il semplice sospetto che il Corriere sia venuto qui per influenzare le elezioni. Questo è il segnale: l’indipendenza è la nostra prima preoccupazione, deve esserci e deve essere anche percepita. Il Corriere a livello nazionale pratica una indipendenza, che deve essere rigorosa anche a livello locale: il giornale deve essere luogo d’incontro e dibattito per tutti; poi prenderà la sua posizione, ma senza partire con l’idea che uno abbia ragione e l’altro torto".
Voi siete per un’informazione non gridata. Non potete cadere nel difetto opposto, la curialità?
"Non gridare vuol dire non caricare i toni; vuol dire che non serve scrivere di ‘una strage efferata" una strage è una strage; e nella politica rifuggiremo dai titoli ‘Dellai-Andreotti, lunghi coltelli’, oppure ‘guerra’ o ‘scontro finale’; si racconta il fatto, senza sensazionalismi. Come nei film, dove un’inquadratura realistica può essere più efficace degli effetti speciali".
Siete usciti dall’Adige. La cosa ha provocato traumi?
"Smuovere il mercato è sempre positivo, le fissità non fanno bene a nessuno. Il nostro progetto è creare una nicchia nuova nell’informazione regionale. Perchè domani in edicola ci sarà un’offerta in più: grandi quotidiani nazionali, grandi quotidiani locali e un grande quotidiano nazionale con succosa informazione locale. E’ un’esperienza nuova, che non c’è stata in passato".
A Bolzano una parte significativa della redazione viene dall’esperienza del Mattino. Ora, è vero che, quando ha chiuso, il Mattino vendeva molto meno del Corriere della Sera (senza pagine locali); e d’altra parte l’Alto Adige, rimasto senza concorrenza, ha subito chiuso e ridimensionato redazioni. Ma questo pone il quesito: come si pone il Corriere dell’Alto Adige nel panorama bolzanino?
"Il nostro compito non è rifare il Mattino, bensì soddisfare maggiormente gli attuali lettori del Corriere e conquistarne di nuovi. E comunque, la chiusura del Mattino ha aperto un vuoto: ci sono carenze di dialettica nel mondo italiano, che ci proponiamo di contribuire a superare".