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QT n. 8, 20 aprile 2002 Servizi

Lo stato di salute dei nostri fiumi

I dati (non recentissimi) sull’inquinamento delle nostre acque.

"La Fossa di Caldaro fa sempre più schifo" - ci dice un pescatore di S. Michele che del canale conosce vita, morte e miracoli.

Il torrente Noce.

"E’ vero - conferma Pietro Pedron che dei pescatori dilettanti è presidente provinciale - Siamo rassegnati, contavamo su un cambiamento delle condizioni della Fossa di Caldaro dopo che, qualche anno fa, è entrato in funzione il depuratore di Termeno ma non mi pare che si vedano cambiamenti."

"Periodicamente - continua il pescatore - si alzano dalla Fossa odori insopportabili e non sempre, gli organi competenti rispondono con sollecitudine alle segnalazioni".

Per chi non conosce la zona, la Fossa di Caldaro è un canale che parte dall’omonimo lago in provincia di Bolzano e che, dopo aver percorso una trentina di chilometri, venti dei quali nell’ Unterland, la Bassa Atesina, sfocia nell’Adige subito dopo Grumo-S. Michele. Nel suo tragitto, la Fossa di Caldaro intercetta e raccoglie le acque dei rivi che scendono dal crinale dei monti che dividono la val d’Adige dalla val di Non (il monte Roen, il Corno di Tres, le Cime di Mezzocorona), rivi che attraversano Termeno, Cortaccia, Magrè. Centri abitati che, fino a qualche anno fa, erano privi di un sistema per la depurazione delle acque di scarico provenienti dalle abitazioni e dalle numerose attività artigianali che sorgono nel fondovalle. Non bisogna comunque dimenticare che nella parte trentina del canale vengono scaricate le acque provenienti da Roverè della Luna e quelle in uscita dal depuratore di Mezzocorona, il quale dovrebbe ripulire gli scarichi dell’intera Piana Rotaliana (Nave S. Rocco esclusa).

Recentemente, alla foce della fossa, è stato impiantato un costoso sistema di idrovore allo scopo di impedire che le acque dell’Adige, in situazioni prealluvionali, risalgano il canale causando allagamenti nelle campagne di Mezzocorona e Roverè della Luna. Anche gli argini sono stati alzati con altrettanti costosi interventi mentre, per migliorare la qualità del liquido che scorre nel canale, non sembra finora sia stato trovato alcun rimedio.

Al di là delle segnalazioni e delle valutazioni empiriche, informazioni interessanti sulla salute della Fossa di Caldaro possono essere ricavate dal rapporto annuale sulla qualità delle acque superficiali che l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente pubblica annualmente. Per ora, sono disponibili i dati fino al 1999 compreso, mentre quelli del 2000 sono in corso di stampa. La Provincia, infatti, dispone di una fitta rete di stazioni di rilevamento fisse e mobili che permette di monitorare lo stato di salute dei corsi d’acqua. Diamo un’occhiata ai dati de 1998 e del 1999, e già che ci siamo, riportiamo una valutazione sintetica dei più importanti corsi d’acqua che percorrono la piana Rotaliana: il fiume Adige e il torrente Noce.

Per l’Adige, l’Agenzia per l’Ambiente sottolinea che nel 1998 si è notato un tangibile miglioramento rispetto ai valori dell’anno precedente con classe di valutazione, a San Michele all’Adige, di "ambiente non inquinato", almeno dal punto di vista chimico. Nel 1999, invece, il livello di inquinamento peggiora leggermente, anche se il giudizio sintetico finale oscilla tra la II e la III classe.

Il Noce, che negli anni ‘95 e ‘96 aveva registrato un giudizio complessivo di ambiente inquinato, nel ‘98 aveva registrato un miglioramento, scalando di una classe, dalla terza alla seconda (ad una classe alta corrisponde un livello di inquinamento più intenso). La situazione risulta stabile anche dai rilevamenti effettuati nel 1999.

Ma per quanto riguarda il torrente Noce, l’Agenzia segnala come ormai sia il ritmo delle centrali idroelettriche e non più il ciclo naturale a dettare il regime delle acque. Da questo punto di vista la situazione dovrebbe essere però un po’ migliorata, visto che il decreto Bersani ha imposto un rilascio minimo agli sbarramenti artificiali, e si spera che il prossimo Piano provinciale delle Acque aumenti ulteriormente il volume di acqua dei torrenti obbligando le centrali ad ulteriori rilasci. In tal modo aumenterà anche la capacità autodepurativa dei corsi d’acqua (e i pescatori saranno più contenti...) .

Ma torniamo alla Fossa di Caldaro. I dati del 1998, comunque preoccupanti (IV classe di qualità), sono segnalati in via di miglioramento rispetto al 1995 ed al 1996 ma, nei pressi della foce, aumentano enormemente i coliformi fecali (tipici degli scarichi fognari). Nel 1999 il peggioramento è già evidente all’ingresso dai territori altoatesini e scendendo verso la foce l’inquinamento della Fossa aumenta.

All’Agenzia dell’Ambiente abbiamo chiesto dati più recenti ed un commento specifico sul degrado della Fossa di Caldaro. Se e quando ci risponderanno, riprenderemo l’argomento.