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Baby gang: anche in Italia?

“Baby gang”: un termine spesso usato a sproposito; anche se fenomeni di devianza non mancano...

Samanta Castellan

Atti vandalici, assunzione di sostanze alteranti, furti, aggressioni: sono solo alcuni esempi delle condotte illecite adottate più facilmente dai ragazzi quando si trovano in un gruppo di coetanei. Una tipologia di gruppo deviante è la banda giovanile, entrata nell’immaginario collettivo grazie ai numerosi films holliwoodiani che, narrando le storie dei ragazzi di strada delle grandi città americane, violenti e ribelli con i loro giubbotti in pelle e i capelli imbrillantinati, hanno influenzato, in modi diversi, l’atteggiamento e il modo di vestire dei ragazzi di mezzo mondo. Ma che cosa distingue una banda da altri gruppi devianti?

La gang si differenzia da altri tipi di gruppi giovanili perché, a differenza di questi ultimi, è guidata da un leader, ha una ben definita gerarchia interna, controlla un territorio, che generalmente coincide con il quartiere dove la banda ha avuto origine, è stabile nel tempo ed, infine, è frequentemente coinvolta in comportamenti delinquenziali e in scontri, anche piuttosto cruenti, con le gangs rivali. Nelle bande è molto sentita l’appartenenza al gruppo e tra i membri vi è una forte coesione interna.

Ci sono regole precise che tutti sono tenuti a rispettare e chi infrange tali norme viene severamente punito. Ciascuna gang, inoltre, si distingue dalle altre adottando un nome e altri simboli d’identificazione come un dato modo di comunicare, fatto di parole in codice, e un particolare modo di vestire. Ad esempio, due delle più note bande americane, la Crips Gang e la Bloods Gang, sono identificabili dai colori che contraddistinguono gli abiti e altri simboli portati dai loro membri: il colore rosso è il colore distintivo degli affiliati alla Bloods, mentre il blu è quello della Crips.

Il fenomeno delle gangs giovanili appartiene principalmente alla realtà americana: infatti è negli slums, i quartieri più poveri e degradati delle grandi città americane che, nella prima metà del 19° secolo, hanno origine le bande.

Ma le gangs, in America, sono cresciute in modo allarmante a partire dagli anni ‘20, e oggi se ne contano circa 23.000, diffuse in tutti gli USA. Più precisamente, secondo i dati raccolti dal National Youth Gang Center, attraverso una serie di ricerche realizzate dal 1995, lo Stato con il maggior numero di bande è la California, con 4.927 gangs presenti sul suo territorio. Gli altri Stati sono il Texas (3.276) e l’Illinois (1.363).

Le gangs contemporanee sono più violente e molto più inserite nelle attività criminali rispetto a quelle del passato; un’escalationche sembra direttamente collegata ad un loro crescente coinvolgimento nel traffico di droga e alla crescente diffusione di armi tra i membri.

La violenza e la criminalità delle bande sono molto temute in America, ma in realtà la maggior parte di queste condotte delinquenziali riguarda i componenti delle gangs stesse e raramente persone che non ne fanno parte: ad esempio, dei circa 1.000 omicidi attribuiti a bande giovanili, avvenuti a Chicago tra il 1987 e il 1994, il 75% ha coinvolto membri di gangs rivali, l’11% membri della stessa banda e solo il 14% ha avuto come vittime persone non appartenenti a delle gangs.

In Italia il problema dei gruppi adolescenti devianti si presenta, anche se in modo contenuto rispetto all’America e ad altri paesi europei, a partire dagli anni ‘50. Anche da noi la devianza di gruppo è, oggi, particolarmente diffusa tra i giovani: basti pensare che, nel 1995, secondo i dati dell’Osservatorio del mondo giovanile-Città di Torino, ben il 68.2% dei reati compiuti da minori è stato commesso insieme ad altri ragazzi. I reati attuati da gruppi di minorenni sono soprattutto il furto ed il vandalismo, mentre quelli compiuti da minorenni in concorso con maggiorenni sono decisamente più gravi: rapina e spaccio di stupefacenti.

Abbastanza frequenti sono anche le denunce per reati contro l’ordine pubblico, commessi da gruppi di ragazzi. Anche i mass media, qualche mese fa, parlando di "baby gang", hanno riportato episodi di furti ed aggressioni attuati da gruppetti di adolescenti a danno di coetanei e turisti in diverse città italiane.

Se si analizzano le caratteristiche di questi gruppi giovanili, si scopre facilmente che, in realtà, non si tratta di bande. Infatti, sono privi delle caratteristiche tipiche di una gang, come ad esempio una struttura gerarchica definita, regole di condotta, una buona coesione tra i membri e il controllo del territorio.

Quindi, anche se tra i giovani italiani la devianza di gruppo è molto frequente, vere e proprie gangs, così come sono presenti negli Stati Uniti, non sono ancora un fenomeno diffuso in Italia.

Samanta Castellan è ricercatrice a Transcrime e dottoranda in Criminologia presso l’Università di Trento.