Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Quale futuro per il Tirolo?

Tutto il mondo è paese: anche qui soldi alle lobbies e chiacchiere sulla new economy.

Come in Trentino, anche da noi si discute ogni tanto su possibili scenari per il futuro della provincia. Quando però si arriva al dunque, ci sono le varie vacche sacre, che si chiamano agricoltori ed operatori del turismo (che poi, in molti casi, sono gli stessi), e buonanotte. Non disturbare il manovratore.

Il Consiglio provinciale è dominato dagli agricoltori, sebbene questa categoria non rappresenti più del 3% della popolazione. Questi pare facciano il bello ed il cattivo tempo nel partito di maggioranza. Il partito popolare (18 seggi su 36) è da sempre organizzato in modo "federativo". C’è la confederazione degli agricoltori (il Bauernbund), quella degli imprenditori, dei lavoratori, dei pensionati... tutti con i loro rappresentanti in direzione, e chi governa questo partito-contenitore deve mettersi d’accordo con i vari ras. Gli agricoltori sono tradizionalmente bene organizzati, e sono la destra tradizionale (Dio, patria, famiglia, più suolo e protezionismo) del partito, spesso in contrasto con i liberisti e modernisti della confederazione degli imprenditori. Usando il meccanismo delle primarie prima e delle preferenze poi, e contando sulla loro capillare capacità organizzativa, specialmente nelle valli, prendono sempre un numero di seggi sproporzionato: la metà dei seggi popolari nell’ultimo periodo, più di un terzo ora.

Cosí abbiamo un Consiglio che sembra ignori di avere anche una capitale, con un agglomerato urbano tutt’altro che contadino dove abita un terzo della popolazione della provincia. Le leggi provinciali, in molti casi, sembrano fatte a misura per il tipico Comune contadino con 1500 abitanti (e nelle città, i responsabili dei vari dipartimenti dell’amministrazione sudano sette camicie quando debbono applicarle). Attualmente il Consiglio sta discutendo una nuova legge-quadro sulla pianificazione territoriale (che è di competenza dei comuni, appunto nell’ambito di regole stabilite su livello provinciale); le ultime edizioni di questa legge sono sempre state cassate sia dalla Corte Costituzionale che dalla Corte Europea perché in flagrante contraddizione con le libertà fondamentali europee, perché in nome di una gestione parsimoniosa della risorsa-suolo, hanno stabilito un regime di protezionismo puro per gli agricoltori di casa. Anche la nuova versione - e lo dicono i leader degli imprenditori - favorisce in tutti i punti cruciali gli interessi di categoria dei contadini. E chi mai oserebbe criticare i contadini, difensori del sacro suolo della Patria, guardiani del paesaggio (risorsa importante per il turismo), vittime dell’imperialismo economico di Bruxelles... Specialmente quando si sa che in consiglio non si muove foglia che Steixner (il gran capo dei contadini) non voglia.

Stesso discorso per il turismo. E’ fuori dubbio che il turismo è un settore economico e che ha avuto un peso enorme nella modernizzazzione del Tirolo. E‘ stato l’unica industria che poteva svilupparsi nelle zone alpine che altrimenti sarebbero state destinate alla povertà e allo spopolamento (come alcune regioni della Savoia, del Piemonte o della Liguria). Solo che esso oggi deve misurarsi sia con i mutamenti climatici (centri sciistici a quota 800, malgrado la neve artificiale, non funzioneranno più) che con lo sviluppo dei mercati. Oggi, i concorrenti non abitano più a Sestriere o Davos, ma nelle Maldive oppure a Santo Domingo, paesi con salari bassi. Sul piano internazionale, si dice che il turismo è la cash cow dei paesi in via di sviluppo, la macchina che produce capitale per sviluppare una moderna economia. E non credo che il Tirolo sia un paese emergente, anzi.... Il turismo fa già parte della old economy, non puó essere il settore-chiave, trainante, dell’economia regionale per il nuovo millennio. Ma dove finisce gran parte del denaro pubblico? Appunto nelle infrastrutture turistiche o peggio, come sovvenzioni per aziende pericolanti.

E dove va il resto? Oggi si fa un gran parlare di "TI" (tecnologie dell’informatica) e una volta tanto, il capitano Weingartner ed il suo vice e concorrente Eberle sono d’accordo: bisogna investire nelle "TI". Ma non hanno la minima idea di cosa bisogna sviluppare e finanziare: una nuova baronia universitaria per l’informatica? un centro di sviluppo? magari il cablaggio della provincia? Basta che qualcuno parli di "TI, e via con i soldi del contribuente.

Esiste una "Fondazione Tirolo per il futuro" che è, ad occhio e croce, il fondo nero dell’assessore al bilancio Eberle. Miliardi "per lo sviluppo". La presidentessa del consiglio di amministrazione di questa fondazione, la signora Freudenthaler (lei sì è un‘imprenditrice vera!), qualche giorno fa, ha minacciato le dimissioni: le decisioni sui finanziamenti e sugli indirizzi generali della gestione della fondazione, infatti, le deve leggere sui giornali, dopo le esternazioni in proposito del vice-capitano. E non ne può più, la signora Freudenthaler, delle chiacchiere sulle "TI": si faccia un’analisi sui punti forti e sulle debolezze dell’economia provincialesi discuta e si decida sugli scenari per lo sviluppo, altrimenti lei si dimette. Grazie, signora: era tempo che qualcuno lo dicesse apertamente.

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.