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QT n. 13, 27 giugno 1998 Servizi

Addio vecchia pineta

Rovereto: uccisi dalla siccità e dai funghi, i pini neri del Bosco della città stanno scomparendo

Il Bosco della città, l'estesa pineta (una settantina di ettari) che sorge a est di Rovereto, sulle pendici del monte Finonchio, da sempre luogo di svago, di passeggiate, di sport, di fuga dal caldo quando in città il clima si fa torrido e insopportabile, sta piano piano morendo. Si vedono oramai chiaramente ad occhio nudo dalla città le chiazze rossastre dei pini neri austriaci malati. La causa di tale disseccamento del pino nero è stata individuata in due funghi: il cenangium ferroginosum e lo sphaeropsis apinea. Si tratta ci spiega Paolo Ambrosi, responsabile dell'Unità operativa foreste dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, di due funghi secondari, non dotati quindi di grande forza distruttiva, ma che riescono ad agire solo su piante in difficili condizioni di salute. Il cenangium ferroginosum e lo sphaeropsis apinea penetrano nelle radici delle piante arrestandone il sistema linfatico, e gli insetti Ugniceli (coleotteri ed emittori) perpetrano in un secondo momento la messa a morte della pianta.

Il pino nero austriaco non è pianta autoctona, esso è presente non solo al Bosco della città, ma anche nella vicina Costa Violina, ai Lavini di Marco, in varie zone della Val d'Adige e nel Basso Sarca, dove pure risulta attaccato dagli stessi funghi. Vi è stato introdotto artificialmente: per Rovereto si calcola sia stato piantato all'inizio del secolo. I terreni ove è stato piantato ed in particolare quello del Bosco della città sono superficiali e quindi poco adatti a questa specie di pianta. Artificialità dell'impianto e superficialità del terreno, unite a un'eccessiva esposizione al sole e alla bassa quota, sembrano essere le quattro condizioni sfavorevoli che hanno permesso ai pini neri austriaci di essere attaccati.

Ma i fattori che hanno scatenato la propagazione dei due funghi in questione sembrano doversi individuare nella scarsità d'acqua registrata nella primavera e nell'autunno del 1997: in altre parole il pino nero austriaco, già in sofferenza per i motivi sopra ricordati, non avrebbe resistito allo stress idrico cui è stato sottoposto durante l'anno scorso. D'altronde, nel 1997, problemi causati da stress idrico si sono verificati anche su piante più resistenti, come la roverella e il leccio.

Pare purtroppo che il processo di disseccamento del pino nero austriaco sia inarrestabile e che nel giro di qualche lustro sarà completamente scomparso dal Trentino.

Al Distretto forestale non resta altro da fare che tagliare via via le piante ammalate portando il legname fuori dal bosco e sostituire le conifere con latifoglie, che oltre ad essere tipiche di queste quote, meglio si adattano ad un terreno poco profondo.

La scienza non fornisce certezze e non si è del tutto certi che tale fungo non possa in seguito attaccare anche le piante autoctone, quelle che si trovano nel loro habitat naturale: il pino silvestre, ad esempio. Un dubbio che non ci permette di stare tranquilli e che allargherebbe il problema allo stato di equilibrio sempre più precario del nostro ecosistema. Speriamo che così non sia e che l'attacco da fungo rimanga effettivamente circoscritto al pino nero austriaco.

Il direttore del Museo civico di Rovereto Franco Finotti, assieme al botanico Filippo Prosser, assicurano da parte loro che il Museo non abbasserà la guardia e che controllerà con la massima attenzione l'evolversi del fenomeno. Per il resto, non rimane che accomiatarsi dal bei pino nero austriaco, che per cent'anni ha contribuito ad ossigenare la città, e prepararsi ad un Bosco della città di sole latifoglie che durante la stagione invernale si presenterà, inevitabilmente, spoglio

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Commenti (1)

Pini neri iol72

Decidetevi. Prima erano le processionarie (articolo del Trentino), ora sono i funghi... a me sa tanto di scusa. Piuttosto, perchè non è stato fatto nulla per curarli e sono stati lasciati morire? Gli austriaci erano più bravi di voi a tenere un bosco? E cos'è questa storia dell'interrogazione di un assessore per fare là un parco avventura (sempre articolo del Trentino)?
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