Biotopi: la straordinaria avventura del Trentino
Talune conquiste della mente non si limitano a dimorare nell’ambito isolato della cultura, ma si riversano con forza nel tessuto del vivere sociale. Ne è significativo esempio la considerazione nei confronti delle presenze naturali, che solo recentemente è divenuta concezione vastamente condivisa anche nei suoi aspetti ideali, redenti finalmente dalla sudditanza del tornaconto economico.
L'avvento di questa consapevolezza, fatto di interesse conoscitivo, curiosità, occupazione del tempo libero, esplorazione, culturalità ecc., non è stato né rapido né dosato nel tempo, bensì soggetto ad ingressi nel pensiero collettivo spesso turbolenti, difficoltà nell'affermazione, ritardi per ostacoli di incomprensione. In tal senso la considerazione verso la natura, il paesaggio e il mondo biologico si discosta fin dal remoto passato dall'attenzione rivolta ai beni storico-artistici, la cui riscoperta e godimento avviene di pari passo con la maturazione culturale della collettività.
Vale la pena di ricordare i momenti salienti della passata concezione culturale del paesaggio. Con periodi di larga sovrapposizione nel tempo, e perciò senza rigore cronologico, le fasi si sono così succedute:
- Fase di terrore verso gli spazi ignoti ed ostili, sede certa di entità demoniache o sacrali, che non tollerano intrusioni umane. Questo scenario di sgomento è rispecchiato anche nelle prime attenzioni conoscitive verso la natura, che viene costretta in visioni deformate, ben lontane da armonia e serenità. Chiarissimo esempio è costituito dalle terrorizzanti aree coperte dai ghiacciai alpini, inaccessibili e perciò sede di misteriosi malefizi.
- Fase di indifferenza, o vergogna o rifiuto di conoscenza per territori inutilizzabili, che si oppongono al possesso e che possono divenire motivo di accusa all'uomo incapace di sottometterli. Ad essi si sono voltate perciò le spalle, rifiutando la conoscenza, e ingenerando così un vuoto di avvertimento della loro presenza.
- Fase di utilizzazione ad ogni costo, con la volontà di colonizzare ad oltranza il territorio. In tal modo l'affacciarsi di prospettive ideologiche e tecniche di recupero del territorio a fini pratici diviene motivo per interventi spesso esasperati in ambienti prima negletti, e che da questo momento vengono digeriti per finalità agrarie, pastorali, belliche, sportive ecc.
E' qui citabile il caso delle Marocche, la più grande frana postglaciale di tutto l'arco alpino, che in questa fase subisce l'accanimento della sua costosa trasformazione in foresta, operazione consciamente improduttiva ma che cancellava la "vergogna" di un ambiente senza alcuna apparente resa.
- Fase di godimento contemplativo o interpretativo. E' la fase che va riservata ai territori finora esenti dall'erosione della società umana, ed è proprio l'avvento di questo più alto collocamento del paesaggio nella mente dell'uomo che ora accoglie i nostri sforzi e speranze.
Frattanto però, nell'attesa che tale ultimo rapporto diventi acquisito al patrimonio culturale di tutte le società, gli ambienti ad assetto naturale spontaneo diventano sempre più ridotti e accerchiati da azioni turbative.
Contemporanea a questa situazione di deterioramento di gran parte dei nostri tenitori montani, è oggi l'insorgenza di una maggiore e più raffinata domanda nei loro confronti. Questo consolante fenomeno rientra in quella sensibilità che si sta sviluppando verso la natura e che esige forme di appagamento basate più sull'acquisizione del significato interpretativo degli ambienti e di oggetti naturali, piuttosto che sulla gradevolezza delle loro figurazioni visive. In questo senso l'avvento dell'istituto dei biotopi rappresenta un riuscito adeguamento ad una evoluzione concettuale basata su motivazioni naturalistiche innovative, che la pesantezza gestionale e la statica proposta ideologica dei parchi non poteva fare proprie.
Infatti le situazioni ambientali dei biotopi, caratterizzati da superfici piuttosto esigue, povere o prive di collegamenti ecosistematici con i territori circostanti, siti in fasce ipsometriche basse o medie, presentano tuttavia assetti fisici e floro-faunistici di rilevante importanza. Va anche detto che concorre alla loro novità di presentazione il fatto che finora furono trascurati dall'attenzione dei divulgatori naturalistici a causa della loro ovvietà di presenza, scarsa attribuzione a loro di particolari elementi di prestigio, oppure ospitalità di specie "suggestive", o di altri coinvolgimenti nel campo dell'eccezionalità.
Fa poi piacere constatare come questi principi informatori, che hanno sorretto le prime codificazioni dei biotopi, non sono stati traditi nella fase di successivo collaudo, anzi ne hanno rafforzato l'indirizzo e la forza.