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Rifiuti tirolesi

La raccolta dei rifiuti ha fatto recentemente molti progressi. Ma qualche difficoltà rimane.

Su QT del 10 gennaio, Marco Dalbosco ha criticato l'attuale politica trentina dello smaltimento dei rifiuti, che rispetto al Sudtirolo lascerebbe molto da desiderare. Serve forse anche un piccolo quadro della situazione qui da noi.

La legge provinciale del 1990 (uno dei primi e più importanti successi dei verdi nel Consiglio provinciale) parla di Abfallwirt-schaft ("economia dei rifiuti"), cioè il management di tutti gli aspetti del problema dei rifiuti solidi urbani (RSU), almeno dove la Provincia ha competenza in materia. L'art. 4 stabilisce una gerarchia di principi fondamentali: 1. Evitare. Tutti sono tenuti ad "adoperarsi perché la quantità dei rifiuti venga ridotta al minimo e le quantità nocive dei rifiuti vengano minimizzate"; 2. Riciclare quanto è riciclabile tecnicamente e a costi economicamente sopportabili. Cioè: è reato (almeno in teoria) buttare una bottiglia vuota o i giornali della settimana passata nel secchio dei rifiuti. Nessuno poi viene multato in caso contrario, ma il grado, di civiltà viene anche espresso da quanto una società dichiara un disvalore. 3* II resto dev'essere trattato per ulteriormente ridurne il potenziale nocivo e trasportato in una discarica autorizzata. Inceneritori, nel Tiralo, non esistono perché la legge finora li vieta.

A Innsbruck, le possibilità per la raccolta differenziata esistono per carta, vetro, metalli, tessili, legno, plastica, rottami elettronici, frigo, materie "problematici", come batterie, vecchi medicinali e, soprattutto, rifiuti organici da compostare (8.000 tonnellate l'anno). Mentre dal 1992 al '96 la massa di rifiuti in città è cresciuta (in barba alla legge!) del 13%, la quantità che finisce nella discarica comunale è sceso del 25%, perché un buon 49,7% dei rifiuti - per l'esattezza: 24.789,5 ton. - ha preso le vie della raccolta differenziata.

Le quali, però, a volte sono misteriose. Tutto bene, ovviamente, per i rifiuti pericolosi che finiscono a un centro di trattamento specializzato, e per carta e vetro, per i quali il riciclaggio è facile.

Con la plastica, la musica cambia. Con un decreto-legge, tutte le materie di imballaggio sono diventate "parte detta mercé venduta " e perciò ne è responsabile il produttore. Questa privatizzazione di un settore strategico dell'economia dei rifiuti ha creato grandi problemi. La società privata che deve gestire lo smaltimento degli imballaggi, finanziata dai produttori che hanno la "licenza di produrre rifiuti" (il prezzo dello smaltimento fa parte del prezzo di un prodotto) è quasi sempre sull'orlo della bancarotta - e non sa cosa fare con montagne di imballaggi di plastica raccolte negli ultimi anni. Riciclare materie plastiche miste (dal pericoloso PVC al più innocuo PE) è pressoché impossibile. Tanto che ormai si parla di "riciclaggio termico", e cioè di bruciare tutto. Se è vero che il contenuto energetico di una bottiglia di plastica viene "recuperato" bruciandola, è altrettanto vero che non sembra il colmo di intelligenza usare una materia pregiata e, in fin dei conti, scarsa come il petrolio per produrne una scemenza come una bottiglia di plastica e poi "recuperarne" il contenuto energetico. Soprattutto quando a bruciarla è un produttore di cemento per il quale non esistono gli stretti limiti delle emissioni che esistono per un inceneritore vero e proprio.

Come si arriva a una quota di raccolta differenziata vicina al 50%? Ovviamente, bisogna creare le strutture necessarie perché chi vuole adeguarsi al suo dovere civile possa farlo senza troppo incomodarsi. Per le materie più comuni, esistono delle Entsorgungsinseln ("isole di raccolta") quasi ad ogni angolo di strada, che fanno parte dell'arredo urbano. Se la raccolta differenziata è un valore, il contenitore per la carta o il vetro non bisogna nasconderlo, deve far parte dello spazio urbano come i semafori o le panchine. Per le materie pericolose, ci sono quattro campagne di raccolta mobile ogni anno con punti di raccolta in ogni quartiere. E poi esiste un centro di raccolta comunale dove si accetta tutto quanto non deve finire in discarica. I rifiuti ingombranti (tipo vecchi mobili) vengono raccolti su richiesta. In vari comuni tirolesi anche questi sono sottoposti al trattamento differenziato ed in parte venduti al mercato delle pulci comunale. Così si creano perfino nuovi posti di lavoro... Meno rifiuti nella discarica, risparmio di materie prime, e nuova occupazione: si vede che un'intelligente management dei rifiuti ha molti vantaggi.

Importante è anche il prezzo dello smaltimento dei rifiuti inevitabili secondo il principio che paghi chi sporca. Il vecchio sistema con il quale si pagava una quota fissa (secondo i metri quadri della casa) non esiste più. Oltre alla quota fissa, il prezzo da pagare al comune deve calcolarsi, in linea di principio, secondo la quantità di RSU prodotta. Ovviamente con sistemi diversi. In molti comuni tirolesi, si paga per ogni sacchetto (con lo stemma comunale), e la nettezza urbana raccoglie solo questi sacchetti. Cosicché con la "correttezza ecologica" si risparmia un sacco di soldi.

A Innsbruck, i verdi da anni si battono per un corretto e giusto sistema tariffario che funzioni anche nei grandi condomini urbani, ma finora senza successo.