Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Come elettrificare la Valsugana

Italo Piffer del Comitato Mobilità Sostenibile Trentino

Leggiamo dalla stampache RFI avrebbe trasmesso l’Ok della conferenza dei servizi nazionale al progetto di elettrificazione della tratta Trento-Borgo Valsugana, quale primo lotto di un successivo prolungamento a tratte successive. In prima battuta esprimiamo il nostro plauso per un’opera ferroviaria che ha già tardato fin troppo ad emergere, ahimè, nel panorama nazionale “tutto strada” cui siamo avvezzi.

La notizia prosegue però con le immancabili dolenti note riassumibili nel fatto che RFI ha comunicato che la realizzazione dell’opera comporterà 15 mesi di sospensione totale della circolazione sulla tratta. La Provincia, soggetto competente per la fornitura dei servizi di mobilità pubblica, non avrebbe esternato obiezioni.

Il sacrificio in termini di soppressione di servizio di trasporto pubblico, quantificato appunto in 15 mesi di sospensione, è una contraddizione in termini, nel senso che un’opera di infrastrutturazione finalizzata alla produzione di un servizio richiede come condizione la soppressione dello stesso per un periodo eccessivo e non necessario.

È evidente che RFI ha recitato il consueto ruolo di attore unico in assenza di ogni dialettica contrattuale con altri soggetti istituzionali. RFI ha evidentemente adottato la soluzione tipica di un'opera interamente nuova. Praticamente lavorando in un deserto all’interno dei cancelli del cantiere fino alla consegna dell’opera con rituale taglio del nastro. Non è il caso di una linea esistente e pienamente “produttiva di servizio”, anche se non proprio gradita e coccolata dall’Amministrazione Provinciale.

Non è un mistero che la linea della Valsugana non è mai stata considerata fra i gioielli di famiglia dalla PAT e ciò è dimostrato dalla mancata reazione al lungo periodo di sospensione del servizio ferroviario. L’elettrificazione di una linea ferroviaria è un’opera di manutenzione straordinaria, un intervento che non comporta obbligatoriamente l’interruzione totale dell’esercizio, che opera per lo più a lato del sedime dei binari (palificazione), quando non in aree del tutto esterne (sottostazioni e alimentazione primaria).

Circa vent’anni fa, è stata rifatta interamente l’elettrificazione della Verona–Brennero e poco dopo della Bolzano-Merano senza un giorno di interruzione del servizio. L’elettrificazione in corso della Merano-Malles non prevede interruzioni, salvo per interventi contenuti e puntuali. Le problematicità geomorfologiche in alcune tratte della Valsugana potranno richiedere qualche modesto sacrificio supplementare, ma non l’interruzione totale.

Alle convenienze economico-operative di RFI deve essere opposto il contraltare della massima salvaguardia del servizio pubblico, che resta il fine ultimo e prevalente di ogni infrastruttura di “servizio pubblico”.

L’utenza già provata da disservizi ricorrenti, da una qualità del servizio che è ottimistico definire scadente, come reagirà a una fermata di quindici mesi, che non resteranno ovviamente solo quindici? La risposta è superflua: si andrà su strada e molto di più con auto propria. È forse questo che si vuole?

In conclusione sosteniamo che l’elettrificazione della Valsugana, una linea che conosce sette-otto ore al giorno di sospensione notturna del servizio, deve avvenire con interventi oculatamente programmati in tali periodi di sospensione del servizio, con interruzioni puntuali ove inevitabili. Diversamente sorge il sospetto che si siano scelte da parte di RFI modalità operative semplificate per pure ragioni di costi e altre facilitazioni e che la scelta sia un gradito regalo al gestore del servizio di mobilità pubblica (la Provincia) per ragioni misteriose.

Un’ultima doverosa considerazione circa l’impatto della palificazione lungo il Lago di Caldonazzo. Una palificazione a traliccio, come si usa, non comporta alcun evidente impatto qualora si abbia l’accortezza di scegliere una colorazione mimetica adatta, disponibile e relativamente poco costosa. Basta semplicemente dare un’occhiata al vicino Sudtirolo, ai cui confini la colorazione dei pali passa dal grigio zinco al verde (che siano da sempre più attenti alla tutela del paesaggio lassù?), per poi ripassare al grigio cemento al confine del Brennero, in Tirolo, dove evidentemente la molla dei costi, per quanto inconsistente, torna a prevalere. Oltre l’Austria, in Baviera, le palificazioni, anche della rete elettrica civile, sono prevalentemente verdi.

Il Comitato Mobilità Sostenibile Trentino ritiene che il vero potenziamento della linea ferroviaria della Valsugana (raddoppio dei binari, completa elettrificazione, idoneità al trasporto delle merci tra il Veneto e il Corridoio Scandinavo Mediterraneo etc.) da progettare e realizzare nel medio/lungo periodo possa essere la soluzione definitiva agli endemici problemi dell’attuale linea della Valsugana.

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.