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Il dopo ha finalmente un inizio

Ma non tutto ciò che sembra, è: la scuola è cambiata, le regole e le persone con essa

Caterina Spedicati

Il prima, il durante e il dopo sono tempi che in svariati contesti assumono diverse forme e sfumature. I ricordi prima del lockdown, sono diversi da quelli durante e dopo la quarantena. Il prima che scoppiasse la pandemia è ovattato, il durante è doloroso e il dopo ha finalmente un inizio: la scuola. La scuola è un ricordo, un fatto che accomuna il primo tempo, che si interrompe nel mezzo, e che ora riparte. Quando tutto è ricominciato, il 14 settembre, ci è sembrato che nulla del virus fosse mai esistito: il prima era tornato. Ma non tutto ciò che sembra, è: la scuola è cambiata, le regole e le persone con essa. Nelle sue modifiche, la scuola è una realtà molto semplice da delineare, seppur molto importante. È cambiata adeguandosi alle regole che la circondano, le stesse che conducevano la nostra vita durante la pandemia, ed è spesso un bene che si sia modificata solo in questo, un bene per noi studenti e per i nostri ricordi legati ad essa. È la stessa scuola dell’anno scorso, stesse mura, stesse materie, solo con guanti, disinfettante e mascherine. E queste sono alcune delle norme, quelle che insieme alla responsabilità ci permettono di andare avanti, di non temere, e in un certo senso di sentirci al sicuro. Non avremmo potuto fare di meglio adottando queste modifiche alla nostra vita, e neanche riaprendo le scuole perseverando in esse. Perciò, regole e scuola proseguono di pari passo per il benessere del singolo e di tutti noi.

Ma se si pensa agli individui, affiorano due pensieri. Le persone sono cambiate insieme ai loro comportamenti, durante il lockdown (che poi ne è la causa). Vi sono persone e ragazzi che non ricordavano il prima quando ancora si andava a scuola, altri che si intristivano a ricordare, e chi traeva dai ricordi forza per costruirne altri. Alcuni come me, sono rimasti al prima seppur vivendo chiusi nel durante, altri si sono persi nella quarantena senza pensare al passato. Ed è ora che la scuola funge da àncora e da aiuto, come ha sempre fatto. Nell’edificio scolastico non ci sono più i Cambiati e gli Immutati: solo studenti e insegnanti che vivono l’oggi. È come se varcato il cancello si pensasse solo alla verifica della giornata, agli amici, o all’interrogazione o a un buon voto, e non alla mascherina che costantemente ci ritroviamo sul naso. È tutto quasi come l’anno scorso. Ed è anche per questo che secondo me la scuola è fondamentale: come ponte con il prima.

Quindi il dopo che stiamo vivendo ha tre concetti, e ognuno è legato all’altro: le regole, la scuola e le persone. Ma, come ormai sarà chiaro, la scuola sorregge gli individui, e le norme li proteggono. Se siamo tornati, il ricordo della pandemia dev’essere una spinta per impegnarci a rimanere.

Caterina Spedicati, II media, Rovereto

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