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“Albrecht Dürer, la Collezione Remondini”

Albrecht Dürer sommo incisore, Bassano, Palazzo Sturm, fino al 30 settembre.

Dürer, San Girolamo nello studio

A Bassano del Grappa è in corso un’importante mostra, aperta a Palazzo Sturm, dedicata alle stampe di Albrecht Dürer, il maggiore degli artisti tedeschi (Norimberga, 1471-1528). Pittore, incisore e disegnatore sommo, ma anche teorico dell’arte, come si sa Dürer è in relazione col nostro territorio non solo per le tre celebri vedute di Trento, per quella magnifica di Arco e per altre della valle di Cembra, ma anche per l’influsso che le sue opere grafiche esercitarono sui dipinti realizzati nel corso del Cinquecento in quest’area, così vicina al mondo tedesco.

Questo tema è stato da me trattato in un saggio in occasione di un convegno di qualche anno fa (“Dürerweg. Artisti in viaggio tra Germania e Italia da Dürer a Canova”, Trento 2015, a cura di Roberto Pancheri).

In tal senso va ricordato in primo luogo l’utilizzo fedele delle sue stampe, ben diciassette, per la realizzazione, sembra verso il 1538, del grande ciclo di dipinti murali all’interno della chiesa-santuario di Baselga di Bresimo, che narrano la vita e soprattutto la Passione di Gesù Cristo.

Dürer, Melencolia I

Tornando alla mostra bassanese, va subito detto che rappresenta un’occasione preziosa (e molto rara) per ammirare in una sorta di visione panoramica gran parte della produzione incisoria dell’artista: sono esposte a Palazzo Sturm 214 stampe, di cui 123 xilografie e 91 calcografie, che nel 1849 entrarono a far parte del patrimonio cittadino, e quindi del Museo Civico, grazie alla donazione di Giambattista Remondini. Questo prestigioso corpus grafico faceva parte della collezione dei Remondini, di circa 8.500 stampe messe insieme dalla nota dinastia di editori e stampatori bassanesi. E’ fra le maggiori raccolte di incisioni del maestro tedesco, seconda solo a quella della Graphische Sammlung Albertina a Vienna; e proprio a Vienna, nel corso dell’autunno, si aprirà un’ampia esposizione di disegni del Dürer, che da sola rappresenterà un buon motivo per un viaggio in quella capitale.

Mostra e catalogo sono stati curati dalla direttrice dei Musei bassanesi Chiara Casarin insieme a specialisti come Bernard Aikema, Giovanni Maria Fara e Andrea Polati. Sono presenti molti dei capolavori, fra cui i tre Meisterstiche, incisioni a bulino di una densità di pensiero e di una finezza tecnica ineguagliabili: il Cavaliere, La Morte e il Diavolo (1513), San Girolamo nello studio (1514) e la Melencolia I (1514). A bulino, quindi con l’incisione del disegno utilizzando una punta metallica su una matrice costituita da una lastra di rame, sono realizzate anche altre immagini indimenticabili, come il Ritratto di Erasmo da Rotterdam (1526), la Nemesi (detta anche La grande Fortuna), del 1501-02 ; quest’ultima raffigura in basso una fedele veduta di Klausen/Chiusa nella Valle dell’Isarco, testimonianza del passaggio dell’artista in occasione del primo viaggio in Italia), le Quattro donne nude (opera giovanile datata 1491) e il Piccolo cavallo (1505).

Dürer, Il rinoceronte

Mirabile poi è la celebre serie di grandi stampe xilografiche, visionarie e piene di fuoco, denominate nel frontespizio Apocalipsis cum figuris, dedicate all’illustrazione dell’ultimo libro della Bibbia: uno dei vertici espressivi dell’arte xilografica di ogni tempo. Ma vanno anche menzionate almeno la Grande Passione e la Piccola Passione, con “L’Uomo dei dolori” nel frontespizio; proprio quest’ultima venne presa a modello per i dipinti nella chiesa di Bresimo, di cui si è detto.

Come scriveva Erwin Panofsky nella monografia sul maestro di Norimberga, “benché famoso come pittore, divenne una figura internazionale solo per le sue doti di incisore e xilografo (…) Le sue stampe per più di un secolo costituirono il canone della perfezione grafica e servirono da modelli per infinite altre stampe, come pure per dipinti, sculture, smalti, arazzi, placche e porcellane, non solo in Italia, ma anche in Francia, nei Paesi Bassi, in Russia e in Spagna”.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo di grandi dimensioni che consente la riproduzione eccellente di tutte le stampe esposte, anche delle più grandi. Tre saggi brevi ed efficaci sono posti a introduzione, uno dei quali dedicato alla straordinaria immagine del Rinoceronte, stampa utilizzata come icona della mostra.

Da non perdere.

* * *

L’esposizione è aperta tutti i giorni, anche festivi, tranne i martedì non festivi, dalle 10 alle 19.

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