Il secondo sciopero
Friday For Future: la manifestazione del 24 maggio ha visto lo stesso entusiasmo e un ampliamento delle tematiche. Unica nota negativa: la scarsa presenza di adulti.
Al secondo appuntamento di Friday For Future per protestare contro il poco, troppo poco, che si sta facendo per contrastare il cambiamento climatico l’entusiasmo dei partecipanti non è calato. Il loro numero invece sì, anche se non a livelli tali da destare preoccupazioni tra gli organizzatori della manifestazione. Non si sono solo presentati meno giovani studenti, ma sono sostanzialmente scomparsi gli adulti. Il calo era stato previsto, un fatto in parte quasi inevitabile, considerando che il primo sciopero, a marzo, era nato sull’onda dell’effetto Greta, in quel momento al centro di un’attenzione mediatica enorme. Ne parliamo con Valentina, studentessa universitaria, referente stampa del movimento a livello locale ed una dei due rappresentanti di FFF-Trento a livello nazionale, che ci conferma che, nei giorni scorsi, la forte diminuzione di contatti (gli ormai noti “like”) sui social, rispetto a quanto era accaduto nella precedente occasione, aveva fatto capire che un calo di partecipanti ci sarebbe stato.
Di qui la decisione di trovare il modo di fare accendere comunque i riflettori sulla giornata “alzando il tiro ed inserendo un evento in apparenza imprevisto”. Ed il tiro è stato effettivamente alzato mirando - sia chiaro, solo verbalmente - direttamente al petto del presidente Fugatti.
È così che il corteo, giunto all’altezza in cui via Torre Vanga si affaccia sui giardini di piazza Dante, ha abbandonato la sede stradale, vistosamente sorprendendo le forze dell’ordine che lo accompagnavano, ed ha attraversato in diagonale i giardini, fermandosi di fronte al palazzo della Regione.
A quel punto dall’altoparlante che aveva fin lì scandito i vari e colorati slogan, tipici di ogni manifestazione giovanile, è uscito un messaggio forte e chiaro, riassumibile in: “Fugatti, sei un burocrate e delle tue belle parole di vicinanza non sappiamo cosa farcene. Non è costruendo la Valdastico che mostri di avere capito cosa vogliamo noi. Questo giorno è nostro, solo nostro, come solo nostri saranno i giorni futuri”. Chi avesse avuto qualche dubbio di poter utilizzare o manipolare questo movimento, è servito.
Ascoltando i messaggi lanciati nel prosieguo della marcia attorno alla città si è poi capito che molti altri temi sono stati messi a fuoco nel lavoro svolto tra l’evento di marzo e quello di maggio. Non solo l’opposizione alla Valdastico, quindi, ma anche temi in apparenza lontani dalle problematiche più note e già sentite (sprechi alimentari, raccolta dei rifiuti, abbandono dell’utilizzo della plastica, sistema dei trasporti pubblici), per spaziare su questioni economiche e sociali più generali, quali capitalismo e razzismo, incluso quello che più ci ha sorpreso in senso positivo: “Il cambiamento climatico ed il fenomeno migratorio vanno affrontati assieme”.
Non è una considerazione da poco e fa bene sperare sulla capacità di analisi di questi giovani.
Con Valentina, che al termine della manifestazione ha gentilmente accettato di farsi intervistare, abbiamo approfondito alcuni altri aspetti.
Come ha reagito il movimento FFF alle critiche che da alcuni settori sono state rivolte a Greta?
Era facilmente prevedibile che ci sarebbero state persone pronte a tentare di boicottare e screditare un movimento che mette in discussione una serie di interessi economici e di consuetudini. Il grande merito di Greta è quello di avere svolto la funzione di catalizzatrice verso qualcosa che era pronto ad emergere. Il fatto che ci sia chi sostiene che dietro di lei vi sia un team di supporto o che i suoi discorsi siano scritti da altri non cambia in nulla la sostanza del problema, si tratta di attacchi pretestuosi; il problema del clima esiste indipendentemente da Greta ed è un problema enorme.
Sarete presenti al prossimo Festival dell’Economia?
Saremo a OltrEconomia Festival, l’evento che si terrà dal 29 maggio al 2 giugnow, per il sesto anno, in parallelo al Festival dell’Economia, nei Giardini Santa Chiara, con il significativo titolo “Terre di Disobbedienza”. Per noi è un passaggio molto importante che servirà anche a farci conoscere meglio in ambiti diversi da quelli che abbiamo avvicinato finora. E un po’ di pubblicità sarà utile. In questa fase sono fondamentali per noi sia la sensibilizzazione, sia l’informazione. Stiamo toccando temi molto complessi e anche all’interno del nostro movimento non tutti sono bene informati e conoscono i vari argomenti che abbiamo individuato e trattato, attraverso una serie di incontri e di serate, e che in parte dobbiamo ancora individuare.
Quali i prossimi passi previsti ?
Ci attendono due importanti momenti, entrambi dopo l’estate. A settembre è previsto un nuovo incontro dei rappresentanti delle varie realtà locali in cui cercheremo di mettere a fuoco la lista dei punti concreti su cui concentrare la nostra battaglia ed inoltre ci auguriamo di riuscire a strutturarci. Sempre a settembre è poi previsto il terzo sciopero per il clima. Questa volta, avendo più tempo a disposizione, contiamo di riuscire a fare un bel lavoro preparatorio e ad avere quindi moltissime adesioni.
Qualche altra novità in arrivo?
Sì, tra i nostri obiettivi a livello nazionale c’è quello di ottenere che il Governo italiano dichiari lo stato di emergenza climatica.