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QT n. 10, ottobre 2015 Trentagiorni

Il “lusso” alle Viote? Un costoso naufragio

Nel numero di dicembre (Turismo fra vecchio e nuovo) richiamavamo lo sconcertante caso del mega-resort “di lusso” che Patrimonio del Trentino aveva progettato al posto delle attuali - pregevoli - casermette austroungariche alle Viote, in Bondone. Progetto devastante (83.200 metri cubi di vetrocemento al posto degli attuali 35.400 in un’oasi verde) e strategicamente preoccupante: come si fa, così, sui due piedi, ad abbandonare le Viote, area naturalistica, per inventarsi delle Viote per ricconi?

Il progetto del lussuoso residence alle Viote del Bondone

La cosa, più che ardita, è strampalata, al limite della demenza: la vagheggiata clientela di straricchi, di cui l’esempio più eclatante sarebbero i debordanti mafiosi russi, che c’entra con un posto come il Bondone, discreto, per famigliole, senza night e boutique, nessuna possibilità di vita mondana?

E ancor più che c’entra con le Viote, oasi naturalistica persa nel silenzio, dove al riccastro verrebbe subito l’esaurimento nervoso?

Insomma, prima ancora che uno sfregio, il progetto è una solenne scemenza.

Bene, Patrimonio del Trentino, questa scemenza è andata a presentarla a Mosca (ti pareva!), a Cannes (certo, tra star e magnati) e ancora - risponde l’assessore Gilmozzi a un’interrogazione del consigliere del PD Mattia Civico - alle fiere di Monaco e Milano. Ricevendo in cambio sonore pernacchie, o - come scrive Gilmozzi - “riscontrando difficoltà a trovare, in questo particolare momento economico (cioè, tutta colpa della crisi, naturalmente) partner che potessero finanziare l’investimento, per il quale era previsto un 60% di leva finanziaria”. Cioè nessuno ha filato il progetto, nonostante il generosissimo contributo che la Provincia era disposta a concedere. Bene. Ma fino a un certo punto.

Perché Civico chiede, e Gilmozzi a denti stretti conferma, che per redigere la scemenza e andarla a presentare in giro, Patrimonio del Trentino ha speso ben 187.836 euro.

La spesa sostenuta - ci dichiara Gilmozzi - è ritenuta congrua alla luce della tipologia qualitativa del progetto presentato e soprattutto per la veste internazionale che allo stesso è stata data”.

E via con altre che vorrebbero essere parolone: “operatori ed investitori stranieri con particolari attenzione ai grandi brand del mercato”; ci si è rivolti “a società internazionali al fine di meglio sviluppare il concept” e via andare.

Insomma, da perfetti provinciali, si sono buttati via quasi 200.000 euro per farsi rifilare una sciocchezza che non sta né in cielo né in terra, e poi finanziare grotteschi giri di propaganda alla ricerca dell’ “investitore internazionale” fuori di testa, mafioso russo, magnate arabo ecc, che trapiantassero “il lusso” alle Viote.

Si potrebbe concludere che si conferma, ancora una volta, come certi progetti devastanti non abbiano in realtà nemmeno le basi economiche su cui reggersi. Ma sarebbe prendere questi protagonisti troppo sul serio. Purtroppo si conferma, invece, non solo l’assenza di strategia, ma il vuoto spinto di cultura che alberga nell’attuale Giunta provinciale.