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Grillo ringrazia

Recentemente, la deliziosa Geppi Cucciari, nel corso del suo “GDay” su La7, ha trasmesso un video, tratto dal sito (o Blog, o Facebook...) di Roberto Formigoni in cui il presidente lombardo si esibisce in alcuni numeri di irresistibile giovanilismo.

È ben vero, sono pochi i politici capaci di offrirsi con altrettanto ridicolo esibizionismo; molti di più quelli che, soprattutto in occasione di campagne elettorali, oltre a vantare i propri valori - cristallini quanto indimostrabili - ci raccontano di sé le cose più frivole e inutili, nell’accorato intento di apparire umani. Personalmente, per valutare un candidato, mi è più utile sapere l’entità del suo patrimonio, che non conoscerne gli hobby o le malattie che ha avuto da bimbo. La ricchezza, di per sé, non mi dice molto, ma sapere - ad esempio - che uno fa collezione di ville e di suv, mi svela parecchio sul suo stile di vita, sul retroterra culturale, sui valori effettivamente vissuti. Al di là di come abbia accumulato tanti denari. È buona cosa, dunque, che in Trentino si sia stabilito l’obbligo, per i consiglieri provinciali, di fornire annualmente informazioni su reddito e proprietà. Quest’anno, però, ben tre consiglieri si sono rifiutati - non dimenticati - di farlo. Vediamo chi e perché.

Nerio Giovanazzi

Nerio Giovanazzi - glielo riconosciamo - è il solo che abbia almeno tentato di motivare in maniera comprensibile la propria omissione: “La mia - spiega - è una reazione a quanto successo l’anno scorso, quando su un quotidiano sono state riportate notizie infondate che hanno danneggiato la mia immagine”. Si riferisce a un’acquisizione immobiliare, frutto di eredità, che invece il giornale presentava come “shopping immobiliare”, che comunque non avrebbe rappresentato un reato.

Pino Morandini

Assolutamente fumosi gli altri due. Pino Morandini usa lo stesso argomento di Giovanazzi, ma in termini enigmatici e assolutamente poco convincenti: “In questi ultimi anni ho dovuto tollerare commenti non obiettivi sul mio conto. Oggi difendo la dignità mia e della mia famiglia”. Quasi che, rivelando quanto possiede, deturpasse la propria immagine pubblica. È mai possibile?

Claudio Eccher

Claudio Eccher, invece, è lapidario: “In questa fase c’è un’attenzione fortissima su questi argomenti, il che crea un certo disagio”. Probabile traduzione: con la miseria che c’è in giro, meglio non far sapere di avere molti soldi.

Diremo, a parziale attenuazione del nostro giudizio negativo, che la ritrosia dimostrata da questi tre signori, mentre è politicamente suicida, ha comunque un piccolo aspetto positivo: il (cristiano?) pudore di apparire benestanti in un momento di generale difficoltà. Ciò non toglie che sia assolutamente legittima la domanda di un lettore dell’Adige: “Ma cos’hanno da nascondere questi tre?”

In ogni caso, il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti si è reso conto dell’inopportunità della cosa ed ha subito annunciato che si dovrà cambiare il regolamento, prevedendo una sanzione (una decurtazione dell’indennità, o l’esclusione per un certo periodo dall’attività del Consiglio) per quei consiglieri che in futuro dovessero nascondere redditi e patrimonio. E i colleghi di Giovanazzi, Eccher e Morandini sembrano su questa stessa linea.

Staremo a vedere.