Come la casta premia l’eccellenza
Fa sempre piacere incontrare vecchie conoscenze, personaggi che avresti dato per scomparsi e invece no, eccoli lì, belli come un tempo e sempre in forma. E così, qualche settimana fa, e precisamente il 2 febbraio, un volto conosciuto appare sugli schermi delle televisioni sintonizzate su La7, mentre va in onda la puntata del programma “Gli intoccabili”. Si tratta di un pezzo di Trentino che la stessa Provincia ha pensato di esportare nel resto d’Italia, nominandolo membro del consiglio di amministrazione dell’aeroporto di Montichiari (Brescia). Parliamo di Pierluigi Angeli, una carriera lunga 24 anni nei meandri della politica trentina, anche ai massimi vertici: presidente della Giunta Provinciale negli anni ‘80 e poi a capo della Federazione delle Cooperative. Per capire cosa c’entri Pierluigi in quel Cda, bisogna prima sapere che l’aeroporto è di proprietà di un altro aeroporto, il Valerio Catullo di Villafranca (Verona), e che quest’ultimo è controllato dalle provincie di Brescia, Verona e, ovviamente, Trento, che come vicepresidente, vi ha insediato appunto Angeli.
Il nostro, con il viso rilassato di un signore in pensione, tenta di spiegare all’impavido giornalista i motivi per i quali un aeroporto come quello di Montichiari rimanga aperto nonostante non vi atterri un aereo da un bel po’, e registri perdite pari a 5 milioni annui. Insomma, nell’aeroporto non c’è anima viva e il buonsenso suggerirebbe di chiuderlo definitivamente, oppure di ripensarne l’utilizzo o chissà.
Il buon Pierluigi, tuttavia, ha in mente una strategia di rilancio ben precisa e migliore delle nostre ingenue intuizioni, e la confessa ai microfoni di La7. Per rilanciare Montichiari “bisogna puntare sugli aerei cargo”. Okay, ma Montichiari è un aeroporto passeggeri, con le sue sale d’aspetto linde e vuote, i check-in, i bar, i servizi, la dogana, tutto nuovo, tutto vuoto: in attesa di passeggeri. E quelli come li attiri se fai atterrare e decollare solo aerei merci?
Quando il giornalista Emanuele Bellano, pone questa perplessità, Angeli non si tira indietro, e rivela profonde conoscenze in tema di aeroporti, di economia, e di un po’ tutto il resto: “Il cargo ti porta anche il passeggero”. Se degli operai lavorano in una fabbrica all’estero, e la loro merce viene spedita a Brescia, facile che “la gente si chieda, insomma, ma sta Italia che cosa è? Dove è? Mica sanno dov’è l’Italia e Brescia. L’operaio di una ditta, si può chiedere dove va quello che produce. Dopodiché, il passeggero può darsi sappia che esiste Brescia e l’Italia e magari viene qua”.
Il ragionamento non fa una piega: l’operaio cinese produce una merce, viene a sapere che la spediranno a Brescia, e poi magari va a farci una vacanzina. D’altro canto, noi italiani, convinti (a torto) che la nostra esistenza sia nota ai più, magari non ci rendiamo conto che il mondo non è più quello di cinquant’anni fa. Che tutti sanno dov’è l’Italia, non è mica vero.
Il servizio, disponibile su www.la7.it/intoccabili, prosegue seguendo quello che è il leit motiv della trasmissione, cioè scovando gli sperperi vari perpetrati dalla classe politica. E così, dopo aver fatto i conti per benino nelle tasche di Angeli, tra lauti vitalizi e compensi per la gestione dell’aeroporto, il giornalista impiccione riesce addirittura a irritare il buon Pierluigi, il quale ritiene assolutamente adeguata la cifra che riceve (qualcosa che si aggira attorno ai 180 mila euro lordi all’anno), e non vuole che si dica che lui i soldi non se li merita. In fondo, ha competenze specifiche, lo hanno chiamato per dare una mano, dice, e lo fa capire con decisione allo sprovveduto intervistatore berciando le seguenti parole: “Le ho io tutte queste responsabilità! Io ho una storia alle spalle, a dimostrazione di quello che ho fatto. Mica tutti sono uguali, a questo mondo”.
Per fortuna, viene da dire.
Insomma, Pierluigi si ritiene così speciale da meritarsi, oltre ai vitalizi, anche consigli di amministrazione e vicepresidenze, naturalmente remunerati, perché ha “tutte queste responsabilità”. Ricordiamo allora come l’aeroporto Catullo abbia accumulato un buco multimilionario, parte del quale dovuto ad un accordo capestro firmato con Ryanair, in base al quale per ogni passeggero low cost che passa per Verona, l’aeroporto ci rimette un bel po’ di soldi, e questo per altri 5 anni. Richiesto di spiegazioni, il nostro Angeli, che del Catullo è il ben remunerato vicepresidente, ha candidamente affermato: “L’accordo mi è stato sottoposto, già firmato, solo il giorno in cui dovevamo approvarlo”.
Grande prova di “responsabilità”. Dovremmo aumentargli lo stipendio.