Uno scandalo dalle Giudicarie
L’ennesimo concorso riservato ai soliti noti. Nessun altro, per quanto bravo, pretenda di inserirsi.
La vicenda che andiamo a raccontare, in sé non avrebbe nulla di particolarmente significativo in un paese come l’Italia, dove, in tema di irregolarità nei concorsi pubblici, accade di tutto. Vantiamo un’ampia letteratura, con interi ambiti universitari dove esistono vicende che dire sfacciate è un eufemismo: graduatorie concorsuali stilate ad hoc, familismo, favoritismi spudorati nei confronti di figli propri, di colleghi, amici, o parenti.
È la foto strappata di un paese di belle speranze e di gioventù tradita, che anche in Trentino paga il suo incestuoso tributo alla decadenza; ma la valle del Chiese paga un tributo ancora più alto, perché storicamente penalizzata da mancanza di lavoro, emigrazione e politici padri- padroni che non mollano mai.
Storia di endemica precarietà
La valle del Chiese e le Giudicarie hanno pagato il tributo più alto e forse più doloroso, all’emigrazione trentina, sia quella seguita alla grande guerra, che quella originata dall’ultimo conflitto mondiale. Alex Marini da Darzo, classe 1977, con l’imprinting da “cinghen” (zingaro in dialetto darzese) dapprima per motivi di studio e poi per genetica propensione a guardare il mondo da altre latitudini, fugge per molto tempo all’estero: Spagna, Belgio, Australia, America Latina, Nuova Zelanda, Stati Uniti, sperimentando ambiti professionali diversi. Impara tre lingue straniere e dopo la laurea conseguita all’interno del vecchio ordinamento in Sociologia a Trento, indirizzo “Territorio e Ambiente” e una tesi su “Questione energetica e consapevolezza sociale”, cerca il proprio centro di gravità permanente, sopra o sotto l’equatore non importa, con un master tra il Messico e Ferrara sullo sviluppo urbano, e seguendo dei corsi in Australia, all’Institute for Sustainability and Tecnology Policy (Murdoch University), continuando ad accarezzare l’idea di poter mettere a frutto il suo bagaglio di conoscenze in campo ambientale.
Nella sua terra, quando vi torna, trova solo lavori saltuari, anche di buon livello ma precari, ma è principalmente la voglia di conoscere che predomina in lui. E quindi parte e per le vacanze ritorna, ed ancora riparte, in un altalenante inanellarsi di esperienze di lavoro, di vita e di studio. Nel frattempo, nel 2009, si fidanza all’estero e comincia a pensare ad una famiglia, al suo Trentino, insomma è voglia di focolare, di stabilità lavorativa, che va di pari passo con un evento inatteso: un bimbo in arrivo.
Tramite un parente viene a sapere che a Condino, a due passi da casa sua, viene indetto un concorso per un posto da impiegato a tempo determinato (un anno), trasformabile in indeterminato, all’E.s.co Bim, la società in house del Bim del Chiese. Ma se più o meno tutti in Trentino sappiamo cosa sono i Bim (bacini imbriferi montani), capire che roba è l’E.s.co Bim è impresa ardua. Cercando e ricercando, di questa E.s.co Bim, che peraltro opera nella stessa sede del Bim ed usufruisce degli stessi uffici, poco si apprende e quasi nulla si comprende. Per non parlare delle motivazioni per le quali un Consorzio di Comuni debba possedere una società in house. Un aiutino arriva dal fatto che il presidente è un certo signor Vigilio Nicolini. Ah ecco... adesso si, adesso si capisce, è ancora lui. Ma lui chi? Non sarà mica quell’antico assessore provinciale condannato nella tangentopoli trentina del 1993? Ma sì la vicenda della Democrazia Cristiana trentina, delle tangenti, di un libretto al portatore con nomi di fantasia, di un progetto per una fantomatica monorotaia a Campglio. Eh già, a volte ritornano.
Ma tant’è. L’avviso di selezione viene pubblicato il 7 marzo 2011, le iscrizioni al concorso devono arrivare entro le 12.00 del 1° aprile successivo (data davvero profetica per un pesce d’aprile in salsa giudicariese). Alex presenta la sua candidatura, visto che possiede, come recita il bando, il diploma di ragioniere e perito, la laurea, per giunta con tesi sull’energia e ha lavorato pure in banca. Nel frattempo si sposa e per cinque lunghi mesi attende con ansia una notizia su quel benedetto concorso che sembra non arrivare mai.
Siamo quasi a ferragosto, il 12 agosto, quando Alex ha ormai perso le speranze e inaspettata arriva la lettera di invito alla prova scritta che si terrà il 22 agosto. Un concorso a ferragosto? Con soli 10 giorni di tempo per studiare: elementi di matematica, statistica, diritto commerciale, diritto privato, contabilità generale e industriale, tecnica bancaria, gestione delle scorte di magazzino, procedure di fatturazione, normativa IVA, contabilità analitica, gestione burocratica relativa alla produzione di energia elettrica.
Su 22 candidati se ne presentano 8, gli esami sono affidati alla società Formazione e Lavoro a.r.l. di Trento, e al termine della prova viene fissata la data per il colloquio, il 30 agosto 2011 e vengono organizzati gli orari di convocazione dei candidati. Durante la prova orale Alex viene a sapere di essere stato l’unico ad aver risposto a tutte le domande proposte e il responsabile dell’area tecnica Giuliano Panellati si complimenta con lui. Al termine del colloquio, prima del congedo, agli esaminandi viene chiesto di sottoporsi ad un ulteriore test attitudinale e i componenti della commissione valutatrice assicurano che provvederanno rapidamente a compilare i profili dei candidati, dandone “pronta comunicazione alla società richiedente”.
Il porto delle nebbie
Da questo momento in poi si alza una nebbia “padana” e per Alex inizia l’estenuante calvario nel tentativo di conoscere gli esiti. Telefonate con risposte evasive da parte degli impiegati, e-mail che tornano indietro perché occorre usare la pec del Bim, ma sul sito la pec non c’è. Alex è fuori di sé: è possibile che dal 30 agosto al 18 ottobre nulla si possa sapere di quel concorso? Mentre spedisce la raccomandata con ricevuta di ritorno, prende appuntamento con il Difensore Civico (DC), dott. Raffaello Sampaolesi, perché oltre a tutte le stranezze anteriori alle prove, ora si aggiungono le stranezze post. Ed arriva alla conclusione che qualcosa proprio non torna. Il 27 ottobre l’Ufficio del Difensore Civico, dopo aver esaminato la vicenda, scrive una prima nota a Vigilio Nicolini in qualità di presidente della E.s.co. Bim del Chiese, lamentando la farraginosità della procedura di assunzione e chiedendo di acquisire gli atti.
Il 16 novembre viene pubblicata la graduatoria della selezione sul sito del Bim, con il risultato del colloquio, che peraltro verteva sull’approfondimento delle domande proposte negli scritti, più il test psico-attitudinale. Alex è annichilito, la sua valutazione è crollata inspiegabilmente, invertendo l’ordine del risultato conseguito agli scritti. Va alla sede Bim, chiede copia del suo profilo personale, ma non gli viene rilasciata. Allora scrive al Bim, mettendo in copia il Difensore Civico e un consigliere di Amministrazione del Bim stesso, chiedendo il suo profilo e la comunicazione dei criteri adottati per definire la graduatoria finale della selezione, in particolare la valutazione del colloquio psico-attitudinale. Chiede anche un colloquio con il responsabile di tale procedimento amministrativo. Tre giorni dopo il presidente Nicolini risponde che gli verrà inviato il suo profilo e che manderà al Difensore Civico la documentazione richiesta.
Da notare le date: siamo al 25 novembre ed Alex non ottiene nulla, se non forzando la mano e rivolgendosi al Difensore Civico, né risposte, né la documentazione richiesta, mentre è un suo preciso diritto poterla visionare.
Intanto l’ufficio del DC cerca di stringere e chiede documentazione dettagliata sulla prova del 30 agosto e sui criteri di valutazione, ma i tempi si allungano e Nicolini chiede un appuntamento al dottor Sampaolesi alla presenza del suo legale.
Il “trucco” c’era e si vedeva
Il 19 gennaio 2012, dopo tutto un gran penare di richieste avanzate e risposte non arrivate, o date a metà, la chiusura dell’istruttoria da parte del Difensore Civico arriva ed è chiara: il concorso è stato indetto con pochi giorni per permettere ai candidati di prepararsi adeguatamente e per di più sotto ferragosto, tanto che su 22 candidati se ne erano presentati solo 8. Le materie furono comunicate “in extremis” e questo non è condivisibile. Ulteriore vizio della procedura consiste nel fatto che “nei verbali datati e sottoscritti non emergono i criteri di valutazione delle esperienze” (che per Alex avrebbero dovuto essere alti). “L’agenzia formazione lavoro produce invero, a seguito dell’ultimo intervento di questo Ufficio, la griglia che contiene i criteri: tale documento, per come è formulato (al futuro), sembra essere anteriore alla valutazione dei candidati. Un atto informale dunque, che emerge assai tardivamente”).
“Dagli atti - conclude il DC - emerge che i criteri di valutazione dei titoli esperienziali hanno assunto ufficialità solo all’esito delle prove orali, quando i nomi dei candidati e le relative votazioni erano conosciuti e non - come obbiettività ed imparzialità avrebbero voluto - prima della correzione delle prove scritte, o quantomeno prima di procedere all’abbinamento dei voti con i nominativi dei concorrenti”.
Voi come lo chiamate un concorso dove i criteri di valutazione si fissano dopo le prove?
Il 19 gennaio il dottor Sampaolesi scrive un’altra lettera, questa volta ad Alex, consigliandogli “un ricorso straordinario - niente meno che - al Capo dello Stato”.
Alex potrebbe fare ricorso al Tar, ma non lo farà, perché è costoso e perché non vuole più nemmeno pensare di lavorare nelle Giudicarie. La sua dolce metà ha perso il bimbo. Ora Alex vuole solo che tutti sappiano che questa è la realtà di chi è preparato, laureato, ha esperienze in mezzo mondo, parla e scrive correttamente in tre lingue ed è disposto a fare un lavoretto da impiegato alle estreme propaggini dell’Impero, ma non ha santi in Paradiso.
Altro che quella melassa stomachevole sul futuro dei giovani, con la quale ogni giorno ci si riempie la bocca!