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Geopolitica e crimine organizzato

Sud-est europeo: finalmente democrazia e libero mercato, ma anche traffico di esseri umani ed altre attività criminali.

Velvet De Santa

La recente storia del Sud Est Europa (Albania, ex Jugoslavia, Bulgaria, Moldavia, Polonia, Cechia, Slovacchia, Romania, Turchia e Ungheria) è stata caratterizzata da profondi mutamenti. Molti dei Paesi che ne fanno parte hanno cambiato orientamento politico, passando dal comunismo (più o meno radicale) alla democrazia in un breve lasso di tempo.

Questo cambiamento politico ha portato con sé anche uno stravolgimento del sistema economico, in quanto si è abbandonato l’approccio di pianificazione statale per lasciare più spazio all’iniziativa privata. Questa apertura politica ed economica, insieme allo sviluppo delle tecnologie, ha reso più permeabili i confini statali e più veloci le comunicazioni e i trasporti. Di conseguenza, gli attori economici dei Paesi del Sud Est Europa hanno potuto espandere le loro attività imprenditoriali all’estero e gli imprenditori stranieri hanno potuto allargare i loro affari ai nuovi mercati dell’Est. Il tutto in nome del profitto.

Gli anni successivi a queste "rivoluzioni" politico-economiche hanno mostrato che non sono stati solo gli imprenditori onesti ad approfittare delle opportunità di questo "mercato allargato", ma anche gli imprenditori criminali. Questi ultimi hanno sfruttato a proprio vantaggio i cambiamenti politico-economici per scopi illeciti, approfittando della debolezza delle istituzioni statali nei periodi di transizione. Di conseguenza, mentre le organizzazioni criminali del Sud Est Europa hanno potuto ampliare i loro affari fuori dalla loro tradizionale area d’influenza, gruppi criminali che operavano in Paesi esterni alla Regione hanno potuto stabilire delle basi operative anche al suo interno. Sempre nello spirito della massimizzazione del profitto, hanno iniziato a collaborare tra di loro, creando network con diramazioni capillari in più di uno Stato. Ciò ha favorito l’aumento dei crimini transnazionali, cioè di reati la cui esecuzione copre numerosi Paesi e che quindi spesso sono commessi in regime di collaborazione da più gruppi criminali.

Un esempio di questi reati è il traffico di esseri umani. Ogni anno un gran numero di donne e bambini (175.000 secondo l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione) vengono trafficati dai Paesi del Sud Est Europa e dalle ex–repubbliche sovietiche. Paesi di destinazione: in moltissimi casi quelli dell’Unione Europea, inclusa l’Italia.

Un altro esempio è il traffico di automobili rubate. Secondo Europol, nell’Unione Europea viene rubato e presumibilmente trafficato un milione di automobili ogni anno. La direzione di questo traffico è contraria a quella precedente, in quanto parte da Ovest per dirigersi verso Est. Sono state scoperte ben tre rotte consolidate tramite le quali auto rubate nell’Unione Europea vengono portate in Bulgaria e Macedonia.

Riconoscendo la necessità di contrastare questi reati su
un piano più ampio di quello nazionale, varie organizzazioni ed iniziative internazionali hanno elaborato strategie mirate a promuovere la cooperazione tra corpi di polizia e giudici di Stati diversi nelle investigazioni.

Tra queste, il Patto di Stabilità per il Sud Est Europa, e in particolare la sua iniziativa contro il Crimine Organizzato (SPOC). SPOC fornisce supporto alla lotta al crimine organizzato agendo come facilitatore della cooperazione tra i Paesi del Sud Est Europa e i membri dell’Europa dei 15. In questo quadro, gli esperti dello SPOC hanno affidato a Transcrime l’elaborazione di una ricerca, finanziata dalla Provincia di Trento, dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino, focalizzata sull’importanza della cooperazione tra corpi di polizia e pubblici ministeri di Paesi diversi nelle investigazioni di reati transnazionali commessi da gruppi criminali organizzati. Lo scopo è quello di analizzare se e quanto i corpi di polizia ed i pubblici ministeri dei Paesi del Sud Est Europa cooperano tra loro e con i loro colleghi dell’Unione Europea.

Sulla base dell’analisi effettuata verranno proposti suggerimenti alle autorità dei Paesi del Sud Est Europa per migliorare - se necessario - tale cooperazione nell’ambito delle investigazioni, soprattutto in vista dello spostamento ad Est dei confini dell’Unione Europea. Come l’esperienza insegna, le organizzazioni criminali non esiteranno ad approfittare del nuovo mercato allargato per ampliare le loro attività nella nuova Europa. Questa sfida si può vincere esclusivamente tramite un efficace sistema di cooperazione tra corpi di polizia e magistrati che superi i confini geografici dei singoli Stati membri, ed operi su tutto il territorio della nuova Europa dei 25.

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