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Poveri: non solo stranieri

Franco Ianeselli

La Caritas ha sfatato il mito che la povertà tocca solo gli stranieri. Anche quest’anno ben il 30% delle richieste d’aiuto proviene da cittadini italiani, per lo più residenti in Trentino. E’ la prova che trentini ed extracomunitari, in modo sempre crescente, sono accomunati da identiche difficoltà, in primo luogo la precarietà del lavoro e la difficoltà a trovare casa a prezzi ragionevoli. Su questi ambiti la Provincia deve intervenire con politiche ad hoc. E deve farlo rapidamente.

Quello che più preoccupa è la consistenza del fenomeno e la sua natura. Come emerge dai dati della Caritas, ben il 52% delle persone che chiedono aiuto sono in affitto. Ciò significa che la locazione ha un costo sempre più insostenibile, che rischia di far sprofondare nella povertà le famiglie meno attrezzate economicamente.

C’è poi il tema della precarietà. I lavori saltuari rischiano di far oscillare le famiglie di italiani e stranieri tra benessere e indigenza. In questa situazione è difficile anche solo provare a modificare i consumi e gli stili di vita, perché quando finalmente una famiglia ha qualche soldo in tasca lo spende, magari male, nella speranza che l’impiego continui. Quando cessa, di colpo si precipita nella povertà.

La ricetta consiste in politiche di sostegno al reddito per chi non trova lavori stabili. Nella discussione sulla riforma del welfare la Cgil ha sostenuto la necessità di introdurre un reddito di cittadinanza. Ci aspettiamo che venga confermato, considerato che nei maggiori paesi europei è una realtà da anni. Ma la Provincia deve anche ridurre le tariffe di accesso ai servizi pubblici per favorire proprio le fasce più deboli e garantire loro una costanza di risorse economiche che purtroppo il mercato del lavoro oggi non offre più.

Franco Ianeselli, Cgil del Trentino