La riconferma di Favaretti
Nulla di sorprendente la riconferma di Favaretti e il regalo di 34.000 euro al Direttore Aziendale più pagato d’Italia! In tutte le altre regioni la riconferma di un direttore aziendale dipende dal rispetto del budget che l’assessorato stabilisce per ogni singola ASL. Ne deriva l’obbligo di un controllo della fuga di malati e della appropriatezza delle prestazioni. Nulla di tutto questo accade in Trentino. Se i malati fuggono fuori provincia le spese sono a carico dell’assessorato ossia del portafoglio dei trentini. Il budget viene più volte sfondato. Anche in questo caso ci pensa l’assessorato.
Il compito di gestire la sanità in Trentino è di una facilità non riscontrabile in altre regioni. La riconferma di Favaretti era e rimarrà ai cosiddetti obiettivi che l’assessorato alle politiche sanitarie assegna alla A.P.S.S.. Se Favaretti rispetta la maggioranza di questi obiettivi viene riconfermato e i suoi vergognosi emolumenti incrementati. Se si osservano gli obiettivi del 2005 si comprende come rispettarli è estremamente semplice. "Vivere meglio, vivere di più" (obiettivo n. 1), "assistenza ex art. 26 legge 833/1978" (obiettivo n.3); "consultorio per il singolo, la coppia e la famiglia" (obiettivo n.4); "assistenza domiciliare integrata" (obiettivo n.5): sono tutti compiti che qualsiasi medico senza essere un manager super pagato avrebbe rispettato.
L’istituzione della reumatologia e della odontostomatologia (obiettivi n. 9 e 10) sarebbero di competenza del Direttore del Personale. Si tratta di trovare spazi, bandire un concorso, nominare un direttore. Nulla di straordinario. La neurochirurgia è stata una presa in giro per i trentini, dato che i traumatizzati cranici devono sempre rivolgersi a Verona o Bolzano. I principali obiettivi che avrebbero migliorato la sanità trentina, ossia il recupero della mobilità passiva per assistenza ortopedica e i tempi di attesa non sono stati raggiunti.
Le conclusioni sono molto semplici: i trentini saranno costretti a sopportare il duo Favaretti-Andreolli andando incontro a profondi disagi perché obbligati ad andare fuori provincia per farsi curare, ad attendere tempi interminabili per l’esecuzione di esami per i quali devono spostarsi da un ospedale all’altro dell’azienda con enorme difficoltà.
Chi scrive gli obiettivi? E’ sufficiente leggere il linguaggio, non è certamente l’assessore né i suoi collaboratori. Non si è lontani dalla verità ritenendo che sia lo stesso Favaretti a scriverli. Così paghiamo di tasca nostra il manager superpagato che, non dovendo rispondere a nessuno dei problemi sanitari che nei prossimi anni riguarderanno i trentini, farà quel che vuole. Ha costruito un apparato burocratico superpagato di "veneti" e si divertirà a raccontarci della "qualità" infarcendo i suoi discorsi di termini inglesi.
Riconosciamo al dott. Favaretti una grande furbizia, ma nello stesso tempo esprimiamo la più profonda disistima per Andreolli e il suo predecessore Magnani che hanno consentito una situazione che costringe i trentini a essere becchi e bastonati: soffrono e pagano ed è in arrivo il ticket sul pronto soccorso, sulle ricette. E’ una vergogna!