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Ultime dalla Bolivia

Antonio Graziano

Evo Morales, primo presidente indigeno in America Latina, ha nazionalizzato le risorse energetiche del paese. E lo ha fatto senza mezze misure.

Il presidente boliviano Evo Morales.

Il decreto prevede che l’impresa statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (YPFB) controllerà, con il 50% più 1 le imprese Chaco S.A., Andina S.A., Transredes S.A., Petrobrás Bolivia Refinación S.A. e la Compañía Logística de Hidrocarburos de Bolivia S.A. In relazione al gas naturale, lo Stato controllerà l’82% delle azioni, lasciando alle imprese straniere il 18%.

In questo modo la Bolivia prende il controllo e la direzione della produzione, trasporto, raffinazione, deposito, distribuzione, commercializzazione e industrializzazione dei suoi idrocarburi. Ed intanto, Morales si assicura che l’esercito prenda il controllo dei 56 giacimenti di idrocarburi in tutto il paese. La Bolivia ha le seconde riserve di gas del continente e produce 40.000 barili di petrolio al giorno. La mobilitazione militare rappresenta un gesto simbolico, ma non di poco conto. Tra l’altro secondo il decreto, entro 180 giorni le imprese straniere dovranno sottometersi alle nuove contraddizioni contrattuali. L’alternativa sarà l’uscita dal paese.

Siamo davanti all’ultima mossa di Evo, che in meno di 100 giorni ha acconsentito a partecipare al nuovo gasdotto tra Uruguay, Paraguay e Bolivia (ossia la parte centrale di quello che sarà "l’anello energetico" chiesto dal Venezuela); ha aumentato il prezzo di vendita del gas all’Argentina; ha firmato l’Alba (Alternativa Bolivariana para las Américas, il trattato commerciale che si presenta come alternativa all’Alca ed al Tlc) con Venezuela e Cuba, ed infine ha nazionalizzato tutte le sue risorse idrocarburifere proprio come la legge prevedeva.

Da non dimenticare la Guerra dell’Acqua del Popolo di Cochabamba, che ha permesso che la multinazionale statunitense Bechtel abbandonasse, senza risarcimento, il contratto pluridecennale per la gestione dei servizi di acqua potabile nella città, che aveva causato l’incremento spropositato delle tariffe e la mancata fornitura del servizio ad una parte dei suoi abitanti, situati nella epriferia ed impossibilitati a pagarne le alte tariffe.

Intanto il decreto sugli idrocarburi suscita non poche emozioni. Da una parte, con la nuova norma, nelle casse della Bolivia entreranno all’anno circa 780 milioni di dollari, 320 milioni di dollari in più che serviranno per industrializzare e rendere efficiente l’impresa pubblica YPBF. Dall’altra imprese come la Betrobras Brasiliana, che da sola è responsabile della produzione del 25% del gas del paese, fanno sentire la loro voce nei rispettivi paesi di origine. Per questo, tra breve, il presidente Morales incontrerà i colleghi Chavez, Kirchner e Lula, per discutere sul futuro energetico del continente.

E intanto, l’America latina, impara a riappropiarsi delle sue risorse in nome della Madre Terra.