Il sindaco Pacher e l’inquinamento (2)
Il 28 gennaio scorso ho redatto una lettera aperta al sindaco di Trento sulle misure antinquinamento, che QT ha pubblicato integralmente il 12 febbraio, (Inquinamento: lettera aperta al sindaco Pacher).
Lo scopo della lettera aperta era di aprire un pubblico dibattito sulla legittimità costituzionale del provvedimento amministrativo assunto dal Primo Cittadino in materia di riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico della nostra città.
Con mia sorpresa, il locale Governatore, anziché accogliere il contraddittorio sul problema, che ha coinvolto (e coinvolge) intere categorie economiche, sociali, politiche e la cittadinanza tutta, ha ritenuto d’inviarmi una risposta scritta al mio indirizzo privato (sic!) che, in quanto a forma e contenuti, si presenta d’una modestia politica quasi disarmante.
Allego, di seguito, il testo della medesima con esplicita autorizzazione a renderla pubblica affinché la cittadinanza possa trarre le giuste conclusioni sul modo di amministrare del nostro Sindaco.
Fulvio Flammini, Sindacalista CGIL-Trasporti di Trento
Risposta
Facciamo del nostro meglio
Egregio Signore, rispondo alla sua lettera in forma diretta, e quindi senza evidenza pubblica, nella convinzione che quanto da Lei asserito sia frutto di scarsa informazione e, almeno in parte, pregiudizio.
Come Lei dovrebbe sapere, i provvedimenti adottati nelle scorse settimane per fare fronte all’inquinamento atmosferico da pm 10, derivano da una disposizione provinciale scaturita da un tavolo di lavoro che ha raccolto il contributo di circa 30 comuni del Trentino, della PAT, dell’APPA (Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente). Ciò nella convinzione che una fattispecie così complessa come la presenza delle pm 10 richieda interventi di sistema che non possono essere limitati ad una singola area geografica amministrativa, ma debbano essere estesi ad ambiti grandi. Difatti, in molte realtà, vi sono leggi regionali che cercano di creare un effetto, appunto, di sistema.
Da questo tavolo è uscita la decisione di limitare, alcuni giorni in settimana, la circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti, appunto i cosiddetti euro 0. Decisione sorretta da numerosi studi di realtà tecniche diverse - ed infatti adottata in molte città e regioni a prescindere dall'orientamento politico degli amministratori (e quindi non solo da quelli scarsamente sensibili alle istanze sociali quale, come Lei sostiene, lo scrivente) - ma comunque rientrante nel coacervo di iniziative e misure che nel nostro Paese vengono adottate in questi frangenti. Una decisione discutibile e discussa, come tutte le decisioni che vengono adottate in queste occasioni, ma adottata sulla scorta di un ragionamento: se c’è un problema legato ad un inquinante specifico, è meglio fermare chi maggiormente produce questo inquinante. Un po’ come prevede, su altri ambiti il Decreto Ronchi sui rifiuti: chi più produce rifiuti, più paga, a prescindere da altre considerazioni. Mi creda che applicare questa norma, che è legge e quindi - per me - vincolante, ci riserva qualche imbarazzo - nonostante la nostra scelta di campo, come Lei sostiene, in favore degli interessi forti - soprattutto quando ci accorgiamo che una banca, che produce prevalentemente carta che viene riciclata, paga meno del piccolo "frutta e verdura" che produce più rifiuti e quindi paga di più, con una palese alterazione di qualsiasi logica equitativa. Ma tant’è.
Nei giorni scorsi, a fronte del perdurare delle avverse condizioni atmosferiche, il blocco dei veicoli maggiormente inquinanti si è protratto a lungo. Ciò ci ha indotti, a fronte dell’insostenibilità sociale di un blocco prolungato, a concordare una modifica del Piano Provinciale, che come forse Lei saprà è stato variato con l’introduzione delle targhe alterne sistematiche, nella convinzione che fosse necessario distribuire in maniera diversa il peso delle misure anti pm 10. E così sarà. Sono certo che anche questa misura verrà criticata e discussa - capita così un po’ ovunque - soprattutto da chi, come Lei, beneficia in materia di certezze granitiche e di (pre ?) giudizi netti su chi, come noi, cerca tra mille difficoltà di fare del proprio meglio per la propria Città. Non "il meglio" assoluto, che lasciamo ad altri, ma semplicemente "del nostro meglio", muovendoci su di un terreno non facile ma su cui camminiamo in buona compagnia e sul quale cerchiamo di orientarci anche grazie ai contributi, alle sollecitazioni ed alle critiche che provengono dai cittadini come Lei.
Per quanto riguarda la chiusura della sua lettera, la intendo rassicurare convintamene. Qualsiasi sarà il suo orientamento di voto alle prossime elezioni amministrative non gliene vorrò assolutamente; un po’ perché non La conosco, un po’ perché non interpreto mai in chiave personale le vicende politiche, ed un po’ perché - anche se, temo, Le parrà incredibile - qualsiasi espressione di voto gode, in quanto forma alta del principio democratico, del mio più incondizionato rispetto.
Alberto Pacher