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Trasporto pubblico: da Innsbruck a Trento

Ho letto con molto interesse l’articolo Il tram, finalmente di Gerhard Fritz pubblicato sul n. 22  dello scorso anno di Questotrentino. Mi interesso di trasporto pubblico, in particolare quello su ferro, e venire a conoscenza che gli amministratori di Innsbruck, dopo anni di inutile tergiversare, abbiano finalmente optato per un potenziamento ed aggiornamento della rete tranviaria, mi ha veramente rallegrato! Le riviste specializzate del settore, negli anni scorsi, avevano trattato dell’argomento in profondità  e mi chiedevo come mai  non fosse ancora stato dato l’avvio ai lavori per concretizzare un progetto che, considerata la situazione urbanistica, economica e sociale del capoluogo tirolese, era da adottare praticamente ad occhi chiusi. L’articolo di Fritz mi ha purtroppo fatto capire che anche in Austria esistono i politici arroganti e ignoranti nello stesso tempo (al di là  del colore di appartenenza). Per fortuna, alla fine, il buon senso ha prevalso. Aggiungerei, per notizia di cronaca, che è in consegna alla locale azienda tranviaria, un consistente numero di modernissimi "jumbo-tram" a piano ribassato per sostituire integralmente le attuali vetture tranviarie che, seppure efficienti, cominciano a dimostrare i loro quarant’anni di servizio.

La seconda considerazione riguarda il trasporto pubblico a Trento, facendo un confronto con Innsbruck.  Mi domando come mai a Trento non esista un piano della mobilità  concreto e fattibile e con sicuri benefici, un volta portato a termine, per chi si sposta, vive, lavora e studia in città.

Gli amministratori cittadini si riempiono la bocca (gettando fumo negli occhi agli amministrati) di grosse parole: tecnologie avanzate di mobilità , people-mover, funicolari orizzontali sopraelevate, Povo-express, ecc.  Circa vent’anni fa si era ventilata l’ipotesi di adottare il sistema tedesco "O-Bus" (un autobus con alcuni percorsi a guida vincolata) che sembrava la soluzione ottimale per risolvere, una volta per tutte,  ogni problema di trasporto pubblico urbano e suburbano.

Il sistema era stato adottato ad Essen, in Germania, e ad Adelaide, in Australia: il sistema, dopo tanti anni, è rimasto limitato a quelle due città  senza alcuna ulteriore espansione. Ovviamente una commissione comunale (e/o provinciale, non ricordo bene), costituita da esperti, si recò in Germania per esaminare e constatare la bontà  del sistema…

Oppure, andando da un estremo all’altro, sindaci ed assessori parlano semplicemente di un generico potenziamento della rete di autobus urbani che possa invogliare il cittadino a lasciare a casa la propria vettura e ad utilizzare il mezzo pubblico.  In questi anni in città , al di là  di striminzite corsie riservate, si è vista la realizzazione di un gran numero di cosiddetti "golfi di fermata" (le piazzole di rientro alle fermate, in cui l’autobus entra per effettuare il servizio passeggeri e da cui poi, ovviamente, con difficoltà  cerca di uscire…) - con restringimenti assurdi di marciapiedi. Il tutto per agevolare il traffico (privato, si intende) che può scorrere senza intralci. Nelle città  un po’ più evolute, non solo lungo le linee tranviarie, ma anche lungo quelle automobilistiche, si stanno realizzando le "penisole di fermata" (il marciapiede si allarga fino alla corsia centrale per agevolare la fermata del mezzo e la salita e discesa dei passeggeri).

A Trento purtroppo, raramente si legge sulla stampa locale di privati cittadini che protestano per queste gravi mancanze della pubblica amministrazione, al di là  dei problemi spiccioli di tutti i giorni. 

Solo le benemerite associazioni ambientaliste trattano talvolta l’argomento rimanendo però sempre nel generico, senza suggerire soluzioni forti che possano realmente creare un valido sistema di mobilità  alternativa non solo a livello urbano, ma anche su tutto il territorio provinciale.

Interessante e del tutto condivisibile è la lettera di Legambiente pubblicata sullo stesso numero di Questotrentino. Ma perché non parlare anche, quando si sostiene che il trasporto pubblico deve essere una priorità, di sistemi su ferro passanti e non attestati in città (ferrovie Valsugana e Trento - Marilleva, in particolare) e di un sistema passante treno-tram da realizzarsi lungo un asse nord-sud? Questo sarebbe possibile integrando la linea ferroviaria Trento-Marilleva con una linea tranviaria da realizzarsi ad hoc da Lavis a Mattarello che lambisca il centro storico cittadino e i principali poli generatori di traffico (uffici pubblici, centri commerciali, centri scolastici, nuovo ospedale a sud della città, ecc.).

Queste proposte le ho più volte avanzate personalmente scrivendo lettere ai quotidiani locali o nel corso di qualche pubblico dibattito: sono convinto che solo un sistema integrato di trasporto pubblico su ferro con distribuzione il più possibile capillare in ambito urbano e senza necessità  di disagevoli trasbordi (una rete ottimale, come indica Gerhard Fritz nel suo articolo), possa veramente invogliare il cittadino ad usare il mezzo pubblico!

Una rete su ferro così concepita è presente in numerose città del mondo, grandi e piccole, dove sono state potenziate, sviluppate ed integrate le infrastrutture esistenti, senza introdurre costosi, limitati e non sempre affidabili "sistemi innovativi". Quanto è di prossima realizzazione a Innsbruck potrebbe sicuramente essere di esempio per Trento. Del resto, nel capoluogo tirolese da oltre vent’anni i convogli della ferrovia locale della Stubaital entrano nel centro cittadino utilizzando l’esistente rete tranviaria senza costringere i passeggeri a fastidiosi trasbordi con relativi perditempo!

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