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Il talento delle donne

Un singolare “museo” permanente dedicato alla donna.

ACasa Andriollo, Olle di Borgo Valsugana, in un susseguirsi di stanze su tre piani sfalsati, iniziamo un inatteso viaggio nella memoria storica della creatività della donna, quella silenziosa e racchiusa fra le mura di casa. Un percorso dedicato ad Alice Andriollo, che in questa casa ha vissuto la sua anonima esistenza di donna comune.

Immagini di Casa Andriollo (foto di Katia Knycz).

Partiamo dal seminterrato - di proposito in penombra, perché la nostra identità femminile cominciava allora ad abbozzare la sua forma - dove troviamo simboleggiata la donna erbaiola e guaritrice, che cura corpo ed anima associando erbe, amuleti portafortuna e pratiche religiose. In un certo periodo storico finirà sul rogo come strega perdendo così la battaglia per essere riconosciuta, ma poi ne vincerà un’altra come levatrice, cose da donne, che gli uomini permetteranno.

Le stanze di Alice al mezzo piano si conservano intatte e le finestre sono messe volutamente sotto vetro, enfatizzando così la sua esistenza sommessa e dedicata alla famiglia d’origine, senza farsene mai una propria. Le tracce della sua presenza, visibili nelle stanze e negli arredi, consentono anche una lettura della vita quotidiana del tempo.

Al primo piano viene rappresentato tutto l’arco dell’esistenza di una donna attraverso i momenti più simbolici: l’infanzia, la prima comunione, la maturità fisica, il matrimonio, l’età avanzata, la memoria. Ma anche attraverso gli abiti contadini che vestivano la donna adulta per tutta la sua esistenza, che si allargavano per una gravidanza, poi si stringevano e spesso si rattoppavano con molta abilità. Donna che di suo possedeva solo il baule che portava in dote e del quale arricchiva il coperchio interno, ma anche le portine degli armadi, con stampe religiose, in ordine gerarchico. Le donne erano allora le clienti più affezionate dei venditori ambulanti d’immagini religiose; loro era il compito di rivestire l’ambito domestico di protezione religiosa.

Nella stanza dedicata ai saperi femminili del cucito e del ricamo (merletti ad ago, a tombolo, lavori ai ferri e all’uncinetto) si testimoniano le abilità raggiunte, quando alla vita erano concessi altri ritmi. Gli imparaticci sono apprendimento di base delle tecniche di ricamo, simili alle pagine di un quaderno, ed esempi di gran meticolosità.

Nell’ultima stanza al secondo piano gli spazi sono concepiti per mostrare la luce della conoscenza raggiunta nella spiritualità dei monasteri femminili. Per una via misteriosa le sofferenze psichiche e fisiche si materializzavano in manufatti di squisita fattura. I lavori conventuali (Klosterarbeit) reliquie e immaginette religiose, divennero attività remunerativa che permettevano alle monache una certa autonomia.

Sempre in questa stanza compare la scrittura femminile, altra tappa fondamentale nella conoscenza: le madri scrivono al maestro le giustificazioni per il figlio malato, le ragazze si scambiano il libro dei ricordi.

A pochi chilometri da qui il Museo della Grande Guerra, a dimostrazione di come gli uomini tessevano con guerre e sangue una storia muscolare, mentre le donne realizzavano un’arte minuscola esercitando secoli di pazienza in un minuzioso ricamo.

Abbiamo chiesto a Rosanna Cavallini, ideatrice e curatrice, le motivazioni di questo singolare "museo" permanente dedicato alla donna, per ora unico in Italia.

Rosanna Cavallini

"Non vogliamo definire museo Casa Andriollo ad Olle di Borgo Valsugana, lungo la strada che porta ad ArteSella, ma uno spazio dedicato alla memoria del vissuto femminile, vero patrimonio collettivo e imprescindibile bene sociale. Progetto che ha trovato corrispondenza nella memoria di Alice Andriollo, che tra le mura della sua casa di Olle ha speso la sua esistenza vivendo sommessamente in funzione della famiglia d’origine".

Un’altra, diversa Alice che racchiude qui un omaggio alla creatività femminile?

"Sì; se la memoria ci richiama un’Alice letteraria, protagonista di una straordinaria avventura nel Paese delle Meraviglie, la storia di Alice Andriollo ci ricorda l’ordinaria avventura della vita comune.

Dare quindi voce alle anonime esistenze femminili di ave e progenitrici cui dobbiamo la nostra stessa esistenza, assolve almeno in parte un debito morale. Forse la possibilità di visualizzare, in uno spazio totalmente proprio, il cammino verso la conoscenza di un sé riconosciuto contribuirà a restituire la considerazione storica nei riguardi della donna. Nello svolgersi del percorso che si sviluppa in salita il visitatore seguirà simbolicamente il cammino femminile attraverso i secoli iniziando nella dimensione sotterranea con la rappresentazione negativa ed oscura della malattia e della cura empirica, concludendo nella dimensione positiva e luminosa della conoscenza. L’esposizione intende offrire spunti di riflessione e ricerca".

Questo progetto dedicato alle donne, avrà avuto bisogno di sensibilità femminili per concretizzarsi …

"All’appoggio iniziale di Laura Froner, sindaco di Borgo, e poi di Emanuele Montibeller, assessore alla cultura, si sono aggiunte donne come Bruna Maria Dal Lago per i testi poetici e Martha Canestrini per la sezione delle erbe curative. Il restauro dell’edificio curato dall’arch. Chiavarelli è stato eseguito con tecniche bioedili e materiali naturali, ed un impianto fotovoltaico sul tetto.