Viva la vaca nonesa!
Ritengo che Luigi Casanova nell’ultimo suo articolo sul muoversi nelle Alpi abbia trascurato di valutare con la dovuta attenzione il servizio svolto dalla rinnovata cara vecchia vaca nonesa, il treno a scartamento ridotto che collega il capoluogo con Malè (o meglio, con Marilleva).
Da mezzo noneso, ma ancor di più da utente non occasionale del trasporto pubblico segnalo che da alcuni mesi a questa parte la frequenza del servizio svolto da questa piccola ferrovia è particolarmente intenso. Ne avevo fatto cenno anche in un mio articolo dell’ottobre scorso, mettendo tra l’altro in contrapposizione il miglioramento dei treni (quasi tutti sbarrierati!) con l’assurda situazione della fermata di Mezzocorona, la cui responsabilità, però, sembra gravare più sul comune che tentenna a trovare una soluzione in nome di una tutela del verde agricolo mai così urgente quando si tratta invece di permettere lottizzazioni private.
Per farla breve, un pendolare della Trento Malè per recarsi ad esempio da Mezzolombardo a Trento, può scegliere treni che partono rispettivamente alle ore 6.52, 7.09, 7.22, 7.29, 7.50, 8.25, e che ritornano in valle, ad esempio, a partire dalle 12.04, 12.31, 12.54, 13.16, 13.56. E poi, nelle ore intermedie, le corse continuano più o meno con la stessa scansione e tornano ad affollarsi di nuovo tra le 17 e le 19.
Se vogliamo, non chiamiamola metropolitana.
Magari si poteva fare prima, magari si poteva fare meglio…, ma insomma si riconosca che ora chi lavora nella zona di Trento provenendo da nord se non vuol prendere il trenino non può più accampare tante scuse.
Cordiali saluti