Maurizio Nichetti, neodirettore della rassegna, ha impresso una svolta netta: positiva e riuscita (a parte qualche mugugno degli alpinisti più duri e puri).
Di Werner Herzog l'inquietante film ricavato dai video di un appassionato studioso di orsi. Un discorso disincantato e tragico sul rapporto tra uomo e natura, con la narrazione che pietosamente si arresta, in un momento di intensa umanità, sul limitare della tragica conclusione.
Dal vincitore "Primavera in Kurdistan", alla "Febbre dell'oro" musicata dal vivo, alla "Vita e morte di Guido Rossa": la 55ª edizione del Festival della Montagna conferma la riuscita dell'impostazione (una montagna con meno sport e più umanità) della direzione Nichetti.
Altra buona edizione, la 56ª, firmata da Nichetti: programma vasto, pubblico soddisfatto e in crescita, ottimi eventi speciali. Di seguito, presentiamo alcune delle pellicole più significative.