Un Daniele coi fiocchi
Pino Daniele in un grande concerto spazia dal latin-jazz ai madrigali medioevali cantati a cappella.
Chiusura coi fiocchi per questo 2004 di "Musica d’autore" con il concerto di Pino Daniele del 5 dicembre all’Auditorium Santa Chiara. Il cantautore partenopeo si è presentato sul palco forte del successo di "Passi d’autore", l’ultimo disco che ha ricevuto un’ottima accoglienza dalla critica e un buon riscontro di vendite, nonostante sia un album niente affatto commerciale. Non deve trarre in inganno il successo radiofonico di brani come "Pigro" e "Bella da vivere", che hanno furoreggiato per tutta l’estate, dal momento che nel resto del disco Pino si diverte a spaziare dal latin-jazz alle atmosfere degli antichi madrigali del Medioevo cantati a cappella.
La prima parte del concerto è infatti tutta giocata sugli intrecci vocali tra il suo inconfondibile timbro e l’Ensemble formato da Rossella Ruini e Fabrizio Palma: in un’atmosfera di assoluto silenzio e di profonda suggestione sono proposti classici come "Quando", "Napule è" e "Anna verrà", assieme alle più recenti "Ali di cera", "Arriverà l’aurora" e "Concerto per noi due".
Il pubblico del Santa Chiara sembra preparato, non ci sono segni di disappunto rispetto ai nuovi arrangiamenti e alla svolta madrigalistica: Pino Daniele prende atto e ringrazia per poi cambiare registro assieme alla virtuosa chitarra flamenco di Daniele Bonaviri, con un medley acustico dove trovano spazio la storica "Appocundria" e "Tango della buena suerte", dedicata a Maradona. La prima parte si conclude sulle note dell’arabeggiante "Medina", mentre il secondo tempo si apre con "Nuages sulle note", omaggio al grande Django Reinhardt. Gli arrangiamenti latin-jazz e la caratura dei musicisti riescono a valorizzare anche episodi meno felici (seppur da alta classifica) come "Che male c’è" e "Io per lei", dando il meglio nell’ispirata interpretazione di "Isola grande", gran pezzo con due o tre cambi di ritmo che consentono l’improvvisazione dal vivo nella più classica tradizione jazz. I tre bis finali suscitano un’autentica ovazione, a partire dalla splendida "Quanno chiove".