Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 4, 21 febbraio 2004 Classica

La perfezione del Quartetto Kuss

Precisione, intesa, espressività dei giovani interpreti del Quartetto Kuss, in un concerto semplicemente perfetto.

Dalla vivacità del Quartetto in sol maggiore K80 di Mozart, alla pensosa complessità del Quartetto n.6 di Bartók, fino al patetico finale del Quartetto in fa minore op.80 di Mendelssohn, la compagine Kuss ha deliziato il pubblico presente alla sala della Società Filarmonica, lo scorso 12 febbraio, concedendo anche due applauditissimi bis. Da un concerto così perfetto in ogni suo particolare, è facile ricavare tutta una serie di impressioni positive. Anzitutto era scontato che la scelta dei brani fosse, come del resto sempre accade nei concerti della stagione della Filarmonica, un fortunato incontro di antico e moderno; nel quale è stato possibile apprezzare le qualità di precisione, intesa ed espressività dei bravissimi interpreti. Il violino rosso di Jana Kuss, dal timbro assolutamente particolare, ha donato una notevole intensità ai passaggi più spiccatamente melodici dei brani proposti. Così, il potere evocativo tutto introspettivo dei quartetti di Bartók e Mendelssohn, entrambi ispirati da eventi luttuosi (la morte della madre per Bartók e quella dell’amatissima sorella Fanny per Mendelssohn), è stato reso con il giusto equilibrio di malinconico lirismo ed asciutta tensione.

Se nella prima parte della serata, affrontando un Mozart giovane e spumeggiante, in una delle sue prime composizioni per archi, i Kuss hanno catturato l’attenzione del pubblico, stupendolo con effetti di velocità e precisione, su toni alti e trillanti, nella seconda parte questi giovani strumentisti hanno saputo proporre con solenne gravità una materia sonora costruita piùsull’attesa e l’intonazione, che non sul virtuosismo atletico della diteggiatura.

Sono giovani i membri del Quartetto Kuss; nell’osservarli suonare si notano tutti gli sguardi che permettono a Jana Kuss di coordinare i suoni dei diversi strumenti, tutta l’attenzione e la passione che questi ragazzi impiegano nell’eseguire alcune delle pagine più difficili e belle mai scritte per un ensemble d’archi. Il violoncellista Felix Nickel, soprattutto, ha suonato, per tutta la durata del concerto, interpretando, anche con le proprie espressioni facciali, il programma. Il quartetto Kuss non è solo un preparatissimo complesso cameristico, ma anche una simpatica formazione di giovani talenti.

Parole chiave:

Articoli attinenti

Nello stesso numero:
La Haydn e lo spirito di fuoco di De Falla

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.