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Costruire Comunità e la sua traversata del deserto

La sofferta e obbligata decisione del movimento: confluire nell'aggregazione dell'aborrito Dellai. Naturalmente per cambiarla. Scelta che guarda al futuro, ma intanto...

"Chiaramente non potremo accettare qualsiasi programma il candidato leader (leggi Dellai, ndr) vorrà presentare. Lavoreremo in questi mesi con tutte le forze perché i nostri contenuti siano presenti con forza e dignità..." Con queste parole Vincenzo Passerini presentava la decisione di Costruire Comunità di aderire ad "una lista unitaria della sinistra e centro-sinistra" (leggi dei Ds, ndr). E altri poi ribadivano il concetto. Cercando forse di convincersi che una cosa, più la si ripete, più diventa plausibile.

Infatti questo è il punto su cui rischia di infrangersi il movimento politico di Vincenzo Passerini e Walter Micheli. Movimento esigente e intransigente, sorto per contestare da sinistra Dellai e ora in un cul de sac, costretto a sostenere il sempre più forte presidente.

L’ipotesi di porre condizioni a Dellai è infatti velleitaria. Costruire Comunità ha già avuto un incontro con la Margherita, al termine del quale la conclusione è stata "ognuno per la sua strada, e amici come prima". Ora tornare, e magari porre condizioni, non è semplicemente possibile. Anche perché Dellai ha già scelto di connotare la sua nuova creatura politica, la Casa dei Trentini, come formazione di centro, attenta agli affari e alle clientele, con una base fatta di sindaci e boss di valle che vede come fumo negli occhi le idee e i militanti di Costruire Comunità.

In realtà nessuno pensa di poter strappare ulteriori concessioni direttamente ai dellaiani. Si pensa di agire sui Ds, i quali, ad avere Costruire Comunità nella propria lista, avranno un vantaggio elettorale. Ma anche qui, è facile prevedere che ci si trova nel limbo delle speranze. Al recente convegno "La sinistra unita per l’Ulivo" in quel di Mattarello, dopo vari interventi sulle condizioni per un programma decente, il segretario diessino Mauro Bondi aveva gelato tutti: "Questa giunta provinciale ha governato bene, dobbiamo rivendicare quello che ha fatto". Insomma, Dellai è bravo, va bene così, non disturbate. Cosa del resto perfettamente in linea con la subalternità della dirigenza diessina. E in fondo, Costruire Comunità non era nata proprio per supplire alla resa della sinistra?

Appunto: come mai il movimento di Passerini e Micheli si è ridotto in questa situazione?

Ne avevamo già parlato in uno scorso numero. La colpa, anche qui, è di Berlusconi. Nel senso che la polarizzazione della vita politica italiana, con l’opzione destra-sinistra così traumatica, non permette posizioni terze: o si è da una parte o dall’altra; e se ci si presenta, si fanno vincere gli aborriti avversari. Di qui la perdita di potere contrattuale di Costruire Comunità: non potendo presentarsi da sola può solo aderire alla coalizione dellaiana, per di più con scarsissime possibilità di incidere; oppure tornare ad essere movimento solo culturale.

Nella riunione decisiva, Passerini e Micheli optavano per questa soluzione; ma non avevano fatto i conti con le speranze da essi stessi suscitate. Tutta una serie di persone che si erano avvicinate alla politica con Costruire Comunità, come pure i movimenti ambientalisti, premevano, e duramente, in senso contrario: non se la sentivano di tornare nei ranghi, di abbandonare l’impegno militante a iniziare dal momento elettorale, di rimandare tutto alle lontanissime elezioni del 2008. Di qui la decisione: ci impegniamo lo stesso, a fianco dei Ds.

E allora la prospettiva - come detto da tanti e, più esplicitamente dall’on. Giovanni Kessler - non diventa tanto le elezioni di ottobre. Ma il dopo-elezioni. Costruire, con i Ds, un nuovo soggetto politico.

In sostanza, mettendone in discussione il nullismo della linea politica e l’immobilità del gruppo dirigente.

Obiettivo tutt’altro che disprezzabile, indice di una maturazione politica, di un’uscita dalla logica della piccola casa: una cosa è un nuovo partitino, un’altra una nuova aggregazione attorno a una forza nazionale. Il problema, per i militanti di Costruire Comunità, è superare il deserto, rappresentato da questa campagna elettorale. In cui si troveranno a dover sostenere chi ritengono essere una sciagura per il Trentino. E dovranno cercare di farlo mantenendo entusiasmo e credibilità.

Scommessa difficile. Aiutata da un fatto nuovo: le associazioni ambientaliste, congiuntamente hanno deciso di presentare un loro candidato nella lista Ds-Costruire Comunità (si fanno i nomi di Giorgio Rigo e Gigi Casanova) e sostenerlo concordemente.