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L’ombra della speculazione

Le molte perplessità a proposito dell’appalto per i parcheggi di piazza Dante a Trento

A Al Codacons non piacciono le modalità realizzative dei parcheggi di piazza Dante: con l’imposizione di un 60% di prenotazioni per poter partecipare all’appalto, di fatto si rischia di ridurre la gara ad una situazione non concorrenziale, finendo magari per eliminare imprese finanziariamente solide. La gara sembra studiata per spingere i prenotatori verso il sistema cooperativistico, istituzionalmente più attivo nella raccolta di adesioni, che però, in questa fase e nello specifico campo dell’edilizia, riteniamo poco raccomandabile.

L'area di Piazza Dante sotto la quale nascerà il primo parcheggio pertinenziale.

Pare di capire che a raccogliere i residenti interessati ai parcheggi abbia provveduto la Cooperativa Parcheggi Pertinenziali di Piazza Dante, del gruppo Acli Casa, gestita da taluni personaggi noti al Codacons per la marea di contestazioni pervenute sul loro operato.

Da una verifica effettuata già lo scorso anno, abbiamo appurato che nel consiglio di amministrazione figura il dottor Guido De Stefano, (personaggio di area Margherita, che si dice prossimo all’asse Dellai-Grisenti); il De Stefano è presidente, tra l’altro, anche del Consorzio Provinciale Acli Casa e della cooperativa edile La Rocca, strutture sommerse di critiche da parte dei soci, che hanno segnalato al Codacons situazioni inaccettabili, assurte spesso agli onori della cronaca, come nel caso delle omissioni nei cementi armati delle case di Civezzano, nel caso degli allagamenti degli alloggi di Povo, ecc.

Il De Stefano è collegato alla Federazione Trentina delle Cooperative e, forse anche per questo, contro il suo operato gli organismi di controllo, più volte chiamati in causa da Codacons e soci, paiono non avere avuto il coraggio di assumere una posizione decisa.

Anche il presidente del collegio sindacale, fedele compagno del De Stefano in cariche sociali del Consorzio Acli Casa, della cooperativa La Rocca, della cooperativa Casa Insieme, ecc., nelle assemblee sociali, ad esempio di Casa Insieme, si è distinto per indisponibilità verso i soci, arrivando a negare chiarimenti, letture di note integrative e via dicendo.

I problemi causati dal Consorzio e dalle cooperative edili associate allo stesso sono tanti e tali, che il Codacons ha ritenuto di dover inoltrare una miriade di esposti alla Procura della Repubblica, ma anche di dover invitare la struttura Acli a prendere le distanze da chi, evidentemente, opera senza fare propri i canoni comportamentali tipici delle Acli.

Quello che però preoccupa è il fatto che il De Stefano ha pure cariche sociali in società parallele: nulla di male, purché eventuali incarichi o compravendite che intercorrono tra le cooperative e le altre società avvengano in piena trasparenza e con il consenso esplicito dei soci, anziché avvalendosi di poteri che derivano dall’avere cariche sociali sull’uno e sull’altro fronte.

Ed è proprio questo il punto: in passato abbiamo visto la cooperativa La Rocca, di cui De Stefano è ed era presidente, effettuare inutili quanto dannose compravendite con la società immobiliare Gestione Servizi Piccole Dolomiti, all’insaputa dei soci e con gravi ricadute sull’interesse degli stessi; operazioni scoperte per caso e non adeguatamente relazionate in occasione delle assemblee, regolarmente segnalate dal Codacons alla Procura della Repubblica, ed ancora oggetto di procedimento penale pendente.

Anche la cooperativa Casa Insieme, sempre di Acli Casa, ha effettuato una transazione mai chiarita con Piccole Dolomiti, ed anche in questo caso i soci ne hanno avuto sentore solo per caso, ma ancora non sanno che cosa sia effettivamente accaduto.

Tornando all’argomento dei parcheggi, stentiamo a credere che De Stefano si trovi nella Cooperativa Parcheggi Pertinenziali di Piazza Dante per farsi un parcheggio, visto che non ne ha i requisiti, in quanto non residente nell’area interessata; difficile anche pensare che vi si trovi solo come rappresentante del Consorzio.

Vi è il fatto che il De Stefano è proprietario, unitamente alla moglie dell’avvocato Luigi Santarelli, già Vicepresidente del Consorzio Acli Casa, di una società, la "Finproject" (capitale sociale di soli 6 milioni di lire) che ha lo scopo statutario di progettare opere pubbliche e gestirle. Se questa concorresse nell’appalto per i parcheggi, non potrebbe far sorgere un sospetto di un conflitto di interess?

Il nostro timore è che, approfittando della carica rivestita in Consiglio di amministrazione e di sindaci acquiescenti, troppo vicini in affari, si arrivi, o addirittura si sia già arrivati, ad incaricare Finproject della progettazione ed in seguito della gestione dei parcheggi, assicurandosi così un ghiotto boccone, in barba ai principi della libera concorrenza e trasparenza degli appalti di opere e servizi, ma soprattutto in contrasto con gli scopi sociali delle cooperative che non hanno né possono avere scopo di lucro.

Finproject, per quanto si conosce della sua attività imprenditoriale, non pare sia all’altezza dell’impegnativo progetto di piazza Dante, che prevede tre piani interrati sotto la falda dell’Adige, con monumenti e palazzi da salvaguardare: sicuramente non ci si possono permettere leggerezze.

Infine, non c’è solo la preoccupazione sulla qualità dei manufatti; sono legittime anche le preoccupazioni dal punto di vista economico, se si considera che le cooperative associate al Consorzio Acli Casa hanno già conosciuto problemi di buchi in bilancio e liquidazione coatta (vedi Casa in cooperativa: conviene ancora?), e se si aggiunge l’ulteriore considerazione che la Cooperativa Parcheggi Pertinenziali , in quanto appena avviata, non possiede alcun immobile che funga da garanzia patrimoniale in caso di difficoltà.

Ciò non di meno, se i soci di tale cooperativa dovessero segnalare che la gestione è avvenuta, ed avviene, secondo regole di piena trasparenza e che ogni eventuale relazione intercorsa con Finproject è stata loro comunicata e da loro approvata, il Codacons - sia chiaro - non avrebbe nulla da obiettare.

Di questi fatti abbiamo già informalmente dato notizia al vicesindaco di Trento e al Presidente Acli: ora chiediamo al sindaco Pacher di farsi garante nei confronti dei cittadini, assicurando che l’Amministrazione comunale non permetterà speculazioni sull’opera: niente di meglio dunque che indire immediatamente una riunione di tutti i soci prenotatari per una verifica preliminare. L’aggiudicazione dell’appalto dovrà avvenire solo nei confronti di imprese che diano sufficienti garanzie per solidità finanziaria e provata esperienza nel settore, e magari coinvolgendo le associazioni di difesa dei consumatori, nella loro qualità di garanti degli interessi dei cittadini, per addivenire alla realizzazione di un’opera di sicuro interesse pubblico al riparo da ogni speculazione.

Al Comune chiediamo di girare le nostre preoccupazioni direttamente ai cittadini che hanno già chiesto di partecipare all’iniziativa, invitandoli, eventualmente, anche a contattare il Codacons Trentino o Federconsumatori per avere più dettagliate informazioni sui rischi dell’operazione.

In particolare vogliamo ricordare il rischio che, a fronte di promesse allettanti, seguano aumenti di prezzo pesantissimi e qualità inferiore al dovuto: è quanto accaduto a Povo negli alloggi allagati nei mesi scorsi; è quanto accaduto a Civezzano con le irregolarità nei cementi armati e con prezzi lievitati a dismisura; è quanto accaduto in tante altre iniziative. In questi casi, fino ad oggi, chi si è rivolto agli organismi di vigilanza e di controllo ha trovato solo imbarazzo ed un incredibile affanno giustificativo: i difetti non vengono riparati, le cooperative non agiscono contro le imprese, il socio risulta sempre perdente.

Insomma, un incubo reso possibile da una normativa provinciale lacunosa che prevede controlli non abbastanza credibili: l’avventura in cooperative amministrate da chi ha già creato problemi non è davvero raccomandabile.

Nessuno poi si lamenti in caso di eventuali aumenti anche palesemente forzati: i preventivi utilizzati per adescare i soci non sono considerati contratti.