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La confusione della sinistra

Franco Valduga

C'è fibrillazione all’interno della sinistra in vista delle prossimo elezioni provinciali. Si rivedono operazioni tendenti a creare nuovi soggetti politici trasversali più che a fare programmi unitari. Costruire Comunità sembra avviata a diventare davvero un nuovo soggetto anche politico, il tentativo di quella che fu chiamata Sinistra Conciliare nata all’interno dei DS sembra rientrato, l’iniziativa di Olivieri, Kessler, Raffaelli, Leveghi e altri se dovesse andare avanti darebbe vita ad un soggetto politico veramente nuovo. Nuovo nel senso di ulteriore, oltre quelli che ci sono già. Se l’obiettivo era davvero quello di semplificare il quadro politico, non si può dire che l’abbia raggiunto.

Tutto questo lavorio rischia di creare confusione, sconcerto, nuove divisioni più che una nuova unità a sinistra, mentre c’è bisogno di una politica coerente per la pace, per la dignità del lavoro, di solidarietà al posto della beneficenza, di uno sviluppo culturale e qualitativo legato ai bisogni della società e dell’ambiente, non del profitto di singoli, tanto per fare alcuni esempi.

Questo chiedevano in fondo le forti manifestazioni che abbiamo visto anche nella nostra provincia. Si deve dare una prospettiva credibile a queste esigenze, altrimenti non si farà che aumentare il numero di coloro che non andranno a votare. Teniamo presente che il compito primo è quello di non dare la Provincia in mano a destre rozze, intolleranti e arroganti.

Ben difficilmente questo risultato si raggiunge dando vita a liste elettorali talmente "unitarie" e larghe da contenere le posizioni più disparate, che finiscono per scontentare tutti e spingere gli elettori a non votare.

La nuova legge elettorale provinciale permette la formazione di coalizioni di più liste, collegate ad un unico candidato presidente (che può essere anche Dellai) e ad un programma comune. Se qualcuna di esse non riesce ad eleggere un consigliere, i suoi voti non vanno persi. Restano alla coalizione, concorrono a determinare quanti consiglieri le spettano. Utilizziamo questa possibilità. Può sembrare paradossale, ma è proprio una pluralità di liste che può esprimere la capacità di realizzare una unità non fittizia, di convergere in un programma comune pur senza appiattirvisi, mantenendo anzi aperta la discussione e il confronto per arricchirlo e adeguarlo alle necessità. Ed è anche la strada che permette di raggiungere il maggior numero di consensi e di elettori, di dar loro una prospettiva credibile.

E’ sulla base di queste considerazioni che il Comitato Regionale del Partito dei Comunisti Italiani ha deciso di presentare per le prossime elezioni provinciali in Trentino una lista propria, con il proprio simbolo, collegata alla coalizione dell’Ulivo.