Il vandalismo ferroviario
Solo graffiti o un problema di sicurezza pubblica?
L’ambiente delle ferrovie, comprendente la stazione, il treno e l’intera rete ferroviaria, riveste un ruolo di primaria importanza nella vita sociale di ogni Paese. Proprio per questo risulta necessario considerare con maggiore attenzione i fenomeni che lo riguardano. Fra questi ve n’è uno in particolare, il vandalismo, che proprio nel contesto ferroviario pare trovare terreno fertile, forse per come l’ambiente ferroviario è concepito, le sue peculiarità architettoniche e il suo essere una realtà aperta a masse eterogenee di utenti.
Di fronte ad un atto vandalico risulta arduo distinguere in modo netto tra inciviltà e criminalità vera e propria. Questo dipende dalla diversità che caratterizza le azioni vandaliche: in alcuni casi esse possono rivelarsi quasi impercettibili, e allora è naturale rapportarle a manifestazioni di semplice inciviltà, mentre in altri possono assumere dimensioni più allarmanti, diventando crimini a tutti gli effetti. L’atto vandalico non è quindi solo la realizzazione di un graffito sulla fiancata di una carrozza ferroviaria o lo strappo del tessuto di un sedile all’interno di un vagone, ma anche il lancio di un sasso contro un convoglio in movimento o l’ostruzione della linea ferroviaria tramite la deliberata sistemazione di un ostacolo sui binari. La fantasia dei vandali non ha limiti: mucchi di macerie, blocchi di cemento, pezzi di lamiera, placche metalliche, sanitari in porcellana, coperchi di tombini in ghisa, vecchi telai di motorini e biciclette abbandonate. La gravità di queste condotte trova conferma nelle loro possibili tragiche conseguenze: nella peggiore delle ipotesi l’impatto con l’ostacolo può provocare il deragliamento del treno. Non di rado queste azioni criminali arrivano a coinvolgere gli stessi autori, che rimangono così vittime del loro comportamento delittuoso.
Gli atti di vandalismo, oltre ad avere inevitabili costi economici (che gravano sulle società ferroviarie), possono quindi portare con sé costi psicologici poiché, essendo rivolti verso strutture di pubblico transito, compromettono e/o riducono la sicurezza di viaggiatori e personale viaggiante, e finanche umani. La diffusione e i costi del vandalismo ferroviario suggeriscono la necessità di valutare in modo attento efficaci politiche volte a prevenire e contrastare ciascuna delle differenti tipologie di manifestazione che lo caratterizzano. Soffermarsi infatti solo sulle condotte più vistose, come i graffiti o il vandalismo delle tifoserie calcistiche in trasferta, distoglie l’attenzione da altre azioni, più sporadiche ma particolarmente gravi per le possibili implicazioni.
La soluzione sembra risiedere in un approccio combinato che, accanto ad un valido sistema di enforcement basato su una seria applicazione del nostro codice penale e del Regolamento di Polizia Ferroviaria, preveda mirate strategie preventive. Anzitutto l’educazione nelle scuole attraverso l’uso di strumenti didattici e di campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani (la maggior parte degli atti vandalici, infatti, è commessa da soggetti di età compresa tra i dodici e i venticinque anni, di sesso prevalentemente maschile); in secondo luogo le misure di riduzione delle opportunità tramite il design ambientale e la modificazione dei materiali; infine l’utilizzo di programmi sociali, aventi lo scopo di coinvolgere l’intera comunità e non soltanto uno specifico target di potenziali vandali.
Esperienze fatte in numerosi Paesi mostrano infatti come prevenire o ridurre il vandalismo ferroviario sembri dipendere da un pacchetto di misure comprendente in particolare: la presenza costante della polizia ferroviaria, la sorveglianza elettronica (tramite un sistema di telecamere a circuito chiuso), la pulitura veloce di ciò che è stato imbrattato, l’esistenza di programmi e attività che offrano ai giovani esperienze più interessanti e stimolanti rispetto alla posa di ostacoli sui binari o alle intrusioni nelle aree delle stazioni.
Inoltre, un contributo importante per l’elaborazione di politiche preventive viene dall’analisi degli elementi relativi all’ambiente, agli autori e alle dinamiche di realizzazione dell’atto vandalico. I vandali infatti scelgono luoghi isolati, distanti da strade di passaggio e abitazioni; prediligono le ore serali o notturne; utilizzano soprattutto pietre raccolte direttamente dalla massicciata lungo i binari; agiscono in piccoli gruppi, scegliendo di appostarsi lungo tratti dove i treni raggiungono velocità piuttosto elevate. Tutti questi aspetti consentono di individuare con maggiore precisione i cosiddetti "hot spots" (zone particolarmente colpite dal fenomeno), i periodi di più frequente realizzazione e le condotte "privilegiate" dai vandali, al fine di valutare gli interventi preventivi e di contrasto adeguati.
Il vandalismo ferroviario è un problema di sicurezza pubblica, che può e deve essere affrontato dalle autorità competenti attraverso piccoli e grandi accorgimenti che valorizzino aspetti ambientali e sociali assieme.