Al peggio non c’è fine
Le nuove devastanti proposte del governo in tema di giustizia.
Avevo sperato che dopo le leggi vergogna (falso in bilancio, rogatorie, rientro dei capitali, ecc.) il centro-destra si sarebbe concesso una pausa, magari di riflessione oppure di relax tattico per farci digerire i rospi che avevamo dovuto ingoiare. Scopro invece con sorpresa che silenziosamente, ma senza un attimo di respiro, il 21 marzo scorso Forza Italia ha presentato alla Commissione giustizia della Camera la proposta di legge n°1225. Sono 44 articoli che si propongono molto confusamente di rivoluzionare entrambi i codici, penale e di procedura.
Da una prima analisi si capisce subito qual è il loro vero scopo: favorire ancora una volta gli interessi personali di alcuni imputati eccellenti, e intimidire i giudici. Farò solo qualche esempio.
In base alla vigente procedura (art. 45 c.p.p.) lo spostamento (rimessione) di un processo da un Tribunale all’altro è possibile solo quando "la sicurezza o l’incolumità ovvero la libertà di determinazione delle persone che partecipano a un processo sono pregiudicate da gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non siano altrimenti eliminabili". Si tratta, come ognun vede, di elementi oggettivi gravi, che vanno provati. La nuova norma, se mai verrà approvata dal Parlamento, aggiunge in via alternativa ai suddetti elementi, il "legittimo sospetto" che il processo possa essere turbato, perché il sospetto avrebbe di per sé un effetto inquinante. Si passa così dagli elementi oggettivi gravi al sospetto.
La norma sembra fatta su misura Per Berlusconi e Previti che "sospettando" dei giudici milanesi chiedono che il processo sia trasferito a Brescia. Con la normativa attuale non potrebbero ottenerlo. Sì con la nuova, se diventerà legge.
Non basta, c’è di peggio. La proposta di legge contiene l’articolo 40 che riforma il regime delle attenuanti generiche e stabilisce: "Il giudice diminuisce sempre la pena quando l’imputato è incensurato o ha superato il 65° anno di età". Incensuratezza, 65 anni, attenuanti obbligatorie: la prescrizione è a portata di mano! Infatti la proposta di legge dice che "le attenuanti vanno sempre applicate quando per effetto della diminuzione di pena il reato risulti estinto per prescrizione": sembra il dispositivo della sentenza che dovrebbe assolvere Berlusconi, Previti, Squillante, Verde e Pacifico (imputati di compravendita di sentenze).
Indulgente con gli imputati, soprattutto se eccellenti, la proposta di legge diventa severissima contro i giudici che errano (per colpa o dolo). Non soddisfatta dell’esistenza dell’articolo 319 ter (corruzione in atti giudiziali), dell’articolo 323 (abuso d’ufficio) e della legge 13 aprile 1988 n° 117 (responsabilità civile dei magistrati), Forza Italia propone di introdurre con l’articolo 44 un nuovo reato, "l’abuso d’ufficio in atti giudiziari", molto generico nel contenuto ma drastico nelle pene. Se dal fatto deriva una ingiusta condanna non superiore ai 5 anni, la pena per il magistrato responsabile può arrivare a 10 anni. Se poi l’ingiusta condanna supera i 5 anni il magistrato può essere condannato fino a 18 anni, alla stregua di un mafioso, di un sequestratore o di uno stupratore.
Data la genericità della norma, si può ipotizzare che se un giudice emette una condanna potrà in futuro essere incarcerato anche a lungo se taluno dimostrerà che la condanna è ingiusta perché, per esempio, il giudice aveva il dovere di astenersi e non lo ha fatto, magari in perfetta buona fede. La nuova proposta prevede infatti che il giudice debba astenersi "se esistono ragioni di convenienza determinate da comportamenti o manifestazioni di pensiero o da adesioni a movimenti o associazioni che determinano fondato sospetto di recare pregiudizio all’imparzialità del giudice". Può accadere così che un’intervista vecchia magari di 10 anni, o l’iscrizione a Magistratura Democratica (di sinistra) o a Magistratura Indipendente (di destra) o all’Associazione Nazionale Magistrati possano trasformare una sentenza da giusta a ingiusta, con la conseguente condanna del giudice che l’ha pronunciata.
Molti altri aspetti della proposta di legge potrebbero essere criticati. Mi limito a condividere il giudizio di sintesi che ne ha dato il giudice Armando Spataro, membro del Consiglio Superiore della Magistratura: "Sono norme insultanti per i principi della democrazia e violano l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".
C’è da sperare vivamente che l’opposizione in Parlamento sia attenta e fermissima nel respingerle.