In arrivo le mele con la patente
Qualità e garanzie al consumatore per battere la concorrenza.
Mentre in Val di Non la raccolta dei "pomi" è ancora in corso, nei frutteti lungo l’asta dell’Adige l’attività si è in sostanza conclusa, eccezion fatta per le profumate Morgenduft, mele a maturazione autunnale la cui coltivazione è in ogni caso minoritaria rispetto alle qualità prevalenti. Dopo alcuni anni di magra provocati da una decisa contrazione dei prezzi e da condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli, fa piacere apprendere dal presidente della Società Ortofrutticola Rotaliana (S.O.R.), Livio Devigili, che le cose stanno migliorando. Anche quest’anno non è mancata una forte grandinata che ha provocato immaginabili danni, ma il presidente Devigili parla di "cauto ottimismo" per descrivere la nuova fase che vede il mercato di qualità in ripresa, A conferma della nuova tendenza cita l’esempio della mela Fuji, quotata quest’anno ad un prezzo di mille lire il chilo e della Grammy, frutto dal colore verde intenso e dal gusto acidulo, anch’essa particolarmente richiesta dal mercato.
Sul concetto di qualità, il presidente della S.O.R. ritorna ripetutamente: "Data la condizione di concorrenza internazionale e di globalizzazione che ha visto negli ultimi anni affacciarsi sul mercato produzioni a basso costo, a noi non resta che la sfida della qualità. I nostri fattori produttivi: costo della manodopera, dei terreni coltivati, eccetera, rappresentano elementi sui quali non si può incidere ma la posizione geografica della nostra regione, particolare e climaticamente più fortunata (rispetto alla concorrenza), e la tradizione ci aiutano a produrre mele di qualità. Ma è necessario che ciò si sappia e che sia riscontrabile".
Ecco quindi che, primi in Europa per quanto riguarda la produzione di mele, quelli della S.O.R., si sono sottoposti alla certificazione di qualità EUREPGAP.
EUREP, per rispondere ai consumatori che chiedevano maggiori garanzie di sicurezza in merito alla salubrità degli alimenti, ma anche all’impatto ambientale e sociale relativo alla produzione, ha sviluppato un protocollo per la certificazione del prodotto agricolo basato non solo sull’utilizzo di tecniche di lotta integrata ai parassiti ed a corrette prassi igieniche, ma anche su elementi di difesa dell’ambiente e della salute dei lavoratori. DNV Italia, sulla base del protocollo EUREP, ha sottoposto a controllo la filiera produttiva della S.O.R. controllando anche l’attività di tutti i soci (il 95% ha superato la prova) e, alla fine, ha rilasciato il certificato Eurepgap. Il passo successivo sarà quello di certificare ogni mela per comprovare che tutti i frutti, per caratteristiche organolettiche e basso contenuto di residui, siano conformi al protocollo EUREP. Da quel momento ogni mela riporterà un bollino che, nelle intenzioni del consorzio di Mezzolombardo, dovrebbe premiare anche commercialmente gli sforzi che si stanno facendo per raggiungere l’obiettivo. La scommessa è che la certificazione rilasciata da un ente terzo, in questo caso DNV Italia, renda ancora più credibili quelle che già dovrebbero essere delle garanzie, e cioè il rispetto dei limiti di legge per l’uso degli antiparassitari e dei più restrittivi protocolli d’intesa sottoscritti con la Provincia.
La S.O.R ha anche investito quattro miliardi e mezzo in macchinari con l’intenzione di aumentare il valore aggiunto. Infatti, grazie al nuovo sistema, è stata incrementata fortemente la possibilità di esportare il prodotto lavorato in piccole confezioni saltando contemporaneamente alcuni passaggi di intermediazione. Inoltre, grazie al cambio del direttore commerciale, l’esportazione è aumentata dall’uno al cinquanta per cento e ciò permette di smaltire meglio il prodotto. Tanto per fare un esempio: mentre il consumatore nazionale vuole consumare mele golden di colore giallo, il mercato tedesco le vuole meno mature, quasi di colore verde: siccome le mele non raggiungono un grado di maturazione esattamente eguale, è più facile commercializzarle con dei clienti dal gusto vario se non addirittura opposto.
Ma nonostante queste buone prospettive, non sono stati pochi i contadini che in questi ultimi anni hanno abbandonato la coltivazione della mela per ritornare alla produzione d’uva da vino anche perché, specialmente per la zona di Mezzolombardo, l’alternativa è reale e la remunerazione interessante.
In conclusione, chiediamo al presidente della S.O.R. notizie in merito agli incendi degli scorsi anni, la cui responsabilità, finora non è stata accertata. "Com’è noto - ci risponde - il problema non è solo nostro, altri magazzini sono bruciati negli ultimi anni in val di Non e nella valle dell’Adige. Personalmente non credo che la responsabilità, nel nostro caso come negli altri, possa essere fatta risalire a presunte diatribe all’interno dei soci. In ogni caso, per quanto ci riguarda, siamo corsi ai ripari allestendo un sofisticato sistema di sorveglianza e di allarme. Speriamo che basti".