Variante al PUP: le novità
L’assessore Pinter incontra i sindaci della Val d’Adige. La vera novità? I maggiori vincoli a tutela delle aree agricole incontrano l'approvazione di buona parte degli amministratori.
Entro la metà di dicembre i comuni e i comprensori della provincia di Trento potranno presentare le loro osservazioni alla proposta di variante al Piano Urbanistico Provinciale (PUP). In vista della scadenza, l’assessore provinciale all’urbanistica Pinter, assistito da alcuni funzionari, ha percorso le valli del Trentino per illustrare ai rappresentanti delle comunità locali le novità contenute nella proposta che ai più è nota per la vicenda della Val Jumela. All’Istituto Agrario di San Michele l’assessore ha incontrato gli amministratori dei comuni del comprensorio della Val d’Adige ai quali ha chiaramente ammesso di essere in ritardo rispetto alle originali intenzioni della giunta provinciale. Infatti, la variante tecnica al piano urbanistico si è andata via via caricando di compiti che sarebbe forse stato meglio collocare nell’ambito della revisione generale del piano la cui valenza decennale (dal 1987) è già stata superata.
La nota vicenda degli impianti sciistici ha provocato uno slittamento dei tempi. Tuttavia, entrando nel merito, è stato ricordato agli amministratori locali che nella variante urbanistica è stato inserito il nuovo tracciato della Trento Rocchetta, che sono state ridotte alcune aree industriali sovradimensionate, che è stata recepita la legge Galasso a tutela di tutte le aree boscate e che lungo i fiumi è stata prevista una fascia tutelata di 150 metri. Sono state apportate alcune modifiche di natura regolamentare particolarmente importanti come quella che limita fortemente l’attuale possibilità da parte degli agricoltori (veri o finti, n.d.r.) di costruirsi la casa praticamente in ogni dove.
Se la variante verrà approvata, d’ora in poi le zone agricole primarie saranno più tutelate e potranno essere intaccate solo eccezionalmente ( solo con serre, cantine e magazzini agricoli di cui l’eventuale abitazione sia un logico accessorio).
L’iniziativa è appoggiata attivamente dalle principali associazioni professionali (Unione Contadini in testa) che si sono rese conto da tempo quanto controproducente sia l’attuale formula che, come si diceva, permette a chiunque possieda una superficie anche minima di costruire una casa in piena campagna. La finalità della proposta è quella che, prima di intaccare l’aperta campagna con nuove costruzioni, è necessario sfruttare meglio il territorio già urbanizzato. E ciò nella convinzione, che pare sempre più diffusa, che l’agricoltura è oramai uno strumento di tutela paesaggistica, ambientale e turistica. Ma una cosa è l’associazione, un’altra il singolo associato. E già qualche segnale negativo è emerso nella riunione di San Michele dove un amministratore ha chiaramente sollevato perplessità.
Ma a dar man forte all’assessore si sono fatti sentire i sindaci di Mezzocorona e di Lavis, che pur provenendo da esperienze politiche diverse, si sono dichiarati favorevoli alla proposta della Provincia. Anzi, il sindaco di Mezzocorona ha chiesto ancor più rigidità per le zone particolarmente vocate dal punto di vista agricolo come quelle, ad esempio, sulle quali si coltiva il Teroldego. Spetta ai comuni ai quali saranno dati nuovi poteri in materia, se lo vogliono - hanno replicato i funzionari provinciali - tutelare le aree agricole più di quanto la Provincia ora proponga. Lavis invece è già passata dalle parole ai fatti e seppur tra qualche mugugno, nel nuovo piano regolatore ha già inserito, anticipandola, una norma restrittiva simile a quella ora proposta dalla Provincia.
Ma anche altri amministratori che non hanno preso la parola sono favorevoli ad una più rigida tutela dei terreni agricoli.
Da noi sentito, il vice sindaco di Nave San Rocco ad esempio, dichiara di essere per la linea dura anche se, ammette, nel Consiglio comunale del suo paese non sono tutti della stessa opinione.
Ma non tutti gli interventi hanno sottolineato positivamente la proposta provinciale. Altri amministratori, seppure in maniera interlocutoria, hanno espresso qualche critica. Il sindaco di Faver, ad esempio, ha chiesto ragione del vincolo di 150 metri lungo i fiumi e il sindaco di Nave San Rocco vorrebbe regole meno penalizzanti per le aree a rischio idrogeologico (Nave San Rocco è in zona a rischio di esondazione dell’Adige). L’assessore e i funzionari hanno invitato gli amministratori a formalizzare le loro proposte che, entro i limiti di legge, saranno certamente accolte.
Ma la strada della variante urbanistica è ancora lunga. Scaduto il termine del 15 dicembre, entro il quale depositare le proposte, ci vorranno alcuni mesi per il loro esame; la proposta subirà quindi il vaglio (e che vaglio visto che l’attuale governo è minoritario in ogni commissione!) della commissione consigliare e quindi, se non ci saranno altre grane, la variante al PUP diverrà legge entro la fine del 2001.