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Nuova vita per la Montecatini di Mori

Come si potrebbe riutilizzare un glorioso complesso industriale.

Emiliano Leoni

L'area della Montecatini è situata nel comune di Mori ed ha un’estensione di 14 ettari lungo il fiume Adige. Può essere considerata geograficamente strategica, collocandosi sulla direttrice Verona-Innsbruck e costituendo un punto d’ingresso per il Trentino per coloro che provengono da sud, e per l’Italia per coloro che provengono da nord. Diventerà inoltre un passaggio obbligatorio per il flusso turistico in uscita dall’autostrada e diretto al lago di Garda.

Vi sorgono degli edifici eterogenei per dimensione, stile e destinazione d’uso, tra i quali spiccano la Centrale idroelettrica - splendido assemblaggio di motivi eclettici suggestionati dall’arte classica e dal gotico toscano, carichi di una valenza simbolica che richiama il film di Fritz Lang "Metropolis" - e le lunghe sale dei forni, tra i primi esempi di costruzioni modulari in cemento armato, laterizio e ghisa.

Il complesso industriale, realizzato dalla Società Montecatini a partire dal 1927, era il primo insediamento industriale italiano per la produzione dell’alluminio, mercato in forte crescita per le esigenze dell’industria motoristica. Il metallo veniva prodotto con procedimento elettrolitico: si rendeva quindi necessaria una notevole disponibilità di energia elettrica per poter garantire ai forni il mantenimento della temperatura di fusione. Lo stabilimento nasce e si sviluppa a partire dalla Centrale idroelettrica appositamente costruita per sfruttare le acque dell’Adige. E’ questo uno degli ultimi esempi in cui il luogo dell’attività produttiva viene determinato dalle esigenze per lo sfruttamento energetico di un corso d’acqua.

Oltre a costituire un imponente esempio di archeologia industriale, la Montecatini è importante per aver segnato la storia dell’intera Vallagarina per oltre 50 anni, nel corso dei quali vi hanno lavorato più di 60.000 persone accumulando un patrimonio di fatica, di socializzazione e di cultura tecnologica unico in Trentino.

Come recuperare un tale patrimonio di storia e sfruttare le potenzialità di un luogo così carico di valenze?

Tecnofin Strutture, proprietaria dell’area, nell’estate 1998 ha indetto un concorso di idee a livello nazionale per la riqualificazione ed il riuso del complesso industriale dismesso.

L’esito del concorso, conclusosi nell’aprile scorso, ha sollevato perplessità da parte di molti soggetti interessati, a cominciare dal comune di Rovereto, per l’opportunità della soluzione individuata come vincitrice, il progetto Mekano, che prevede la realizzazione di un polo di riciclaggio di automobili ed elettrodomestici, seguita a ruota anche dal progetto Cerstata, arrivato secondo con un’ipotesi di riutilizzo di materiali inerti.

Non sembrano le soluzioni migliori per il drenaggio del flusso turistico in transito, per un riutilizzo di tipo polifunzionale che sappia risolvere le carenze di infrastrutture del territorio limitrofo e neppure opportuno per la rivalutazione di un importante manufatto di archeologia industriale che verrebbe ancora una volta sottratto alla fruizione collettiva.

Questi elementi erano espressamente previsti nel bando di concorso e sono stati completamente disattesi, aggiungendo altri dubbi alla correttezza dello svolgimento del concorso stesso, la cui commissione giudicatrice comprendeva elementi legati da notori rapporti di collaborazione con gli staff dei due progetti vincitori.

In attesa, speriamo, di una presentazione di tutti i progetti a concorso, più di trenta, illustriamo il progetto "Acqua azzurra, acqua chiara", classificatosi settimo.

L'acqua del fiume Adige, quella che azionava le dinamo della vecchia centrale e che ancora scorre nel vicino canale Enel, ha ispirato il progetto come elemento fondamentale delle attività dell’Aquatorium, dell’Aquarium e delle Terme dell’Acqua, funzioni costituenti la spina dorsale della proposta.

L’Aquatorium è uno spazio di esibizione, ricerca e ricreazione dedicato all’acqua e a come di essa si è servita l’umanità nel tempo. Il suo scopo è quello di esplorare la risorsa più preziosa della terra in termini di scienza, cultura, istruzione, ecologia e salute.

L’Aquarium è inteso come acquario d’acqua dolce, proponendosi come elemento di sicuro interesse turistico e culturale.

Le Terme dell’Acqua sono infine costituite da piscine usuali, piscine tematiche per il divertimento e la socializzazione, centri di benessere legati strettamente alle proprietà curative e rilassanti dell’acqua. Sono concepite come strutture per il tempo libero dove la salute, il tempo libero ed i contatti sociali sono fondamentali.

Queste funzioni portanti si rivolgono sia ad un turismo per la salute ed il benessere, in assonanza con l’immagine del Trentino, sia per un turismo culturale, integrando l’offerta culturale del Trentino, del lago di Garda e del futuro Polo Museale di Rovereto.

Se queste attività possono essere considerate la spina dorsale del progetto, altre attività, non meno importanti, ne completano il suo organismo.

Nella sala forni principale, lunga 385 metri (il Lingotto è 480), sono state inserite varie attività, quali un’area commerciale, un’area di terziario avanzato per l’erogazione di servizi altamente tecnologici alla zona industriale di Rovereto e del basso Trentino (servizi di supporto al commercio elettronico, servizi di videoconferenza, sale convegni, auditorium, sale specifiche per corsi di formazione…), un cinema multisala di nuova concezione ed alta qualità, un giardino d’inverno pensile ed una serie di attività di ristoro ed intrattenimento. Accanto alle Terme dell’Acqua nella sala forni centrale si prevede la realizzazione di palestre e spazi sportivi polifunzionali interni ed esterni.

Nella monumentale Centrale idroelettrica sono ospitate attività espositive a servizio delle imprese, attività di promozione turistica e vendita al dettaglio di prodotti tipici ed un museo sull’archeologia industriale, che la Vallagarina attende da troppo tempo. Anche la Chiesa Montecatini verrà recuperata alla sua funzione.

La costruzione di una torre-albergo al servizio del traffico autostradale, della zona industriale e delle manifestazioni organizzate all’interno del complesso, completa l’offerta.

Nell’ottica di rinaturalizzazione dell’area si è infine previsto il passaggio all’interno del complesso della ciclabile trentina. Quest’ultima, partendo dal centro di Rovereto, con i suoi filatoi, passando per la Manifattura Tabacchi, per la galleria Adige Garda, per la diga di Mori fino al complesso della Montecatini, con la sua centrale, può fungere da straordinario percorso formativo di archeologia industriale.

L’ecosostenibilità degli interventi è stata perseguita con l’uso di materiali compatibili ed il minimo consumo di risorse energetiche sia per la costruzione che per la gestione.

Si è voluto evitare un complesso monotematico nel quale dominassero gli interessi commerciali o produttivi e privo di una vita urbana, di spazi pubblici indispensabili per il benessere di una collettività.

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