Rifiuti sul Noce
Come a Capriana, anche a Iscle, in Valle di Non, si vuole sistemare una discarica sull’alveo di un fiume.
Contro il progetto della discarica di Capriana, che la Provincia di Trento vorrebbe costruire nel greto del torrente Avisio, è da tempo attiva una forte opposizione. Ciò non ha però impedito alla Giunta provinciale, anche se praticamente scaduta come una scatola di pelati, di approvare lo scorso 4 dicembre il progetto esecutivo per una spesa di alcune decine di miliardi. E’ probabile che l‘opera continuerà a fare i conti con la forte contrarietà messa in campo dalle associazioni ambientaliste, dai consiglieri comunali dell’opposizione di Capriana, dai sindaci dei comuni a valle del luogo prescelto per la discarica.
Al coro dei no si sono spesso unite le prese di posizione di consiglieri provinciali della sinistra. Più recentemente, perfino un sottosegretario del Ministero dell’Ambiente in visita ufficiale in Trentino, ha promesso il suo interessamento per la tutela dell’Avisio. Invece, stranamente, per un’altra discarica, magari più piccola e meno costosa, ma con le medesime caratteristiche negative di quella di Capriana, quasi nessuno ha sollevato obiezioni. Parliamo della discarica di Iscle, in Val di Non, ai margini del comune di Taio, la cui costruzione avanza con lena. Entro il prossimo 30 giugno dovrebbe infatti essere completato il primo settore dei lavori che prevede la messa in campo di grandi argini di protezione, l’impermeabilizzazione e la sistemazione definitiva dell’area destinata ad accogliere i rifiuti. Una decina di miliardi è il costo complessivo dell’opera che - dicevamo - sta crescendo senza aver sollevato, nemmeno in minima parte, le polemiche e le obiezioni che accompagnano la vicenda della discarica di Capriana. Eppure non ne mancherebbero le ragioni. Come per la cugina di Capriana, anche la discarica di Iscle si sta realizzando nell’alveo di un torrente, a valle di due dighe, in una zona che è stata interessata dalla disastrosa alluvione del 1966, ma dove anche più recentemente, nel 1988, le acque del Noce hanno dimostrato la loro furia potenziale.
Come per la discarica nell’Avisio, a valle sorgono popolosi comuni e rigogliose campagne che potrebbero trarre danno e pericolo di inquinamento a causa delle tonnellate di rifiuti che verranno stoccati nel greto del Noce, a pochi chilometri dalla forra della Rocchetta. Lo stesso toponimo (Iscle) che individua la zona esprime pienamente la sua natura alluvionale, eppure...
Ma non basta. Se consideriamo che una delle ragioni di chi contrasta la discarica di Capriana si fonda sul fatto che, in futuro, è prevista la realizzazione di un parco fluviale nella zona della foce dell’Avisio, per quanto riguarda il Noce, il parco fluviale c’è già e la sua realizzazione, nei primi anni Novanta, è già costata alla Provincia Autonoma diverse centinaia di milioni.
Ovviamente la Provincia di Trento, che ha approvato il progetto con somma urgenza (dopo ben 17 anni durante i quali si è cercata una soluzione diversa), esclude ogni pericolo, in quanto si assicura che la discarica è protetta da poderosi argini contro le potenziali alluvioni e da opere contro l’inquinamento delle acque, ma qualche dubbio resta, perché la stessa Provincia, alcuni anni fa, aveva escluso le Iscle dalle località potenzialmente interessate alla collocazione della nuova discarica per la Val di Non. L’ufficio del Medico Provinciale e l’ufficio geologico della stessa Provincia sostenevano - era il 9 novembre 1979 - che l’area delle Iscle "non era adatta per la possibilità di esondazioni che, nonostante l’eventuale prevista arginatura, comporterebbero notevoli problemi igienico-sanitari per la sottostante Valle dell’Adige, ricca di insediamenti abitativi.".
Dopo anni di tiramolla venne individuato a Coredo, in una cava in via di esaurimento, il luogo più adatto per la discarica, ma il sindaco di quel paese si oppose. A Taio, che già aveva ospitato per anni la vecchia discarica di valle chiusa, all’inizio degli anni Novanta, perché non più in regola con le norme, si consumò un piccolo dramma politico. Una nuova discarica a Taio non era certamente ben vista e la questione divenne oggetto di una dura politica. Cadde la maggioranza accusata di essere troppo disponibile verso la Provincia e venne sostituita dagli ex oppositori, guidati dal nuovo sindaco Mario Magnani, che aveva puntato tutto sulla lotta contro la discarica ma che però, di lì a poco e di fronte a determinate garanzie offerte dalla Provincia, con una bella giravolta diede l’assenso all’opera. D’altra parte il comportamento spregiudicato del sindaco è stato anche di recente premiato, visto che nel corso delle elezioni del 22 novembre scorso Magnani è stato nominato dai nonesi loro rappresentante (nella lista Margherita) in Consiglio provinciale .
La decisione di scaricare i rifiuti nell’alveo del Noce non sollevò molti problemi di coscienza in Val di Non (solo il comune di Denno, per quanto ci risulta, essendo il più vicino alla località Iscle storse il naso preoccupato per gli odori che la futura discarica avrebbe potuto emanare). Anzi, molti tirarono un sospiro di sollievo, visto che da qualche tempo il problema era diventato grave e preoccupante anche per le tasche dei cittadini (e ci sia permessa la battuta: la sensibilità dei nonesi per gli argomenti finanziari è arcinota) . Da qualche anno infatti i contribuenti della Val di Non vedevano aumentare la tassa sui rifiuti a causa del fatto che, non avendo una discarica nei dintorni, i loro scarti dovevano essere trasportati molto lontano (a Bolzano, a Brescia e infine a Trento) con costi aggiuntivi non indifferenti.
Se in valle, dicevamo, non vennero sollevate obiezioni, più in basso qualche preoccupazione venne sollevata da alcuni consiglieri comunali di Mezzolombardo, paese che con Mezzocorona si trova a spartire quella fetta di Piana Rotaliana che inizia proprio sotto la Rocchetta, a pochissimi chilometri di distanza dalla costruenda discarica. I consiglieri della lista Ambiente e Società presentarono una mozione che venne approvata dal Consiglio comunale di Mezzolombardo, con la quale si impegnava sindaco e giunta a seguire la vicenda e a intervenire nelle sedi opportune qualora si fossero ravvisati pericoli.
Non se ne è saputo più nulla. Anche il Comprensorio della Valle dell’Adige si è interessato della discarica di Iscle. Ha incaricato il geologo Lorenzo Cadrobbi di studiare la questione. Il tecnico ha steso una relazione dai toni preoccupati e dalla lettura della quale risalta che "sia il progetto che il relativo iter autorizzativo appaiono non conformi ai dettati legislativi e normativi vigenti" ed infatti nella relazione si ricorda che nel progetto della discarica di Iscle non sono stati svolti quegli approfondimenti e quelle valutazioni di carattere geologico e idrogeologico previsti dalle leggi in vigore. Illuminante anche la frase: " Ci si trova quindi di fatto, per un’ opera di notevole delicatezza che richiede un’ attenta e approfondita analisi critica, con un progetto in cui controllore e controllato (la Provincia di Trento, titolare del progetto e dei servizi tecnici che hanno espresso i pareri sul progetto stesso, n.d.r.) coincidono".
Detto delle perplessità dei consiglieri di Mezzolombardo e della contrarietà del C5, non ci pare di ricordare nessun’altra presa di posizione contraria, nonostante che - ci assicurano i consiglieri di Ambiente e Società di Mezzolombardo - dell’iniziativa siano stati puntualmente informati i colleghi dell’area di sinistra della Piana Rotaliana. Nessuna presa di posizione, salvo errori, neanche da parte delle associazioni ambientaliste che, nella piana Rotaliana, potevano contare su un’attiva presenza del WWF.
Tuttavia della vicenda certamente non esemplare della discarica di Iscle, è possibile dare una lettura non del tutto negativa. Infatti, come spesso succede nelle situazioni di emergenza, qualcuno ha aperto gli occhi. E del problema rifiuti il Comprensorio della Valle di Non sembra aver fatto una priorità. "Non che sia stato tutto facile e scontato - ci riferisce Giulio Mendini che della commissione rifiuti è stato eletto presidente - C’ è voluto un lavoro impegnativo che si sta per concludere in questi giorni quando decideremo in commissione quale strada indicare al comprensorio per la raccolta dei rifiuti."
Una cosa è certa: in discarica dovrebbe andare solo la frazione secca dei rifiuti, in teoria quella meno pericolosa ed inquinante, perché la cosiddetta frazione umida dovrebbe essere raccolta a parte e trasformata in compost (una sorta di terriccio utile in agricoltura) tramite particolari attrezzature, le biocelle.
D’altra parte, le normative più recenti in materia di rifiuti sono abbastanza chiare:in discarica dovrebbe andare solo ciò che non è possibile smaltire altrimenti dopo una attenta raccolta differenziata dei vari rifiuti.
Per rendere convincente la cosa, quelli della commissione del Comprensorio della Val di Non hanno le idee chiare: molti dei cassonetti per i rifiuti ora sparsi nella valle dovranno sparire e il volume a disposizione per la raccolta passerà dagli attuali 140 a 40 litri a persona. In cambio verrà aumentata la potenzialità della raccolta differenziata. A questo proposito, in ogni comune dell’Anaunia dovrebbe sorgere un centro, come quelli che da qualche anno si vedono nei comuni del vicino Sudtirolo, presso il quale i cittadini e le imprese dovranno conferire in forma separata i vari tipi di materiale riciclabile.
Speriamo bene.