Il sesso in testa
Volgarità televisive: è solo una questione di tette?
Chi oggi ha il coraggio di protestare per l’immoralità della Tv, della stampa, del cinema? Chi ha il coraggio di denunciare certi spettacoli presentati anche su programmi domenicali e anche su Rai1 con seni scoperti e spogliarelli?"
Questo coraggio ce l’ha il parroco di S.Giorgio a Rovereto, don Ezio Bergamo, che insieme con il Gruppo Famiglie, "un gruppo che si riunisce mensilmente a parlare e riflettere su problemi del nostro tempo", se la prende con certi "spettacoli che offendono la dignità umana e cristiana" e invoca una reazione da parte dei buoni cattolici con toni guerreschi d’altri tempi, deprecando la viltà di quei credenti che si adeguano alla dilagante immoralità dimenticando che "il cristiano è un soldato".
Alla presa di posizione, che compare sui giornali del 9 febbraio, fanno seguito, l’indomani, alcune dichiarazioni di questi crociati, che allargano il campo dell’indignazione dal nudo a qualche altra "immoralità": "Mai che si veda un programma dove c’è una famiglia normale - nota don Bergamo -, guai se non c’è di mezzo un triangolo, un pentagono e quant’altro".
E un membro del Gruppo Famiglie: "Abbiamo fatto alcuni discorsi sull’assenza dei crocifissi dalle classi: ognuno è libero di credere in ciò che vuole, ma non si capisce chi possa disturbare. Oppure la richiesta di riconoscere i matrimoni fra omosessuali. Tante cose che dimostrano uno scadimento di valori".
Come si vede, il punto centrale è sempre quello, il sesso: "Non si tratta di una crociata contro il nudo fine a se stessa. - spiega confusamente uno di questi aspiranti soldati - Io stesso mica mi nascondo se mi capita di vedere una signorina svestita... Ma oggi si tradisce la nostra fiducia: si vedono topless a ora di cena, spogliarelli maschili a metà pomeriggio, non è decente".
L'Alto Adige raccoglie alcuni pareri sulla vicenda, ma in linea con queste posizioni si ritrovano solo il folkloristico duo Nicolodi-Benedikter (quelli che coprivano con lo spray le gambe di Alba Parietti) e l’ex assessore provinciale all’Istruzione Luigi Panizza, che ricorda: "Quand’ero insegnante diffondevo sempre un foglio con i programmi adatti alle famiglie".
Gli altri interlocutori seguono strade diverse. C’è chi, come il comico Lucio Gardin, depreca gli scollacciamenti non per ragioni morali, ma in quanto volgare risorsa cui ricorrono programmisti senza idee e in cerca di audience: "E’ un po’ come quando durante una cena si cominciano a raccontare barzellette: vuol proprio dire che la serata è finita".
C’è chi rifiuta seccamente il discorso sostenendo che per un cristiano ben altri devono essere, oggi, i motivi di scandalo: "Scandalo è secondo me che ci siano milioni di bambini che muoiono di fame mentre da noi si buttano tutti i giorni tonnellate di pane nelle immondizie, bambini sfruttati..., bambini che vivono sulla strada, bambini soldati..."
C’è infine chi, come il regista Giacomo Vettorazzo, trova "delirante che alle soglie del 2000 si perda tempo su questo. La cultura non si misura a lembi di pelle. Semmai battiamoci contro la stupidità imperante, che pone i soldi come meta".
E qui, finalmente, ci avviciniamo al punto. Questi "coraggiosi" cattolici, a nostro laico avviso, hanno pienamente ragione ad indignarsi per quanto passa attraverso le reti televisive pubbliche e private; ma costoro si fermano a denunciare la pagliuzza (il nudo) senza vedere la trave, ossia l’impianto complessivo di tante trasmissioni televisive, a cominciare da quelle "per famiglie", tipo "Domenica In" e "Buona Domenica", specchi di un mondo inesistente fatto di bamboleggianti fanciulloni senza problemi, di denari distribuiti a pioggia, di vicende dolorose trasformate in spettacolo, di esaltazione dell’immagine...: una marmellata all’interno della quale svanisce qualunque scala di valori, una scuola di corruzione che addestra alla volgarità (che non è la parolaccia o il nudo) e alla perdita del pudore (quello vero), del buon gusto e del senso critico. Le tette gratuitamente in bella vista possono essere un minuscolo elemento fra mille di questa costruzione, e vedere in esse soltanto la radice di ogni male è sintomo di una miopia clamorosa.
I bravi cristiani di S.Giorgio e il loro parroco se la prendano piuttosto con la crescente frivolezza dei telegiornali, con i quiz pre-serali, con le estrazioni del lotto in diretta e con le nequizie dei vari contenitori domenicali: avranno qualche ragione in più per fare la voce grossa e soprattutto troveranno il convinto appoggio di tanti laici che oggi - giustamente - li sbertucciano.