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I veleni non finiscono mai

E' finita una prima fase del l'annosa questione dei terreni di Trento Nord. Con la decisione dell'Azienda sanitaria e dell'Agenzia per l'ambiente, che hanno giudicato inadeguato il progetto di disinquinamento presentato dagli imprenditori proprietari delle aree, è terminata l'illusione che il problema si potesse risolvere facilmente. Illusione dei privati: che quelli fossero terreni come gli altri, su cui investire nel normale gioco immobiliare. Illusione dell'ente pubblico: venire a capo del problema applicando il (pur pericoloso) metodo dell'urbanistica contrattata (io derogo dalle mie regole a favore di tè privato, e tu in cambio mi dai questo: nel nostro caso, io Comune ti aumento le cubature, tu mi disinquini l'area). L'entità dell'inquinamento, e soprattutto l'entità delle spese di risanamento (il progetto dei privati prevedeva una spesa di 17 miliardi, e non è adeguato) ha fatto saltare tutte le convenienze.

E adesso? Probabilmente acquisterà forza la scuola di pensiero (avallata anche da tecnici indipendenti) che sostiene come l'inquinamento si sia stabilizzato; e che quindi oltre che più oneroso, sia più pericoloso rimestare il terreno, rimettendo in circolo nel profondo e nell'aria i veleni, che se invece lasciati in pace sarebbero innocui.

Sarà così? Ci si può fidare? Si sa che la scienza da sempre risposte relative; e soprattutto un settore scientifico giovane come quello del disinquinamento difficilmente può fornire certezze. Per averle (o meglio, per avere un buon livello di certezza) molto probabilmente nonostante le impazienze di una parte della pubblica opinione bisognerà aspettare. Il tutto in una situazione difficile, in quanto aggravata dalle spinte provenienti dallo stesso valore delle aree, per di più in parte possedute da uno speculatore (il geom. Pietro Tosolini) notoriamente ben introdotto a livello politico e comproprietario di uno dei quotidiani locali.

Confidiamo solo una cosa: di non sentir più per un certo periodo l'incredibile assessore all'urbanistica Sergio Nicolini nonché yesman del sindaco Dellai, uscire con proposte invero più demenziali che criminali di localizzare il nuovo ospedale sui terreni inquinati ( vedi La farsa del nuovo ospedale).

Già che ci siamo: nelle cronache di questi giorni i quotidiani si sono accorti che proprietario del terreno exSloi è appunto Tosolini. Quando Nicolini, l'incredibile assessore, faceva le sue avances, proponendo là la localizzazione dell'Ospedale, i giornali, pudicamente, censuravano il nome del fortunato proprietario, appunto Tosolini, troppo impresentabile: sia per i suoi trascorsi, sia per la continua, ossessiva tendenza di Dellai a voler fare affari con lui. Speriamo che ora i quotidiani, rotto il ghiaccio, vogliano ancora collegare il terreno exSloi a Tosolini, se qualcuno (sindaco, assessore o chi altro) dovesse avanzare nuove proposte.