Habemus papam!
I verdi austriaci: l'appannamento, i contrasti, la ricomposizione. E l'elezione un segretario trascinatore. E' una "grande ammucchiata" o una nuova consapevolezza?
II 13 dicembre, il congresso (straordinario) dei verdi austriaci ha eletto un nuovo segretario: Alexander van der Bellen, 53 anni, professore di economia ali' università di Vienna, deputato al parlamento e portavoce del gruppo parlamentare in materia di economia, fisco e bilancio.
La maggioranza del congresso -83% - per i verdi litigiosi potrebbe definirsi bulgara. Oppure più verosimilmente, è il coraggio che viene dalla disperazione. Dopo il disastro del congresso di ottobre (vedi Qt dell'8 novembre) e le dimissioni del segretario Chorherr, il futuro dei verdi si presentava tutt'altro che radioso. Ma poche settimane dopo i verdi si sono rimboccate le maniche per marciare uniti come mai negli ultimi anni; e i politologi dichiarano unanimemente che il prof. Sascia (come tutti lo chiamano) ha un fascino forte anche per gli elettori "incerti" di quasi tutti gli altri partiti.
Sascia, di estrazione vagamente estone ma cresciuto in una vallata tirolese, è stato economista all'università di Innsbruck come assistente del professor Andreae (uno dei grandi teorici dell'economia di mercato "sociale", opposto al monetarismo e al neoliberalismo), e poi docente a Vienna e militante del partito socialista negli anni delle grandi riforme di Bruno Kreisky, partito che ha poi lasciato in segno di protesta contro il mancato rispetto dei diritti umani nella nuova politica xenofoba degli anni '80.
Nel suo discorso di investitura, ha incominciato col chiamare l'adesione dell'Austria alla Nato, in programma per il 1998, come "un progetto assurdo, da ogni punto di vista"; dunque i verdi saranno gli unici fra tutti i partiti in parlamento, che difenderanno ad oltranza la neutralità austriaca; alla quale peraltro, al di fuori dei vertici governativi, quasi nessuno in Austria vuole rinunciare. E bisogna capire che, sebbene per la sinistra italiana, in un paese membro della Nato sin dall'inizio, il vecchio slogan "Fuori l'Italia dalla Nato" non abbia più senso, il discorso cambia radicalmente in Austria, paese tradizionalmente non-allineato, entrato nell'Unione Europea come paese neutrale, come del resto la Svezia e l'Irlanda. Qui, all'espansione della Nato verso est si preferisce un sistema di sicurezza basata sull'Ocse, e al riarmo si preferisce una politica distensiva.
I verdi, secondo il neosegretario, dimostreranno che "fra economia e ecologia non dev'esserci contraddizione" e che "una politica lungimirante basata sulla sostenibilità sarà l'unica in grado di difendere il lavoro ". I verdi debbono anche difendere "/' soggetti deboli, quelli che secondo la logica capitalistica del mercato puro e duro sono perdenti", debbono "organizzare la resistenza contro l'ingegneria genetica nel settore agro-industriale", "essere un punito autenticamente antimilitarista e pacifista ", e "difenderanno i diritti dell'uomo senza guardare al giornalismo tipo tabloid" (e qui l'allusione è alla Kronenzeitung, giornale disponibile all'ecologismo "buono", cioè apolitico e qualunquista, ma violentemente critico con i verdi quando si preoccupano di senzatetto, drogati o immigrati, cioè quando si mostrano di sinistra).
Sascia è riuscito a galvanizzare un congresso che in partenza scettico verso un personaggio già criticato dalla sinistra interna dei verdi per le sue aperture verso liberali e popolari e per il suo rifiuto di ogni fondamentalismo. Con Alexander van der Bellen, è stata rinnovata anche la dirczione nazionale, ben equilibrata fra esponenti dell'ala ecosocialista e dei verdi-verdi.
Si potrebbe parlare di un precario equilibrio di forze centrifughe tenute insieme solo dalla paura di perdere la rappresentanza parlamentare nelle elezioni del 1999; oppure si potrebbe ironizzare sulla "grande ammucchiata". E un grano di verità ci sarebbe anche in questa interpretazione.
Ma c'è anche dell'altro: la consapevolezza che con la coalizione governativa fra socialisti e democristiani in perenne stasi, e l'opposizione di destra di Joerg Haider che punta al sorpasso dei democristiani, l'Austria ha bisogno di una forza politica di sinistra, riformista, ecologista e radical-democratica. Che i valori fondamentali dell'ecologismo politico sono più forti delle anche aspre discussioni sulla strategia politica. Che verdi di varie sfumature possono coesistere in un partito che ha uno "zoccolo duro" del 4% e un bacino elettorale potenziale del 10- 15% per cento. Che le speranze di decine di migliaia di elettori ed elettrici non vanno frustrate con sterili lotte intestine su chi è il verde più verde.