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QT n. 5, maggio 2009 Servizi

I bambini sotto il traliccio

A Nave San Rocco, il nuovo asilo sorgerebbe nei pressi di un elettrodotto. C’è da preoccuparsi?

Nave San Rocco

A Nave San Rocco, la costruzione del nuovo asilo è diventato oggetto di scontro: la minoranza contro la maggioranza che governa il piccolo comune e Nimby contro tutti. Tirati in campo anche la Provincia e il Difensore Civico. La questione è che la costruzione dell’asilo è stata progettata a poca distanza da un elettrodotto ad alta tensione da 130 KV. Da un lato l’Amministrazione insiste che non esistono pericoli, mentre i contrari si dicono preoccupati per i possibili rischi collegati ai campi magnetici provocati dal passaggio della corrente ad alta tensione del vicino traliccio. Il tutto è complicato dal fatto che il territorio di Nave San Rocco è stretto tra barriere naturali come l’Adige e il Noce, infrastrutture come l’autostrada e varie strade, e sovrastato dagli elettrodotti che percorrono la valle. A parte il nucleo più antico, una buona parte del centro abitato è dominata da tre potenti elettrodotti: per fare un esempio, il municipio e la caserma dei pompieri sono divisi da una di queste infrastrutture elettriche. Insomma, in questi anni si è costruito tranquillamente sotto i tralicci, o meglio, a margine degli stessi, ignorando i problemi ora lamentati.

Abbiamo sentito un rappresentante della maggioranza che governa il Comune, il consigliere Ivo Chistè (ex vicesindaco), e il consigliere dell’opposizione Giovanni Mosna. Quest’ultimo ricorda che da oltre un anno e mezzo l’opposizione aveva chiesto la modifica del progetto con lo spostamento di 20 metri del futuro asilo in modo da allontanarlo dal campo magnetico. La maggioranza risponde che sono stati effettuati i controlli preventivi e in effetti, dai dati del Comune, misurati dall’Azienda provinciale protezione ambiente, i campi magnetici rilevati nel sito destinato all’asilo sono inferiori ai limiti di legge. La soluzione, per Mosna, sarebbe quella di spostare o interrare il traliccio, che non solo può essere fonte di pericolo per i futuri ospiti dell’asilo, ma rappresenta anche un pesante ostacolo al futuro edilizio del paese. E nel recente incontro con gli uffici tecnici e l’assessore provinciale Pacher, maggioranza e minoranza hanno chiesto lo spostamento dell’elettrodotto. Per la minoranza potrebbe essere utile anche innalzare il traliccio onde mitigare il rischio. Ma quale rischio, visto che le misurazioni non hanno segnalato il superamento dei limiti di legge? Con quali risorse far fronte ai costi? Come motivare le spese necessarie in presenza di un rischio solo potenziale?

Questi i nodi da sciogliere. Ma perché allora non cambiare il progetto spostando il sito del futuro asilo? Ma dove? Bisogna fare i conti con la programmazione urbanistica, PRG e PUP, individuare un’altra area, renderla conforme con una deroga al Piano urbanistico da poco approvato, acquistare o espropriare il nuovo terreno, accantonare il contributo provinciale già assegnato, riformulare il progetto e poi riavviare il tutto da capo. Anni, un tempo che nessuno sembra voler attendere, perché la necessità di un nuovo asilo è condivisa.

I campi elettromagnetici, ai quali siamo sempre più esposti, possono costituire un rischio per la salute ed è necessario ridurre il livello di esposizione. Lo rileva il Parlamento europeo in una relazione approvata il 2 aprile 2009. I campi elettromagnetici, vi si dice, sono sempre esistiti, ma l’esposizione è aumentata a causa della domanda crescente di elettricità e dell’avvento di tecnologie senza filo sempre più avanzate. Ma il principio di precauzione, cioè l’obbligo di evitare scelte che possano mettere a rischio la salute anche se il rischio non è ancora scientificamente dimostrato, è stato rimosso dalla legislazione italiana. Ed è proprio il principio di precauzione che Nimby invoca a fondamento della diffida a costruire l’asilo in quel luogo, diffida che l’associazione, che ha legato la propria notorietà alla sua opposizione all’inceneritore di Trento, ha inviato nei giorni scorsi ai consiglieri comunali di Nave, al presidente Dellai, agli assessori provinciali all’Ambiente, alla Salute ed all’Istruzione. L’associazione era stata sollecitata da alcuni residenti, ma dopo aver cercato di fare da sponda alla minoranza,non ravvisando nell’atteggiamento di quest’ultima sufficiente fermezza, ha deciso di muoversi da sola. Dapprima nel febbraio scorso con una lettera inviata a diverse autorità ed il 1° aprile partecipando all’audizione presso la Commissione Ambiente del Consiglio Provinciale, manifestando la propria contrarietà all’opera. Viceversa, il sindaco di Nave, Renata Stenico, alla stessa commissione ha ribadito la volontà di proseguire nel progetto. Giovedì 23 aprile, il Consiglio comunale ha discusso, bocciandola, la mozione presentata dai consiglieri di minoranza.

Tutti d’accordo sulla necessità di affrontare in prospettiva il problema della invadente presenza degli elettrodotti ma, per la maggioranza, visto l’esito delle misurazioni elettromagnetiche che hanno registrato dati inferiori a quelli di rischio, non c’è ragione di bloccare la costruzione dell’asilo. Per il prossimo 20 maggio, a Nave San Rocco, è previsto un incontro pubblico sull’argomento a cura del locale circolo del PD.