Due valli prive di anima
Le elezioni comunali in Fiemme e Fassa.
Le elezioni comunali nelle valli di Fiemme e Fassa confermano l’immobilismo valoriale diffuso nei territori della periferia trentina. Si può raccontare di un territorio rassegnato che rimane incapace di innovazione e vive sul raccolto economico del passato: la speculazione immobiliare, la cementificazione, l’urbanizzazione delle alte quote. Un mantra dal quale sembra impossibile uscire.
Eppure il forte astensionismo registrato, specie in Fiemme, dimostra in positivo che è presente un potenziale di energie e di culture che nessuna area civica nei diversi comuni è più riuscita a intercettare. Proprio valutando le diverse quantità dell’astensionismo si percepisce che chi non è andato al voto non è un assenteista facente parte del partito del “me ne frego”: semplicemente non ha trovato riferimenti ed è stanco di votare il meno peggio. Specie laddove le alternative sono una fotocopia dell’altra.
Fa eccezione Tesero. Un paese che ha vissuto un duro conflitto fra maggioranza e minoranza consigliare e che ha punito con severità la sindaca uscente Elena Ceschini, riducendo i suoi consensi a un miserevole 30%; la sindaca ha perso ben 400 voti. 
Negli altri comuni di Fiemme si è registrato un crollo dei votanti, si va dal 44,56% di Castello-Molina al 46,57% di Ziano, fino al 56,8% di Ville. Un crollo dovuto non solo al candidato in solitaria; diffusa era la sensazione che il voto sia ormai strumento spuntato della democrazia.
La causa? Le minoranze, laddove presenti, vengono zittite. Ovunque i programmi di governo, specialmente i piani regolatori, sono dettati da pochi padroni del paese. I temi sociali - formazione scolastica, salute e gestione del territorio - diventano valori solo nei trenta giorni delle campagne elettorali. E poi a governare sono sempre gli stessi, da venti e anche più anni: vedasi Ziano, Panchià, Ville o Castello.
Va poi detto che nelle due valli non c’è traccia di presenza della sinistra, né moderata, né ambientalista. Chi è portatore di queste culture è rimasto alla finestra, alimentando un leggero brontolio lungo i marciapiedi, ma si tratta di aree prive di un qualunque progetto di governo.
In valle di Fassa l’affluenza al voto è stata discreta, seppure debole. Ma qui si devono valutare le schede bianche e nulle. Queste sì, vista la loro consistenza, ci aiutano a leggere un disagio diffuso, voti reali contro chi si è proposto. Nei comuni di Fassa si è andati a votare per paura del commissario. 
I sindaci, dove si sono contate centinaia di schede nulle, ammonivano: “Se arriva il Commissario il comune si blocca”. Non potendo votare sindaci per nulla credibili, accanto all’astensionismo, hanno trionfato le schede annullate. Anche a Moena, in presenza di una sola candidatura e lista, l'astensionismo è stato elevato, 49%. Qui va registrato anche l'elevato numero di schede invalidate (bianche o nulle), ben il 14,6%. Il paese sarà così governato da un sindaco che dispone di meno del 37% di consensi effettivi. Lo stesso è successo al voto del Comun General, dove, nonostante l’alternativa di due liste, pochi sono stati i votanti, 49,93%, ma anche qui le schede annullate sono state l’11,41%. Ha vinto la contesa Edoardo Felicetti, già sindaco passivo a Moena e rappresentante della destra leghista con il 56,38% dei voti validi. 
Il Primiero ha invece offerto una certa fiducia ai sindaci, confermando gli uscenti con affluenze superiori al 60%.
Qui si registra una novità importante, il successo a Imer di Daniele Gubert, figura combattiva del territorio, protagonista di lotte all’interno del parco di Paneveggio e specialmente della vittoria ambientalista e sociale contro la diga sul Vanoi.
Uscendo dal Trentino orientale, è interessante osservare Folgaria, dove i votanti che hanno confermato sindaco Michael Rech sono stati il 57,37%; ma è bene soffermarsi sulle 596 schede non valide, il 36,08% dei votanti. Un sindaco zoppo si potrebbe dire, forte di un misero 21% di consensi reali. C’è da riflettere: sull’altopiano, è probabile che ampliare le aree sciabili subendo le imposizioni degli impiantisti provochi una reazione di forte rigetto.