Il lato satirico dei politici fiemmesi
Negli ultimi due anni vari amministratori della Provincia, del Comune di Tesero e della Magnifica Comunità hanno detto di tutto, non senza involontario umorismo, sulla ristrutturazione, della Malga Lagorai.
Il Progetto Translagorai è venuto alla luce nell’agosto 2018 come un fulmine a ciel sereno: associazioni e cittadini, presi alla sprovvista, in migliaia si sono subito opposti tramite i social, decine di lettere indignate sono apparse sulla stampa. Il vero motore di tutto il Progetto Translagorai è la progressiva banalizzazione turistica, a scopo di lucro, di territori selvaggi e di pregio ambientale. Reazione dei politici? Negare l’evidenza che lo scopo del progetto da 3,6 milioni di euro è quasi solo la trasformazione di vecchie malghe in strutture ricettive. Sarebbero punti-tappa per gli escursionisti che affrontano la traversata del Lagorai. Una falsità, hanno detto escursionisti e ambientalisti, ma - non ridete! - anche lo Scario della Magnifica Comunità e l’ex-assessore provinciale “padre” del progetto a proposito della Malga Lagorai. Ciononostante, si vuole che la malga diventi una struttura turistica (camere, ristorante, bagni e
docce, pannelli solari, generatore elettrico, fogna Imhoff,... Spesa prevista: oltre 700 mila euro), sacrificando una ricchezza che appartiene alle future generazioni.
A parte la posta in gioco, c’è anche materia per qualche risata. Ecco un assortimento di testuali affermazioni documentabili.
Permesso di dissentire. “Il percorso partecipativo è stato favorito fino in fondo”. “È stato
permesso a tutti di conoscere e di condividere il progetto”. Allora come mai migliaia di persone si sono sollevate contro il progetto? Scrittori, attori, soci della SAT, politici della minoranza, etc. La litania del “percorso partecipativo” non regge: solo dopo l’approvazione in Provincia il progetto è apparso in pubblico.
Minimizzare. “A Malga Lagorai arriveranno poche persone e i 18 posti-letto non stravolgeranno la struttura”. “Difficile che la Malga attiri flussi turistici importanti”. “Non si comprende quale sfruttamento dovrebbe esserci a livello commerciale”. Allora perché farne una struttura ricettiva? Ristrutturandola come malga si risparmierebbe.
Creare un prodotto? “Non possiamo pretendere che il Lagorai sia un parco o una riserva per pochi, ma se vogliamo costruire un progetto turistico alternativo, occorre creare anche il prodotto di riferimento”. Eccola, la dannata “riserva per pochi” egoisti! Meglio “molti” clienti, consumatori del “prodotto di riferimento”. Che poi è la Val Lagorai.
Grazie pecore! “... lavori che conservino l’edificio perché resti a disposizione dei pastori”. “Lo spazio della stalla è diminuito nel progetto perché da ambiente dedicato alle mucche è diventato ambiente per pecore”. Sic! Affinché la casera diventi ristorante-rifugio, per alloggiare gestore e pastore, va tolto spazio alla stalla, tanto le pecore sono più piccole della vacche! Tuttavia il sedicente esperto sembra un po’ perso: ci saranno manze asciutte. In ogni caso le pecore starebbero in recinto, non in stalla.
Focolari e latrine. “Tengo molto all’ambiente, sono a favore della termo-cucina alimentata a legna, abbondante nella zona, e di servizi igienici adeguati”. “È vergognoso vedere arrivare alla Malga escursionisti che non trovano servizi igienici”. “La zona assomiglia talvolta a un gabinetto a cielo aperto”. Arriveranno in pochi, garantiscono, ma servono cessi per tanti. La termo-cucina è un
goffo depistaggio per far immaginare il ristorante-rifugio come la casetta di Heidi. Ma non è così.
Frasi a perdere. “Il vero problema attuale è dato dalla presenza dei grandi carnivori per cui occorre sostenere il reddito del pastore”. “Senza un intervento la malga andrebbe a morire”. Incommentabili.