Trentini, gente seria
La credibilità e gli interessi di fondo del Trentino messi a rischio dalle trovate furbesche di Maurizio Fugatti
È positiva la percezione del Trentino nel resto d’Italia: gente seria, si pensa e si dice, che sa amministrarsi, “Da voi le cose funzionano”. È un capitale di credibilità, che aiuta negli affari, nella politica, e anche nei rapporti umani. Un capitale che occorre saper conservare. E che invece ci sembra a rischio.
Nella cover story parliamo della nostrana gestione del CoVid. Fatta di tanti errori, sottovalutazioni, improvvisazioni. Forse inevitabili, in tutta l’Italia, in tutto l’Occidente si è poco capito e molto sbagliato.
Ma noi ci abbiamo messo qualcosa in più: abbiamo fatto i furbi. La Giunta Fugatti ha fatto i giochetti con i numeri: destreggiandosi tra le varie norme, ha inviato a Roma numeri di contagiati inferiori a quelli reali, come spieghiamo nell’articolo. Con il fine di godere di minori restrizioni, rimanendo in zona gialla quando in realtà il contagio era almeno da zona arancione.
Ma il furbo, si sa, raramente è anche intelligente, finisce con il fregare innanzitutto se stesso; e così il governo provinciale, autorizzando comportamenti laschi, ha allegramente lasciato correre il virus. Risultato: si sono intasati ben oltre il livello di guardia gli ospedali e le terapie intensive; e si è, ahinoi, registrato un indice altissimo di mortalità.
Un comportamento stolto, irresponsabile, alla ricerca di fragili consensi tra baristi e impiantisti. Consensi peraltro effimeri: gli stessi impiantisti hanno chiesto di non parlare più di impossibili premature aperture (al 7 gennaio, si farneticava!) E d’altra parte c’è stata una reazione nella società: giornali, forze politiche, i medici, si sono messi a chiedere la pubblicazione dei dati veri. Ma il danno ormai è stato fatto e il paragone con il vicino Alto Adige è risultato impietoso: aveva affrontato la dura realtà chiudendosi in zona rossa, e ora lì il contagio è molto attenuato, mentre da noi i decessi continuano in doppia cifra.
Il punto qui è il seguente (e meglio lo argomentiamo nell’articolo): a Roma, cosa pensano di questo nostro andazzo? Probabilmente hanno dato eccessivo credito alla nostra credibilità di gente seria: non è che ora il credito ce lo stiamo mangiato?
Altra partita: l’Autobrennero. Anche qui la Giunta Fugatti è incomprensibile nelle sue pulsioni suicide. Ha rotto la linea comune con il Sudtirolo, tesa a mantenere pubblica la gestione dell’autostrada, una vera cassaforte, e per di più decisiva nelle politiche trasportistiche ed ambientali.
Kompatscher è stato brutale: Fugatti fa gli interessi del Trentino? Oppure del Veneto, che a sua volta fa gli interessi della Serenissima, società privata che dovrebbe ritirarsi da una A22 totalmente pubblica?
Dobbiamo poi parlare, ancora una volta, della gestione degli orsi? Che ci ha fatto criticare – e deridere – in tutta Italia? Dove, per motivi bassamente partitici (far subentrare nella propaganda leghista alla declinante paura dell’immigrato quella dell’orso) ci si è inventati, e si è montata, una questione inesistente, per poi non essere capaci di gestirla, inanellando un pasticcio dopo l’altro.
Più grave infine, perché la questione è grossa e vitale, rischia di essere il tema porfido e ‘ndrangheta. Il Trentino è immune dalla criminalità organizzata, si è sempre detto, e non era vero, come da qualche anno evidenzia la Commissione Antimafia. Fugatti si è subito distinto nel nominare a capo di un apposito Gruppo di lavoro provinciale sulla sicurezza l’ex procuratore Stefano Dragone, che ha sentenziato che i trentini sono preoccupati per i furti alle vecchiette, non per altro. E, ancora peggio, Fugatti da oppositore aveva presentato emendamenti che legittimavano nelle cave il lavoro nero, da governatore ha alzato la quantità di lavorato gestibile dalla “zona grigia” di aziendine dalle scarsissime tutele sindacali.
Potrebbe ora ripulirsi l’immagine: presentando la Provincia come Parte Civile nel prossimo processo originato dall’inchiesta Perfido. Sarebbe anche un recupero di credibilità: il Trentino che vuole rimanere area pulita, il meno possibile contaminata dalla criminalità organizzata.
I primi segnali, però, seguiti ad alcune interrogazioni, sono tutt’altro che incoraggianti.
In tutto questo non c’è, evidentemente, un disegno. C’è mancanza di idee, di preparazione, di cultura politica. Cui si pensa di supplire con la piccola furbizia, l’ammiccamento al piccolo interesse, alla lobby, al potente amico Zaia.
Chi ci rimette è il Trentino. Soprattutto nella sua credibilità.