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QT n. 6, giugno 2020 Trentagiorni

Piste ciclabili: non solo per turismo

Bisogna completare la rete dei percorsi riservati alle biciclette che darebbe impulso alla mobilità alternativa vista anche la diffusione delle biciclette a pedalata assistita

Nella Rotaliana, come in altre zone del Trentino, sono stati realizzati nel tempo numerosi percorsi ciclabili. Già negli anni '90 è stato valorizzato come percorso ciclabile asfaltato l’argine sinistro dell'Adige nel tratto compreso tra Lavis e il confine con Salorno. Ed è stato subito un successo: frotte di cicloturisti, per lo più provenienti dal Nord, hanno cominciato a percorrere la pista ciclabile principale diretti verso il Garda o ancora più a sud, portando qualche beneficio economico anche alle strutture ricettive della zona. A partire dal vicino Sudtirolo sono quindi sorti lungo questa importante arteria anche alcuni bici-grill, il più bello dei quali è forse quello costruito pochi anni fa nelle campagne di Faedo. Il comune di San Michele, nell’ambito di una più generale ristrutturazione del centro sportivo della frazione di Grumo, ha recentemente realizzato un edificio (non ancora ultimato) che data la prossimità alla ciclabile, può ben servire da ottimo punto di appoggio per i cicloturisti. Un’iniziativa privata è prevista anche a Lavis lungo il tratto di ciclabile che transita sull’argine destro dell'Avisio.

Dopo il primo e importante intervento relativo alla ciclabile dell’Adige, il Servizio opere stradali della Provincia ha realizzato, non senza difficoltà, dei percorsi destinati a collegare la pista principale con i centri abitati come Mezzocorona e Mezzolombardo. I collegamenti hanno in parte ricalcato stradine già esistenti e utilizzate prevalentemente ad uso agricolo: da qui la resistenza delle categorie agricole che temevano (non sempre a torto) una pericolosa sovrapposizione di traffico tra mezzi agricoli e biciclette. Inoltre, nel corso della realizzazione di opere stradali importanti come la tangenziale di Lavis e la strada che dalla val di Non scende a Trento bypassando l’abitato di Mezzolombardo, erano già stati predisposti dei varchi sotterranei per l’attraversamento in sicurezza delle nuove arterie.

Ma non sempre i comuni hanno guardato con la necessaria attenzione verso tali opportunità portando a compimento i relativi collegamenti, preferendo aspettare che sia sempre mamma Provincia a mettere mano al portafoglio. Anche l’interramento di ampi tratti della ferrovia Trento-Malè, dapprima presso Zambana e quindi a Lavis, ha liberato spazi utilizzabili per espandere i tratti ciclopedonali, che però restano ancora progetti sulla carta.

Per fare un esempio della difficoltà dei collegamenti, il cicloturista che scende da Nord lungo la ciclabile dell’Adige per raggiungere Mezzocorona deve utilizzare la viabilità ordinaria. Viceversa, da Sud verso Nord, dopo un tratto di ciclabile secondaria, il turista si perde nella zona commerciale e deve affidarsi all'uso del Gps e a una buona dose di spirito di avventura.

Per raggiungere Mezzolombardo la situazione non è migliore: la Provincia ha portato la ciclabile fino alle porte del paese, poi più nulla. La passata amministrazione comunale aveva progettato (ottenendone anche il finanziamento) di realizzare un tratto ciclopedonale destinato a entrare nel centro della borgata, ma la nuova giunta comunale ha cambiato tutto.

I collegamenti fra comuni, più che uno scopo turistico, dovrebbero servire ad agevolare la mobilità alternativa, quella che permette di raggiungere il posto di lavoro o servizi come scuole, ambulatori, negozi ecc. in bici anziché con la solita automobile. La Comunità Europea ha destinato importanti risorse finanziarie a tale scopo. Qui in Trentino, una parte di queste risorse è stata affidata ai territori (in Rotaliana alla Comunità di Valle) per la predisposizione di un servizio di Bike sharing. In Rotaliana il progetto era partito nel 2013 per un valore di quasi 250.000 euro, coinvolgendo i comuni di Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele all’Adige. Qualche anno dopo, anche Lavis ha aderito al servizio. In collaborazione con i tre comuni interessati la Comunità di valle ha individuato complessivamente 16 postazioni per un totale di 32 biciclette di cui 14 a pedalata assistita. Per l’accesso al servizio è necessaria una tessera individuale che permette di tenere conto anche della percorrenza e della destinazione.

L’utilizzo maggiore del servizio (ma non è dato sapere quanti siano stati gli utilizzatori) si concentra a Lavis, dove nel corso del 2018 le bici sono state usate 3.318 volte; segue da San Michele con 611 prelievi. La cosa si spiega col fatto che i percorsi ciclabili Lavis-Trento sono particolarmente agevoli, mentre le postazioni di bici, collocate rispettivamente presso la stazione ferroviaria di Mezzocorona e la sede della fondazione Mach di San Michele, favorisce evidentemente i pendolari dipendenti di quell'Istituto. Complessivamente, nel 2018, sono stati percorsi con le bici pubbliche della Rotaliana e a Lavis circa 15.000 chilometri. Tanti, pochi? Certamente, salvo eccezioni come la postazione di San Michele sistemata nel portico del municipio, la mancanza di protezione delle bici dalle intemperie può rappresentare un disincentivo. Da segnalare un calo (- 20%) significativo degli utilizzi avvenuto nel corso del 2019 e causato, pare, da atti di vandalismo che hanno ridotto il numero dei mezzi disponibili.

I lavori ed i nuovi progetti intanto proseguono. È in corso un importante cantiere per ultimare il collegamento fra Zambana vecchia e la pista ciclabile “storica”, quella lungo l'Adige, e dovrebbero iniziare i lavori in località Galletta di Mezzolombardo per facilitare il collegamento con la stazione di Mezzocorona. Infine, nell’ambito della propria attività di programmazione urbanistica, la Comunità di valle ha individuato una serie di grandi e piccoli collegamenti che prima o poi, risorse permettendo, saranno realizzati. La speranza è che, viste le grandi risorse investite nel settore (da ultimo l’eco bonus bici), le ciclabili non rimangano solo uno strumento di svago e di richiamo turistico, ma diventino effettivamente un’alternativa al traffico tradizionale.