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Dall’impegno civile al calcio

Markus Wilhelm rifiuta di intervenire al conferimento del premio “Gatterer” che gli è stato attribuito e critica le autorità, e per questo il premio gli viene revocato e dato a una rivista sportiva

Claus Gatterer

Questa brutta storia è accaduta in Austria, ma ci tocca, perché concerne il premio “Gatterer”, un premio giornalistico dedicato al grande giornalista dell’Orf, l’ente televisivo statale austriaco, e storico delle minoranze Claus Gatterer, nato e sepolto a Sesto Pusteria, dopo avere vissuto quasi tutta la vita a Vienna. Gatterer è rimasto però sempre molto legato alla sua patria d’origine, su cui ha scritto libri fondamentali per la comprensione della storia sudtirolese del Novecento: “Bel paese, brutta gente”, “In lotta contro Roma”, “Cesare Battisti, ritratto di un ‘alto traditore’”, “Italiani maledetti, maledetti austriaci”, ecc.

Si tratta di un premio prestigioso, il cui brand è in mano al Club dei giornalisti austriaci, che a partire dal 1985 è stato attribuito alternativamente a giornalisti austriaci e sudtirolesi. Fino all’anno scorso era pagato dalla Provincia di Bolzano con 10.000 euro, uno dei premi meglio dotati in questo settore. Da quest’anno i finanziatori sono la regione del Burgenland e la fondazione Esterhazy, una potente multinazionale che possiede il 10% del territorio di quella regione e immense ricchezze. La regione è governata da una anomala coalizione di socialdemocratici (Wilhelm li ha definiti post-socialdemocratici) e liberali di destra (i Freiheitlichen di Strache).

Nella lista dei premiati del passato si trovano coraggiosi giornalisti che con le loro inchieste e scoperte hanno messo sotto accusa potenti e centri di potere o hanno informato su questioni sociali di rilievo, e alcune riviste, anch’esse premiate per l’impegno a favore dei diritti civili e sociali, e che per questo spesso sono stati minacciati attraverso denunce e richieste di risarcimenti esorbitanti. Fra gli altri, Ulrich Ladurner, nato in Sudtirolo e dal 1999 in Germania per la rivista die Zeit, di cui è corrispondente di guerra; il nostro Christoph Franceschini, autore fra il resto di “Bankomat”, il libro che ha svelato molti segreti risvolti della crisi della Sparkasse di Bolzano.

Nel luglio scorso, la giuria, presieduta dal presidente del club giornalistico austriaco, Fred Turnheim, ha deciso di attribuire il premio 2019 a Markus Wilhelm, un blogger nato a Sölden nella Ötztal. Giornalista investigativo, blogger e agricoltore, ha fatto la maturità in un liceo vescovile a Schwaz, ha studiato recitazione e regia al Mozarteum di Salisburgo e germanistica e filosofia all’Università di Innsbruck, e ha fondato nel 1978 con Hans Haid la rivista di cultura e politica “Föhn”. Ora pubblica i suoi articoli e testi sul blog www.dietiwag.org. Una delle sue clamorose inchieste ha riguardato lo scandalo del festival di musica di Erl in Tirolo, che ha travolto il direttore Gustav Kuhn, a lungo anche direttore dell’Orchestra Haydn del Trentino-Alto Adige, costretto a dimettersi dal festival tirolese per le numerose accuse di molestie sessuali a musiciste di diversi paesi e anche di autoritarismo e sfruttamento verso artisti e tecnici del teatro di Erl. I procedimenti giudiziari sono ancora in corso, ma nonostante le resistenze, le denunce contro Wilhelm e la protezione dei più potenti politici tirolesi, Kuhn ha dovuto cedere, di fronte alle numerose testimonianze.

La motivazione del premio a Wilhelm fa riferimento al suo impegno giornalistico decennale a favore di gruppi o persone discriminate o disprezzate ingiustamente, e nella motivazione la giuria fa esplicito riferimento all’inchiesta di Erl e alle rivelazioni di presunte discriminazioni di genere, e ai maltrattamenti di artisti originari dell’Europa dell’Est.

La cerimonia di premiazione era fissata il 5 settembre nel castello Esterhazy di Eisenstadt, in Burgenland.

Il rifiuto

Markus Wilhelm

Alla fine di agosto, sul blog del vincitore, su salto.bz e sul Wiener Standard (uno dei quotidiani più importanti dell’Austria, di area sinistra liberale) è apparso un lungo scritto di Markus Wilhelm che annunciava che non intendeva andare ad Eisenstadt la settimana successiva. Non dice di non accettare il premio, ma dice che non vuole riceverlo dalla mani dei politici e del finanziatore.

Nel suo scritto, Wilhelm comincia ricordando di avere litigato con Gatterer, già malato; si rammarica di non avere saputo della gravità del suo stato, ma ribadisce le sue ragioni nel loro litigio, dovuto alle critiche del blogger verso uno scritto incensatorio di Gatterer su Wolfgang Pflaunder, in cui lo accusava di avere travisato la verità per l’amicizia che lo legava a un personaggio ambiguo. In generale tuttavia, scrive Wilhelm, il suo rapporto con Gatterer era caratterizzato da una grandissima stima. Tuttavia si chiede e chiede se Gatterer sarebbbe stato felice che il premio a lui intitolato fosse ora dato a lui, che non è un giornalista investigativo, come si legge nella motivazione del premio, ma un attivista politico che fa ricerche e le pubblica. Un cittadino attivo, quindi.

Le critiche e le motivazioni della sua annunciata assenza alla cerimonia di conferimento del premio a Eisenstadt di Wilhelm sono rivolte a chi gestisce il premio da quest’anno: al presidente del club dei giornalisti austriaci, ai governanti del Burgenland e particolarmente ad Hans Peter Doskozil, dal febbraio 2019 governatore del Burgenland. Ricorda che, quando era ministro dell’interno, Doskozil aveva mandato veicoli blindati al Brennero per fermare i migranti e con 750 soldati voleva bloccare il passo del Brennero. Aveva anche proposto che l’Unione Europea abolisse il diritto di chiedere asilo. Posizioni alquanto strane per un socialdemocratico.

Che cosa hanno in comune i miei scritti da quarant’anni, che cosa la mia vita, con un Doskozil?” si chiede Wilhelm. Doskozil inoltre di recente ha chiesto l’arresto preventivo per rifugiati “pericolosi”, anche se non hanno commesso alcun delitto, e per austriaci pericolosi”.

Sotto accusa anche il nuovo finanziatore del premio, la Fondazione Esterhàzy che, secondo Wilhelm, ha conquistato il suo enorme patrimonio sfruttando il lavoro della popolazione del Burgenland: castelli, fortezze, laghi, parchi, vigneti, immobili, 44.000 ettari di territorio (evidentemente visto in prospettiva storica). Ora la famiglia miliardaria, scrive, vuole rifarsi un’immagine “con un’elemosina per il premio Gatterer”.

Di per sé Wilhelm trova infine inaccettabile che i politici consegnino le onorificenze a giornalisti. E che ancora peggio è accettare tali premi dalle mani dei politici.

E va avanti, con la passione di Bernhard e di Handke, e di altri scrittori austriaci che si ribellano alla sudditanza verso i potenti, combattendo e rischiando come ai tempi dell’Impero. Conclude, proponendo che i soldi vengano dati, - non per risarcirli, ma come segnale, - agli artisti e musicisti dell’Est Europa e in particolare dell’Orchestra della Bielorussia “sfruttati” a Erl.

Si corre ai ripari

Superato lo choc, il presidente del club dei giornalisti, mentre sua moglie, segretaria del club, spediva al vincitore il sollecito per organizzare la cerimonia ad Eisenstadt, ha revocato il premio, e riconvocato la giuria per scegliere in tutta fretta un altro da premiare. “Evidentemente hanno pensato che la ribellione vada punita” ha commentato su www.salto.bz Christoph Franceschini, che è stato anche a lungo nella giuria del premio.

Coloro che dubitavano che si trovasse qualcuno disposto ad accettare il premio, vista la situazione che mette in discussione il diritto al dissenso, è stato subito smentito: la nuova premiata è la rivista Ballesterer, fondata nel 2000, che si occupa di calcio.

Per il premio “Gatterer” è un grave danno, di immagine e non solo. La reazione punitiva del presidente del club dei giornalisti è altrettanto grave delle critiche contenute nella lettera di Markus Wilhelm, che fanno nascere dubbi sul sistema austriaco di affidare teatri e altre istituzioni culturali prestigiose a fondazioni private di grandi imprese o imprenditori, che in cambio li co-finanziano. (Anche al Festival di Erl è accaduto qualcosa di simile: la Corte dei conti ha indagato e costretto il Land Tirol e lo Stato a introdurre maggiore trasparenza nella rendicontazione delle spese, nonostante il principale finanziatore privato, la fondazione di un imprenditore dell’edilizia, non sia d’accordo).

Di fronte a questa situazione confusa, forse è meglio che il premio “Gatterer”, dopo decenni di premi dati a soggetti veramente meritevoli, venga chiuso, per non metterne a repentaglio la dignità.

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