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QT n. 5, maggio 2019 Trentagiorni

A22. Una trattativa interminabile

Il braccio di ferro con il ministero e i gestori della A22 continua, di mezzo anche posti nel consiglio direttivo e milioni di euro di risorse per i territori e l’ecotassa per i tir inquinanti.

Autostrada A22

Il conflitto fra 5 Stelle e Lega si riversa anche sulla autostrada del Brennero. Salvini vorrebbe chiudere, Toninelli è in difficoltà. Sembrava che la concessione in house della gestione di A22 venisse firmata entro la metà di aprile: i tempi invece si allungano, nonostante le pressioni provenienti dall’Unione Europea.

Ma a questo punto non sembra che lo stallo sia dovuto solo allo scontro fra i ministri. I soci pubblici della pianura ci mettono del loro. Non vorrebbero la riduzione drastica del Consiglio di amministrazione, in quanto perderebbero rappresentanze dirette nel vertice (amministrazioni tutte della Lega). Vogliono avere maggiori certezze riguardo il finanziamento di opere attese da anni. Il sindaco di Mantova in particolare non si accontenta di una promessa, definita aleatoria, sui 50 milioni di euro previsti per il porto di Valdaro. A queste difficoltà si aggiungono le incertezze sulla possibilità di applicare gli “ecopedaggi” che andrebbero a incidere sui TIR più inquinanti: da queste nuove tariffe si prevedono maggiori entrate per 350 milioni di euro. Sono risorse fondamentali per garantire ai territori l’avvio dei nuovi cantieri, a Bolzano come a Trento nord, a Rovereto (circonvallazione) come a Mantova o a Isola della Scala. Alcuni soci non si fidano di versare questi ricavi all’erario, non si sentono certi del loro ritorno sugli investimenti previsti.

Ora si arriva all’ultimo ostacolo, opposto da Uniontrasporti e dalle Camere di Commercio altoatesine, trentine e venete. Non si accetta una simile ecotassa senza prevedere una riduzione della tariffa ai camion euro 5 e 6. Né si accetta il blocco dei TIR imposto nei fine settimana dall’Austria. I rappresentanti degli autotrasportatori vorrebbero che l’Unione Europea apra da subito una procedura d’infrazione contro l’Austria. Tante incertezze, tante pretese stanno solo a dimostrare una evidente incapacità di mediazione delle parti. Specie nel settore governativo, ma anche nella chiusura che le categorie economiche impongono alle legittime richieste delle popolazioni soffocate dal traffico dei TIR: il diritto alla salute.