“Teatro della meraviglia”
Con curiosità verso la scienza
Il primo festival di teatro e scienza a Trento è una meraviglia. Frutto della collaborazione tra Teatro Portland, Compagnia Arditodesìo, Università degli Studi di Trento e Opera Universitaria, il “Teatro della Meraviglia” aveva l’intento di coinvolgere un pubblico curioso, vasto ed eterogeneo, in un mondo in cui l’emozione artistica e la tensione scientifica alla scoperta si fondono in un tutt’uno.
La scommessa di Andrea Brunello e Stefano Oss è vinta: per otto volte, dal 13 al 22 gennaio, il Teatro Sanbàpolis si è popolato di un gran numero di spettatori (oltre mille i biglietti venduti), studenti e adulti, specialisti e neofiti. Tutti accomunati dal desiderio di conoscere.
L’edizione numero zero offriva quattro spettacoli e quattro “augmented lectures”. Due tipi di proposta, quindi, tre se si considera l’evento inaugurale come un caso a sé stante. Presentato come spettacolo, “Luce dalle stelle” è in realtà più una lezione tenuta da tre veri fisici (Nicola Ludwig, Marco Giliberti e Marina Carpineti) che si dilettano a fare gli attori; una ricerca su come comunicare la scienza in modo non accademico. Interessanti i contenuti scientifici (l’osservazione di stelle, il lavoro del ricercatore), mentre la parte teatrale, pur offrendo diversivi giocosi e gustosi, appare un po’ debole.
I tre scienziati-attori sono stati protagonisti anche di tre lezioni “aumentate”, ovvero esposizioni arricchite dalla partecipazione di artisti. Un esperimento singolare e innovativo, il piccolo vanto della rassegna. Ludwig, anche grazie al contributo della pittrice Nadia Simeonova, illustra le straordinarie potenzialità delle radiazioni infrarosse nell’attraversare gli strati pittorici e svelare così pentimenti e modifiche, restauri e false attribuzioni di dipinti storici. Risulta più vera e profonda l’interazione tra Giliberti e l’attore Giacomo Anderle, che confezionano un lavoro fresco e indicativo di quel generare curiosità che è alla base del festival: il primo parla di meccanica quantistica e doppia fenditura, il secondo rappresenta la persona desiderosa di capire.
Scienza e musica si intrecciano mirabilmente nell’incontro tra Stefano Oss ed Enrico Merlin, con l’uno a spiegare con delicatezza in che consista l’onda gravitazionale nominata “cinguettio di Einstein” e l’altro a rendere attraverso il suono questa incredibile avventura. Carpineti, infine, ha dimostrato in un irripetibile scambio tra fisica e arte culinaria quanto questo percorso sia complesso e stupefacente.
Tre gli appuntamenti teatrali in senso stretto, dove la narrazione scientifica è veicolata e resa fruibile dall’arte dell’attore, “Starlight” ammalia per la travolgente carica scenica e l’affabulatorio racconto di Filippo Tognazzo. Un avvincente intreccio di storia – sia quella maiuscola del Risorgimento italiano, sia quella minuscola – e scienza, attraverso una nutritissima galleria di personaggi. Una narrazione alla Marco Paolini, ricca di stimoli, che fa amare la vita e l’appassionato lavoro di nomi importanti della ricerca scientifica dell’Ottocento.
Si viaggia nel Rinascimento con “Il codice del volo”, che registra il tutto esaurito. Flavio Albanese, autentico animale da palcoscenico, racconta di Leonardo da Vinci, genio poliedrico che dall’errore sapeva trarre spunto per nuove scoperte, superando i limiti naturali con una grandiosa curiosità.
Uno spettacolo tra narrazione e giullarata alla Dario Fo che scalda e diverte.
Teatro pieno anche per “Torno indietro e uccido il nonno”, che ha chiuso la rassegna. Una conversazione surreale incentrata sui ragionamenti di Einstein sul concetto di spazio-tempo che vive dell’affiatamento in scena tra Andrea Brunello e Roberto Abbiati, che ancora una volta ha coinvolto e mosso al riso la platea.
Bilancio quindi ampiamente positivo la prima edizione del “Teatro della Meraviglia”, una rassegna inedita che ha subito raccolto una risposta dinamica, convogliando un ampio e affezionato pubblico al Teatro Sanbàpolis, riempiendolo come merita.
E ora? Si proseguirà con il mix vincente di spettacoli e lezioni “aumentate”, esplorando altre proposte che si inseriscano coerentemente nel filone del teatro scienza. Affinché la curiosità si mantenga vigile e lo stupore continui.